ISTRUZIONE E DIGITAL LEARNING.
di Giuseppina D’Auria
gdauria@hotmail.com
Le regole, i codici e i valori che Internet porta con sé devono essere considerati attentamente alla luce dei cambiamenti introdotti nella vita di tutti i giorni di un numero sempre crescente di persone. Anche il campo della formazione non può sottrarsi a questo confronto. Anzi, il suo compito pare ancora più oneroso, essendo sollecitato da un duplice ordine di interrogativi:
1. Quali sono i parametri che la rete impone come nuovi criteri di riferimento e che una volta accettati consentono di stabilire il proprio itinerario formativo?
2. Quali nuove modalità di approccio alla realtà sono state introdotte con la diffusione della rete?
1) Procedendo con ordine, il mondo dell'educazione deve raffrontarsi con il superamento dei vincoli
• spaziali.
• temporali.
• economici.
Internet e il PC consentono al fruitore la scelta dei tempi di apprendimento, l'abbattimento dei costi di spostamento, l'accesso alle informazioni da qualsiasi luogo collegato alla rete. Il vantaggio competitivo di un'impresa on line può essere misurato in termini di motivazione, bene tanto più prezioso in un ambito, quale quello della formazione, penalizzato dal disequilibrio iniziale tra la scarsa consapevolezza dei benefici acquisibili e il peso reale dei costi.
2) D'altro canto le nuove parole d'ordine che Internet ha portato alla ribalta sono: ibridazione, contaminazione, dinamicità, interattività. I problemi posti da un'offerta abnorme circoscrivono così il campo della sfida e, quindi, della concorrenza:
• concisione.
• visibilità.
• elevata ergonomicità.
• tempestività della risposta.
• necessità di un orientamento nel mare magno di un'offerta tanto vantaggiosa quanto claustrofobica.
L'interrogativo fondamentale a questo punto è: la formazione può raccogliere la sfida lanciata dalla rete senza snaturare la propria natura? In altre parole, la formazione deve tentare di dare una risposta ad alcuni problemi concreti: • È possibile creare in rete lo stesso ambiente di lavoro dell'aula? • Che funzione deve avere l'on-line? Deve essere un semplice prolungamento delle attività principali che comunque sono dominio esclusivo dell'aula? • E, se sì, come prescindere proprio dallo strumento (Internet) responsabile proprio di quel cambiamento che interessa il mondo della formazione delle competenze? Ciò che si suggerisce è di pensare a una formazione in simbiosi ai cambiamenti in atto. Se è vero, difatti, che il modo di scrivere in chat è radicalmente diverso da quello "face to face" non si può prescindere dal constatare come questa nuova modalità di comunicazione sia all'origine di un diverso modo di e di concepire e gestire le relazioni umane. Del resto è necessario non dimenticare i vantaggi della formazione tradizionale, così esemplificati da Davide Biolghini: comunicazione faccia a faccia docente-allievo e allievo-allievo; risposta a richieste di chiarimento in tempo reale; interazione di tipo affettivo. Pare difficile prescindere ragionevolmente da questi aspetti, ma è altresì stimolante tentare di immaginare come la formazione on line possa reinventare queste esigenze:
• L'interazione on line assume i contorni di una nuova figura: il Tutor on line. Tramite una bacheca elettronica comunica alla classe gli appuntamenti, le esercitazioni, le scadenze e l'itinerario da seguire. Tramite la posta elettronica è in costante contatto con ciascun partecipante e ne conosce le diverse esigenze e difficoltà.
• La sfida all'affettività in rete passa attraverso la personalizzazione dei contenuti formativi. Gli strumenti per raggiungere quest'obiettivo sono la mappatura delle competenze iniziali, i test interattivi per misurare l'efficacia dell'apprendimento, la guida al percorso di apprendimento proposta dal tutor. Scommettere sulla formazione on line significa puntare sulla personalizzazione. Semplici strumenti come:
• il forum (come occasione di socializzazione tra alunni-alunni e tra alunni e insegnante/tutor)
• la chat (come laboratorio di esercitazioni collettive sincrone).
• il download dei moduli didattici (che consente il frazionamento e la fruibilità in ogni momento).
• la bacheca elettronica (con funzioni di "piazza", di punto d'incontro, di fidelizzazione e di snodo delle varie attività).
• l'e-mail (per un contatto continuo con gli alunni).
• le verifiche (per una costante calibratura dell'argomento).
• il monitoraggio delle varie attività (per un controllo dell'efficacia formativa),
sembrano essere le strade che la formazione deve percorrere affinché il serbatoio dell'intelligenza collettiva sia "lo stesso per tutti e al contempo differente per ciascuno".
