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venerdì 9 ottobre 2015

IL PASSAGGIO GENERAZIONALE E LE PMI.

di Giuseppina D’Auria
gdauria2000yahoo.it

Sempre più frequentemente si parla di passaggio generazionale.
Si tratta di quel momento in cui, all’interno di un’azienda, vi è il passaggio di testimone fra due generazioni.
Nel Nord-Est sono molte le PMI che si trovano di fronte a questa delicata fase, ma se ideologicamente questo sembra un passaggio semplice ed automatico, in realtà è denso di problematiche che se non sono ben gestite possono portare anche alla cessione dell’azienda stessa.
Trasferire la conoscenza da una generazione all’altra non è sicuramente cosa semplice. Spesso si tratta di conoscenze acquisite durante diversi anni di attività.
Gli aspetti psicologici legati a tutto questo sono molteplici.
Sin dalla più tenera età i giovani si trovano a scontrarsi con l’azienda nutrendo nei suoi confronti un rapporto di odio e amore.
La odiano perché le attenzioni del padre o della madre sono tutte verso di lei, i familiari, infatti, la considerano alla stregua di una persona, parlano di lei come di una loro creatura, creata e plasmata a loro immagine e somiglianza.
Ma ne sono anche strettamente legati, non solo perché è grazie a lei che possono avere un certo tipo di vita ma anche perché è con lei che sono cresciuti e fa parte di loro fin dalla nascita.
Anche per l’imprenditore il momento dell’entrata in azienda della nuova generazione è un momento di forti emozioni contrastanti. Da un lato è ben conscio che l’entrata del figlio è necessaria perché l’azienda continui ad esistere, ma dall’altro non vuole lasciare quello che ha creato, quello per cui ha vissuto una vita, la sua posizione, il suo prestigio.
Per ridurre quanto più possibile i rischi, le imprese possono avvalersi di consulenti preparati, che ricoprano il ruolo di supervisori e coordinatori di tutte le fasi del processo che porta l’azienda verso il futuro.
È molto importante un’adeguata formazione interna con abili consulenti che prevedano la gestione di tutte le fasi del passaggio generazionale, partendo dall’analisi dell’azienda e dalla sua organizzazione interna.
Attraverso un affiancamento coordinato si rende efficace il processo di transizione e si permette al giovane imprenditore di sviluppare alcune skills specifiche come ad esempio:
•l’acquisizione di una maggiore autonomia per la gestione consapevole del proprio ruolo;
•l’acquisizione di nuovi strumenti per il superamento delle ambivalenze e dei conflitti nella relazione con il titolare;
•la comprensione dei processi di cambiamento;
•l’assunzione di un atteggiamento più sereno ed efficace nei confronti del cambiamento.

Il passaggio generazionale è una tappa obbligatoria per le aziende a conduzione familiare che spesso, se non sanno come affrontare tale processo di transizione, rischiano di essere cedute. Si rende quindi necessario il ricorso a consulenti che favoriscano il trasferimento delle conoscenze e delle competenze da una generazione a quella successiva.

Ordinanza del Giudice delegato al registro della stampa periodica del Tribunale di Salerno del 13 marzo 2001