Il formatore fad si pone alcuni interrogativi sul ruolo che deve assumere lo spazio on line nell'economia dei corsi da erogare. Interrogativi di base: di quali strutture di base dispone l'ente erogatore (necessità del confronto con le attività rese possibili dal software di base e/o dalla piattaforma tecnologica). Che dotazione è richiesta agli studenti? Che grado di alfabetizzazione informatica devono possedere? Qualora non ne posseggano a un grado adeguato l'ente fornisce le conoscenze mancanti? In aula? Per quante ore? Quale impiego facile e proficuo dell'on line? Il Download dei materiali didattici è di certo la soluzione più semplice: le lezioni devono essere suddivise in moduli e inserite nella rete, collegandosi alla quale sarà possibile scaricarli agilmente (reperimento del materiale suddivisione per moduli, creazione di attachments).
Tale soluzione pone alcuni problemi:
1. da dove fruiranno gli alunni i diversi materiali?
2. se gli alunni devono seguire un itinerario stabilito, come vincolare l'ordine di lettura dei vari materiali?
Divengono necessari: una bacheca elettronica che permetta l'accesso ai materiali, un tutor che inserisca di volta in volta i materiali da studiare. La bacheca elettronica può servire anche come:
• punto di snodo per altre attività (lì si trovano i collegamenti a: forum, chat, link utili, posta elettronica).
• comunicazioni sulle altre attività in aula (cambiamenti, avvisi, scadenze).
• accesso a possibili verifiche (test).
La bacheca diverrebbe così il portale d'ingresso del corso. Il tutor invece può assumere una funzione di personalizzatore del percorso formativo. Come? Avvalendosi di strumenti come: e-mail (feed-back valutativi sui test interattivi), mappatura delle competenze. La mappatura delle competenze può essere trasferita on line? Punto importante: è possibile fare della rete un laboratorio: è possibile esercitarsi in gruppo on line, ad es. con una chat moderata.
In sintesi, potenzialità della formazione a distanza:
• la teoria può essere trasferita nella rete
• ma la rete può divenire anche il luogo di personalizzazione del percorso formativo, lasciando all'aula il momento di verifica delle competenze acquisite
• la rete può anche costituirsi come laboratorio di esperienze pratiche di gruppo grazie a strumenti semplici (chat).
Un giovane studente su due (il 51%) studia tanto sul libro di testo quanto sul materiale scaricato da Internet, mentre solo il 41% utilizza solo il libro di testo. Questo è quanto emerge dalla recente indagine "Studiare con il PC: un'indagine AIE Docet", sulle modalità di utilizzo che i giovani di età compresa tra i 10 e i 24 anni fanno delle tecnologie per studio e ricerca, pubblicata sul sito jobonline.
L’indagine, di tipo quali-quantitativo è stata effettuata su un campione rappresentativo di mille ragazzi tra i 14 e i 24 anni. Dai risultati della ricerca si evidenzia che la tecnologia è entrata prepotentemente a far parte del mondo della scuola. Il 63% degli studenti utilizza sia il PC sia i tradizionali quaderni per le attività scolastiche, contro il 27% di chi usa solo il cartaceo.
Inoltre uno studente su due consulta sia il cartaceo sia internet o i cd rom come fonti per ricercare voci di enciclopedie, dizionari ecc. e ben il 24% utilizza, a tal fine, solo i supporti tecnologici, contro solo l'11% di chi si affida solo alla carta per svolgere tali attività.
Internet è considerato quindi “l'enciclopedia per eccellenza”, sempre disponibile, utilizzata soprattutto per la ricerca e gli approfondimenti, considerata come una fonte inesauribile di sapere su più livelli, dove si può trovare veramente di tutto.
Il tempo dedicato allo studio con gli strumenti tecnologici rappresenta circa un terzo (28%) del tempo complessivo trascorso per lo studio individuale, soprattutto tra i 22-24enni (31%) e tra gli studenti lavoratori (36%) che frequentano l'università (21%).
La tecnologia è oggi un fondamentale supporto allo studio: un ragazzo su due dichiara di impegnare 3,5 ore del proprio tempo, in una settimana, per studiare su materiale scaricato da Internet.
Circa l’uso dei motori di ricerca o per la consultazione di enciclopedie e dizionari, la rete batte tutti i concorrenti cartacei e anche quelli su cd rom o dvd, sia in termini di percentuali di utilizzo (61% contro il 60% di chi consulta il cartaceo e il 46% di chi utilizza i cd rom), sia in termini di media ore dedicate (3,2 per la consultazione via internet, 2,9 tramite il cartaceo, 2,3 su cd rom e dvd).