A seguito di questa ordinanza tutti gli articoli pubblicati sul giornale telematico www.oltresalerno.it nella rubrica "quelli dell'équipe" hanno validità di pubblicazioni scientifiche.
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IL GIUDICE DELEGATO
al registro della stampa periodica
Vista l'istanza a firma di <F. R.> e <S. S.>, dep. in cancelleria in data 28.2.01;attesa la regolarità della documentazione allegata, con l'integrazione di una relazione illustrativa dep. in cancelleria in data 13.03.01;
rilevato che questo stesso giudice, con decreto reso in data 18.1.01 su identica istanza degli stessi soggetti, aveva dichiarato inammissibile, in quanto non prevista dall'invocata normativa di cui all'art. 5 della L. 8.2.48 n. 47, la richiesta di registrazione di un giornale esclusivamente telematico;
rilevato che, come spiegato nella relazione illustrativa dep. in data 13.3.01, si intendono ora - in più rispetto a quanto dichiarato per la precedente istanza - adottare modalità di accesso e di trasmissione dei dati che ovviano alle perplessità, evidenziate nel decreto 18.1.01, sulla sicurezza, sulla genuinità e sull'autenticità dei dati stessi come attinti dal singolo utente; rilevato che i richiedenti dichiarano di volervi provvedere mediante fornitura di un codice di accesso agli utenti e mediante procedure di sicurezza analiticamente descritte nella ripetuta relazione integrativa;
considerato, soprattutto, che il Senato della Repubblica ha approvato - in data 21.2.01 - definitivamente il disegno di legge Atto n. 4985, in testo identico a quello della Camera e quindi destinato ad essere promulgato e pubblicato al più presto sulla Gazzetta Ufficiale, recante "nuove norme sull'editoria e sui prodotti editoriali e modifiche alla legge 5 agosto 1981, n. 416";rilevato che tale normativa prevede, al suo articolo 1 (Definizioni e disciplina del prodotto editoriale), quanto segue:
1. Per "prodotto editoriale", ai fini della presente legge, si intende il prodotto realizzato su supporto cartaceo, ivi compreso il libro, o su supporto informatico, destinato alla pubblicazione o, comunque, alla diffusione di informazioni presso il pubblico con ogni mezzo, anche elettronico, o attraverso la radiodiffusione sonora o televisiva, con esclusione dei prodotti discografici o cinematografici.
2. Non costituiscono prodotto editoriale i supporti che riproducono esclusivamente suoni e voci, le opere filmiche ed i prodotti destinati esclusivamente all'informazione aziendale sia ad uso interno sia presso il pubblico. Per "opera filmica" si intende lo spettacolo, con contenuto narrativo o documentaristico, realizzato su supporto di qualsiasi natura, purché costituente opera dell'ingegno ai sensi della disciplina sul diritto d'autore, destinato originariamente, dal titolare dei diritti di utilizzazione economica, alla programmazione nelle sale cinematografiche ovvero alla diffusione al pubblico attraverso i mezzi audiovisivi.
3. Al prodotto editoriale si applicano le disposizioni di cui all' articolo 2 della legge 8 febbraio 1948, n. 47. Il prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata, costituente elemento identificativo del prodotto, è sottoposto, altresì, agli obblighi previsti dall'articolo 5 della medesima legge n. 47 del 1948.
Considerato che allora la legislazione intervenuta nel frattempo - e comunque successiva alla pronuncia del precedente decreto - innova sensibilmente rispetto al passato, imponendo espressamente gli obblighi di cui all'art. 5 della L. 47/48 anche per il prodotto editoriale - quindi anche su supporto informatico, come prescrive il primo comma dello stesso art. 1 - diffuso al pubblico con periodicità regolare e contraddistinto da una testata (che costituisca elemento identificativo del prodotto stesso); rilevato che soltanto adesso sussiste l'obbligo suddetto, prima inesistente in ossequio all'art. 21 Cost.: mentre le argomentazioni svolte dalla ricorrente nella sua relazione integrativa, in ordine alla possibilità di applicazione analogia o estensiva della normativa della L. 47/48 vanno comunque disattese, non ptendo la libertà fondamentale tutelata da quella norma costituzionale essere limitata in via di interpretazione; escluso di potere in questa sede - anche in considerazione della libera determinazione dell'istante di assoggettarsi ad una limitazione prima non prevista - sollevare questioni di illegittimità costituzionale della normativa suddetta, pure in astratto configurabili alla lice della compressione della libertà di manifestazione del pensiero che quella normativa comporta quanto meno con riferimento alla sua diffusione per via telematica, in ragione della ontologica differenza tra divulgazione con mezzo informatico o telematico e diffusione a mezzo stampa (di cui al precedente decreto 18.1.01, già ricordato, di questo giudice) e con conseguente assoluta necessità di totale libertà della prima;
ORDINA
l'iscrizione nel registro della stampa periodica della pubblicazione sotto descritta:
titolo: " WWW.OLTRESALERNO.IT ";
sede da presumersi coincidente con il luogo di pubblicazione e la sede di stampa: Salerno, via Paolo Grisignano 7;
natura: giornale telematico; periodicità: settimanale:proprietario, con il quale deve presumersi coincidere l'editore: Fiore Rossella , n. Salerno 12.3.73, res. Montecorvino R. (SA), via G. Maratea;
direttore responsabile: Sica Salvatore, nato Salerno 28.1.61 ed ivi res. corso Vittorio Emanuele 174.Salerno, 16.3.2001

Il Giudice delegato (Dr. Franco De Stefano) 
Oltrenews.it - via R. Zammarrelli, 12 - 84127 Salerno - tel/fax: +39.089.75.01.80
Numero 191 - edizione del 19.1.2005

MEDITERRANEO ITALIA. PREZIOSITA’, PERCORSI E PROSPETTIVE

OLTRENEWS.IT – ED. N. 232 DEL 09/11/2005
di Giuseppina D’Auria
e-mail gdauria2000@yahoo.it

Il 29 ottobre 2004 si è tenuto all’Università degli Studi di Salerno, presso l’Aula delle Lauree “Cilento” il Convegno Mediterraneo Italia. Migrazioni, culture, formazione, turismo, percorsi di dialogo, organizzato dalla Cattedra di Sociologia Generale della Facoltà di Scienze della Formazione, con il patrocinio della Regione Campania e dell’Ente Turismo e Soggiorno di Paestum.
Gli interventi sono stati effettuati dal Rettore e da Docenti universitari degli Atenei campani e pugliesi, Docenti di Istituti superiori, Ricercatori dell’Ateneo salernitano e di un Centro Studi e
Ricerche del bergamasco, da giovani laureati, Docenti, Esperti e Ricercatori appartenenti alla Rubrica “Quelli dell’équipe” della Rivista Telematica Settimanale Oltresalerno.it.
Si è discusso delle tematiche relative al ruolo economico del Mediterraneo nel XXI secolo, alle caratteristiche dei flussi migratori. Si è fatto un flash sulla storia antica per poi passare alle
tematiche attuali dell’africanità, intesa come il risveglio di una identità oppressa e come il ritorno alle radici con diritto di futuro.
Le tematiche delle Pari Opportunità sono state centrate dagli interventi sulle condizioni di vita tra salute, tradizioni e patologie delle donne immigrate, ma soprattutto dalla trattazione delle nuove
identità di genere e società in cammino attraverso l’analisi di scritture di donne e con la trattazione di dati e problemi relativi all’integrazione sociale nelle scuole italiane di alunni figli di immigrati.
Le prospettive in materia di paesaggio mediterraneo dovrebbero venire studiate, programmando una progettazione di interventi e strategie future sull’intera area che tengano conto della componente urbanistica ma, anche e soprattutto, di quella paesistico ambientale e culturale, più pregnante e prevalente, dove l’obiettivo finale ha, quale riferimento imprescindibile, lo sviluppo sostenibile.
E’ per altro auspicabile che in questo contesto le regioni coinvolte nei progetti che interessino il bacino del Mediterraneo avviino sinergicamente tutte le necessarie azioni in materia di promozione
dello sviluppo sostenibile globale.
La Convenzione internazionale del Paesaggio definisce il suo oggetto come “un elemento ambientale complesso che svolge importanti funzioni d’interesse generale sul piano culturale, ecologico, sociale ed economico. Pertanto, le immagini e l’attualità dalla Siria e gli aspetti economici e finanziari del parternariato, che l’Unione Europea sponsorizza attraverso Programmi a tal scopo formulati, rappresentano la naturale conclusione dei lavori di questo convegno, dal quale è emersa l’urgenza di promuovere il Mediterraneo nella sua complessità di migrazioni, culture, formazione, turismo, percorsi di dialogo, al fine di partire dall’Italia e dagli Italiani per giungere alla comune cittadinanza morale degli Stati Uniti dei Popoli Euromediterranei, in attesa e con l’auspicio che si possa concretizzare in breve il Progetto di Unificazione propugnato dal Prof. Pasquale Lo Re, attraverso proposte concrete, percorribili anche nell’immediatezza.
Nel corso del Convegno si è tenuta anche un’attività di formazione/laboratorio, riconosciuta dall’amministrazione universitaria e certificata dalla Cattedra di Sociologia generale, con la partecipazione di studenti universitari, dirigenti scolastici e docenti.