Dati importanti che rivelano un mutamento di approccio allo studio e quindi alla formazione, l’evoluzione di una utenza che può portare, forse in un non lontano periodo, a uno sviluppo dell’e-learning e in generale dei supporti multimediali per la formazione.
La grande sfida della scuola del nuovo millennio consiste nella costruzione di percorsi efficaci,
orientati a conciliare i saperi disciplinari con lo sviluppo di competenze trasversali e di cittadinanza.
Se da un lato occorre riformulare l’assetto teorico che per molti decenni ha ispirato la professione docente (dalla modalità trasmissiva alla centralità delle discipline), dall’altro è indispensabile misurarsi con la quotidiana pratica del “fare scuola”, accogliendo un alto livello di flessibilità, perseguendola costante partecipazione dei discenti, ripensando la separazione tra apprendimento formale, informale e non formale.
Prendendo spunto dalle più aggiornate riflessioni teoriche sulle competenze del XXI secolo, s’intende offrire alcune indicazioni pratiche metodologiche per rafforzare la didattica delle competenze attraverso le discipline, in un’ottica di valorizzazione della progettualità d’Istituto e della funzione docente.
Life long Learning ovvero Formare i giovani per delle professioni che ancora non esistono «In molte industrie e in molte nazioni, le occupazioni e le specializzazioni maggiormente richieste non esistevano fino a dieci o persino cinque anni fa; questo ritmo tende ad accelerare. In base ad una stima approssimativa, il 65% dei bambini entrati oggi nella scuola primaria, intraprenderà professioni che oggi non esistono.» (World Economic Forum).
La complessità richiede uno sforzo maggiore nell’azione educativa, tale da porre l’esperienza al centro del processo di apprendimento. Insegnare a vivere significa andare oltre la trasmissione della conoscenza, cercando di contenere il rischio dell’errore, della parzialità, dell’illusione.
Legare pensieri e saperi, per superare la barriera dell’incomprensione tra esseri umani e per apprendere a riconoscere l’altro. Etica del dialogo come prassi educativa.
Il riconoscimento dell’Autonomia Scolastica (DPR 275/1999) ha offerto strumenti importanti per rispondere alla necessità di lettura dei bisogni richiesta dall’era della complessità. L’azione progettuale delle scuole consente di costruire dei percorsi formativi efficaci, nei quali è realmente possibile integrare saperi e conoscenze, pensiero ed esperienza, partendo dall’analisi del contesto
ove si sta operando.
Attraverso una modalità di lavoro collaborativa (ispirata al team building), la scuola può realmente agire come comunità educante, trasformandosi in un laboratorio didattico permanente in cui prevalgano – come valori aggiunti – i principi della trasversalità e della sperimentazione.
«La capacità di individuare il senso, narrarlo e condividerlo trova solide fondamenta soltanto quando di fonda su un insieme di conoscenze multidisciplinari, intuito e creatività in grado di cogliere tendenze, segnali e aspetti di comportamenti apparentemente distanti tra loro. È questo insieme di know-how che riesce a trovare soluzioni a problemi nuovi e complessi spesso in modo veloce ed
efficace». Lavorare per competenze, a tutti i livelli, significa acquisire una visione aperta della didattica, che tenga conto in modo continuo dei legami esistenti tra le varie aree dell’apprendimento e tra le discipline, senza sottovalutare l’aspetto emotivo come parte sostanziale del processo di apprendimento. Le otto competenze chiave di cittadinanza (Raccomandazione del Parlamento Europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006) relativa a competenze chiave per l'apprendimento permanente (2006/962/CE) introducono una visione dinamica dell’apprendimento, aperta al contesto e non più strutturata sulla centralità delle discipline. Le Indicazioni per il Curricolo (2007) declinano tre ambiti interrelati: Costruzione del Sé; Sviluppo delle Relazioni; Interazione con la realtà naturale e Sociale. Negli anni successivi, la riflessione sulle competenze di cittadinanza si articola e si arricchisce, ampliando l’orizzonte e le aree di applicazione ritenuti essenziali per lo sviluppo della persona.
Bibliografia – Sitografia
D’Auria Giuseppina, RIVOLUZIONE DIGITALE NELLO STUDIO: TUTTI ALLA CORTE DI INTERNET! in OLTRENEWS.IT, ED. N 319 DELL’11/07/2007.
Morin Edgar, Scuola e complessità Insegnare a vivere. Manifesto per cambiare l'educazione, Raffaello Cortina, Milano, 2015.
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