IPERMEDIALITÀ E DIDATTICA NELLA SCUOLA PRIMARIA

La metodologia didattica, supportata dalle nuove tecnologie, da poco entrate nel processo insegnamento/apprendimento grazie agli interventi di formazione dei docenti promossi dal Ministero della Pubblica Istruzione e alla dotazione di laboratori multimediali, creati con i fondi del Programma Operativo Nazionale, in quasi tutte le Scuole, ha una ricaduta soddisfacente in termini di apprendimento e consente un approccio didattico articolato, da attuarsi in rete.
Se oggi i giovani allievi rispondono con l’insuccesso alle proposte scolastiche assumendo comportamenti e atteggiamenti “artificiali” è perché i modi, le forme di valutazione, i contenuti e la comunicazione della Scuola sono inadeguate alle aspettative e, andando così nel tempo, il divario tra Scuola e l’utenza sarà sempre più profondo.
Un punto d’incontro, invece, fra proposte scolastiche e utenti, risiede nella Costruzione Collaborativa della Conoscenza multimediale1 che motiva gli studenti ad utilizzare il computer, come strumento essenzialmente ludico, coinvolgente per la componente multimediale ed interattiva, “amicale”per la reazione anaffettiva di fronte ad errori ed insuccessi.
Roy Pea2 nota che le difficoltà della scrittura degli allievi possono essere superate con l’approccio multimediale in quanto, il processo di costruzione di un multimedia mobilita competenze utili anche nello scrivere. Inoltre tale modello didattico, sotteso alle attività della Costruzione Collaborativa della Conoscenza multimediale sviluppa le capacità cognitive e metacognitive, le abilità di auto-controllo, auto-valutazione attraverso la gestione attiva e responsabile delle fasi di lavoro e le capacità di riflessione e di negoziazione attraverso metodologie di collaborazione.
Attraverso le capacità cognitive e metacognitive, gli insegnanti presentano il compito, l’alunno non subisce ma costruisce attivamente la propria conoscenza, vive l’interazione da cui scaturisce altra conoscenza, il docente da guida e aiuto (scaffolding) nell’esecuzione del compito e nello stesso tempo valuta lo stato di apprendimento proprio per adeguare e adattare il suo aiuto.
All’interno del proprio gruppo, con l’ausilio delle abilità di auto-controllo, auto-valutazione, l’alunno partecipa con un ruolo attivo nelle fasi di progettazione e realizzazione del prodotto multimediale, infatti sperimenta modalità di apprendimento indagando e ricercando, infine rielabora il sapere acquisito per sé e per gli altri raggiungendo l’autonomia nella costruzione di altro sapere.
Infine, con l’utilizzo delle capacità di riflessione e di negoziazione le scelte e le decisioni per la realizzazione del prodotto multimediale stimolano la riflessività e richiedono processi di negoziazione e comunicazione interattiva che conducono alla realizzazione dell’obiettivo fissato all’interno del gruppo.
Per la costruzione di un software3 si parte dalla progettazione, prima di arrivare alla sua realizzazione. Si progetta il prodotto, se ne definisce l’architettura e si redige lo storyboard, una rappresentazione scrittografica su carta di ogni singola videata del multimedia, una prefigurazione dettagliata, funzionale alla fase di assemblaggio.
La fase di progettazione vede impegnati i docenti che stabiliscono gli obiettivi cognitivi, le competenze che si vogliono sviluppare, i tempi di realizzazione, le metodologie, i criteri di valutazione.
Prima di arrivare la fase di progettazione del software è necessario:
1. presentare alla classe gli obiettivi, le fasi, le metodologie;
2. comunicare la tematica oggetto dell’ipermedia
3. individuare con gli allievi l’utente del prodotto (l’allievo, l’adulto, il sindaco, il preside…)
Quando, poi, si arriva al momento della ricerca/raccolta/produzione del materiale informativo, è la fase più gratificante per l’alunno che all’interno del gruppo compie l’esperienza di scoprire, ricercare conquistando l’autonomia nel procedere e disponendosi al confronto con gli altri, consolidando le sue abilità nel consultare sistemi di catalogazione.
Il compito dell’insegnante, attraverso un processo di modelling – scaffolding – fading, è quello di guidare ed aiutare gli allievi sia nella fase della comprensione di concetti ed azioni, sia nella fase di lavoro.
Le attività possono essere organizzate in modo che, ogni gruppo si occupi di una determinata fonte di informazione, di tutte le tipologie di fonti, di una particolare fonte rispetto ad un unico aspetto della tematica.
Il flowchart definisce graficamente la struttura del software, i percorsi di navigazione e i collegamenti fra le sezioni e le videate.
La stesura del flowchart è uno dei momenti cruciali delle attività perché rende consapevoli gli studenti delle relazioni che intercorrono tra i concetti che possono “trasmigrare” da una disciplina all’altra, e quelli che possono “arricchire le dosi di nuove valenze in un itinerario di unificazione delle conoscenze4”.
La proposta formativa multimediale può avere successo a condizione che la scuola si crei un gruppo di lavoro i cui docenti, consapevoli dei principi psicopedagogici, condividano l’idea di conoscenza come costruzione sociale e un modello didattico basato sulla collaborazione e sulla cooperazione.
Il gruppo di docenti dovrebbe formare un setting non competitivo che, attraverso metodologie di collaborazione e di condivisione di risorse intellettuali, valorizzi la specificità di ogni allievo che diventa protagonista nella costruzione del sapere.
Tale gruppo di docenti dovrebbe operare come comunità di ricerca collaborativa in cui ognuno mette a servizio le proprie competenze per il sostegno agli allievi nei momenti di progettazione e realizzazione.
Il docente, deve possedere, in particolar modo, le competenze disciplinari, le conoscenze dei formalismi di rappresentazione della conoscenza in funzione dell’ipermedia che non è lineare, ed infine, deve possedere le competenze tecnologiche.
I docenti non solo devono possedere i contenuti disciplinari, ma assumono la funzione di modellamento della pratica esperta, assistenza all’apprendimento, moderazione dei dibattiti.
Il modello didattico rappresentato richiede una visione delle strutture scolastiche, dell’orario e dei materiali didattici non orientati al curricolo, ma centrati sull’apprendimento, su ciò che l’alunno sa e sulle competenze che deve acquisire. Per rimanere in tema e volendo rappresentare agli alunni una lezione con l’ausilio delle nuove tecnologie, ho elaborato un prodotto per la comprensione del quale essi utilizzano il computer che sviluppa le capacità cognitive e metacognitive di cui abbiamo parlato prima. Le attività di seguito descritte, connesse alla prima unità di apprendimento di storia, proposta agli alunni della classe quarta della Scuola Primaria, sono realizzate nelle ore opzionali scelte dalle famiglie, quale approfondimento laboratoriale, coerenti con i contenuti disciplinari.
Definita la linea del tempo con gli alunni, ante e post Christum, e descritte tutte le antiche civiltà che hanno contribuito, nel corso dei millenni, all’evoluzione dell’uomo, ho posto come metodologia laboratoriale la ricerca-azione sulle civiltà fluviali rappresentando agli alunni, attraverso i link dell’ipertesto, le modalità della ricerca storica basata sulle fonti che generano conoscenza.
La classe ha risposto, dopo le prime esitazioni, bene alla proposta didattica potendo contare anche su di una certa alfabetizzazione informatica, acquisita nel corso dell’anno scolastico passato e probabilmente in famiglia.
1 Costa R., Progettazione didattica e scrittura multimediale, in Galliani L. (a cura di), “Tecnologie informatiche e telematiche”, Pensa Multimedia, Lecce, 2002.
2 Pea R.D., Learning through multimedia, in “IEEE”, vol 11, n. 4, 1991.
3 Costa R., Progettazione didattica e scrittura multimediale, in Galliani L. (a cura di), “Tecnologie informatiche e telematiche”, Pensa Multimedia, Lecce, 2002.
4 Costa R., Progettazione didattica e scrittura multimediale, in Galliani L. (a cura di), “Tecnologie informatiche e telematiche”, Pensa Multimedia, Lecce, 2002.

RIVOLUZIONE DIGITALE NELLO STUDIO: TUTTI ALLA CORTE DI INTERNET!

OLTRENEWS.IT: ED. N 319 DELL’11/07/2007
di Giuseppina D’Auria
gdauria@hotmail.com
La regole, i codici e i valori che Internet porta con sé devono essere considerati attentamente alla luce dei cambiamenti introdotti nella vita di tutti i giorni di un numero sempre crescente di persone. Anche il campo della formazione non può sottrarsi a questo confronto. Anzi, il suo compito pare ancora più oneroso, essendo sollecitato da un duplice ordine di interrogativi:
1. Quali sono i parametri che la rete impone come nuovi criteri di riferimento e che una volta accettati consentono di stabilire il proprio itinerario formativo?
2. Quali nuove modalità di approccio alla realtà sono state introdotte con la diffusione della rete?
1) Procedendo con ordine, il mondo dell'educazione deve raffrontarsi con il superamento dei vincoli
· spaziali
· temporali
· economici.
Internet e il PC consentono al fruitore la scelta dei tempi di apprendimento, l'abbattimento dei costi di spostamento, l'accesso alle informazioni da qualsiasi luogo collegato alla rete. Il vantaggio competitivo di un'impresa on line può essere misurato in termini di motivazione, bene tanto più prezioso in un ambito, quale quello della formazione, penalizzato dal disequilibrio iniziale tra la scarsa consapevolezza dei benefici acquisibili e il peso reale dei costi.
2) D'altro canto le nuove parole d'ordine che Internet ha portato alla ribalta sono: ibridazione, contaminazione, dinamicità, interattività. I problemi posti da un'offerta abnorme circoscrivono così il campo della sfida e, quindi, della concorrenza:
· concisione
· visibilità
· elevata ergonomicità
· tempestività della risposta
· necessità di un orientamento nel mare magno di un'offerta tanto vantaggiosa quanto claustrofobica.
L'interrogativo fondamentale a questo punto è: la formazione può raccogliere la sfida lanciata dalla rete senza snaturare la propria natura? In altre parole, la formazione deve tentare di dare una risposta ad alcuni problemi concreti: · È possibile creare in rete lo stesso ambiente di lavoro dell'aula? · Che funzione deve avere l'on line? Deve essere un semplice prolungamento delle attività principali che comunque sono dominio esclusivo dell'aula? · E, se sì, come prescindere proprio dallo strumento (Internet) responsabile proprio di quel cambiamento che interessa il mondo della formazione delle competenze? Ciò che si suggerisce è di pensare a una formazione in simbiosi ai cambiamenti in atto. Se è vero, difatti, che il modo di scrivere in chat è radicalmente diverso da quello "face to face" non si può prescindere dal constatare come questa nuova modalità di comunicazione sia all'origine di un diverso modo di e di concepire e gestire le relazioni umane. Del resto è necessario non dimenticare i vantaggi della formazione tradizionale, così esemplificati da Davide Biolghini: comunicazione faccia a faccia docente-allievo e allievo-allievo; risposta a richieste di chiarimento in tempo reale; interazione di tipo affettivo. Pare difficile prescindere ragionevolmente da questi aspetti, ma è altresì stimolante tentare di immaginare come la formazione on line possa reinventare queste esigenze:
· L'interazione on line assume i contorni di una nuova figura: il Tutor on line. Tramite una bacheca elettronica comunica alla classe gli appuntamenti, le esercitazioni, le scadenze e l'itinerario da seguire. Tramite la posta elettronica è in costante contatto con ciascun partecipante e ne conosce le diverse esigenze e difficoltà.
· La sfida all'affettività in rete passa attraverso la personalizzazione dei contenuti formativi. Gli strumenti per raggiungere quest'obiettivo sono la mappatura delle competenze iniziali, i test interattivi per misurare l'efficacia dell'apprendimento, la guida al percorso di apprendimento proposta dal tutor. Scommettere sulla formazione on line significa puntare sulla personalizzazione. Semplici strumenti come:
· il forum (come occasione di socializzazione tra alunni-alunni e tra alunni e insegnante/tutor) · la chat (come laboratorio di esercitazioni collettive sincrone )
· il download dei moduli didattici (che consente il frazionamento e la fruibilità in ogni momento)
· la bacheca elettronica (con funzioni di "piazza", di punto d'incontro, di fidelizzazione e di snodo delle varie attività)
· l'e-mail (per un contatto continuo con gli alunni)
· le verifiche (per una costante calibratura dell'argomento)
· il monitoraggio delle varie attività ( per un controllo dell'efficacia formativa),
sembrano essere le strade che la formazione deve percorrere affinché il serbatoio dell'intelligenza collettiva sia "lo stesso per tutti e al contempo differente per ciascuno".
Il formatore fad si pone alcuni interrogativi sul ruolo che deve assumere lo spazio on line nell'economia dei corsi da erogare. Interrogativi di base: di quali strutture di base dispone l'ente erogatore (necessità del confronto con le attività rese possibili dal software di base e/o dalla piattaforma tecnologica). Che dotazione è richiesta agli studenti? Che grado di alfabetizzazione informatica devono possedere? Qualora non ne posseggano a un grado adeguato l'ente fornisce le conoscenze mancanti? In aula? Per quante ore? Quale impiego facile e proficuo dell'on line? Il Download dei materiali didattici è di certo la soluzione più semplice: le lezioni devono essere suddivise in moduli e inserite nella rete, collegandosi alla quale sarà possibile scaricarli agilmente (reperimento del materiale suddivisione per moduli, creazione di attachments).
Tale soluzione pone alcuni problemi:
1. da dove fruiranno gli alunni i diversi materiali?
2. se gli alunni devono seguire un itinerario stabilito, come vincolare l'ordine di lettura dei vari materiali?
Divengono necessari: una bacheca elettronica che permetta l'accesso ai materiali, un tutor che inserisca di volta in volta i materiali da studiare. La bacheca elettronica può servire anche come:
· punto di snodo per altre attività (lì si trovano i collegamenti a: forum, chat, link utili, posta elettronica)
· comunicazioni sulle altre attività in aula (cambiamenti, avvisi, scadenze)
· accesso a possibili verifiche (test)
La bacheca diverrebbe così il portale d'ingresso del corso. Il tutor invece può assumere una funzione di personalizzatore del percorso formativo. Come? Avvalendosi di strumenti come: e-mail (feed-back valutativi sui test interattivi), mappatura delle competenze. La mappatura delle competenze può essere trasferita on line? Punto importante: è possibile fare della rete un laboratorio: è possibile esercitarsi in gruppo on line, ad es. con una chat moderata.
In sintesi, potenzialità della formazione a distanza:
· la teoria può essere trasferita nella rete
· ma la rete può divenire anche il luogo di personalizzazione del percorso formativo, lasciando all'aula il momento di verifica delle competenza acquisite
· la rete può anche costituirsi come laboratorio di esperienze pratiche di gruppo grazie a strumenti semplici (chat).
Un giovane studente su due (il 51%) studia tanto sul libro di testo quanto sul materiale scaricato da internet, mentre solo il 41% utilizza solo il libro di testo. Questo è quanto emerge dalla recente indagine "Studiare con il PC: un'indagine AIE Docet", sulle modalità di utilizzo che i giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni fanno delle tecnologie per studio e ricerca, pubblicata sul sito jobonline.
L’indagine, di tipo quali-quantitativo è stata effettuata su un campione rappresentativo di mille ragazzi tra i 14 e i 24 anni.
Dai risultati della ricerca si evidenzia che la tecnologia è entrata prepotentemente a far parte del mondo della scuola.
Il 63% degli studenti utilizza sia il PC sia i tradizionali quaderni per le attività scolastiche, contro il 27% di chi usa solo il cartaceo.
Inoltre uno studente su due consulta sia il cartaceo sia internet o i cd rom come fonti per ricercare voci di enciclopedie, dizionari ecc. e ben il 24% utilizza, a tal fine, solo i supporti tecnologici, contro solo l'11% di chi si affida solo alla carta per svolgere tali attività.
Internet è considerato quindi “l'enciclopedia per eccellenza”, sempre disponibile, utilizzata soprattutto per la ricerca e gli approfondimenti, considerata come una fonte inesauribile di sapere su più livelli, dove si può trovare veramente di tutto.
Il tempo dedicato allo studio con gli strumenti tecnologici rappresenta circa un terzo (28%) del tempo complessivo trascorso per lo studio individuale, soprattutto tra i 22-24enni (31%) e tra gli studenti lavoratori (36%) che frequentano l'università (21%).
La tecnologia è oggi un fondamentale supporto allo studio: un ragazzo su due dichiara di impegnare 3,5 ore del proprio tempo, in una settimana, per studiare su materiale scaricato da internet.
Circa l’uso dei motori di ricerca o per la consultazione di enciclopedie e dizionari, la rete batte tutti i concorrenti cartacei e anche quelli su cd rom o dvd, sia in termini di percentuali di utilizzo (61% contro il 60% di chi consulta il cartaceo e il 46% di chi utilizza i cd-rom), sia in termini di media ore dedicate (3,2 per la consultazione via internet, 2,9 tramite il cartaceo, 2,3 su cd rom e dvd).
Dati importanti che rivelano un mutamento di approccio allo studio e quindi alla formazione, l’evoluzione di un utenza che può portare, forse in un non lontano periodo, a uno sviluppo dell’e-learning e in generale dei supporti multimediali per la formazione.

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