La lotteria di beneficenza del Mar
Tirreno, ha come scopo quello di sostenere i progetti sociali di cinque
associazioni in rete e partenariato con la Fondazione Calabria Etica.
Servizi e operatori sociali non sempre hanno consapevolezza sulla
fondamentale importanza del lavorare all’insegna dell’integrazione e della
concertazione delle risorse disponibili. Non sempre si prende coscienza delle
tante possibilità di cura che possono provenire partendo dal "basso",
cioè, partendo dai bisogni effettivi del territorio, facendo "rete"
intorno al disagio sociale evitando, così, che possa trasformarsi in esclusione
sociale.
Le reti sociali sono al centro di un interesse crescente non solo da
parte di chi si propone di fare ricerche e studi approfonditi ma anche da parte
di chi opera e sperimenta le teorie sul "campo" - operatori sociali
in generale e assistenti sociali in particolare. Infatti, i professionisti
riscoprendo e valorizzando i reticoli sociali sono stimolati ad interagire con
essi affinché le situazioni di bisogno non siano risolte solo attraverso lo
sforzo tecnico e formale dei servizi ma anche attraverso l’azione congiunta di
altre relazioni di aiuto formali ed informali.
In generale per "networking" si intende quel processo
finalizzato a legare tra loro tre o più persone tramite "connessioni e catene,
significative, di relazioni interpersonali". In quanto tale, il lavoro di
rete non richiama un processo inventato negli ultimi anni ma è qualcosa che fa
parte della natura umana sin dalle sue origini, anche se "solo
adesso" lo si sta sempre più considerando come una possibile strategia di
intervento sociale.
Nel discorso sul lavoro di rete è significativo ricordare la distinzione
fra due tipi di sistemi di aiuto:
- formale
- informale.
Il primo è composto da assistenti
sociali, psichiatri, psicologi, educatori, medici e operatori sociali di vario
genere.
Il secondo sistema di aiuto è costituito da amici, parenti, colleghi di
lavoro, vicini di casa i quali possono incidere, in un certo qual modo, sulla
vita delle persone affinché queste possano soddisfare i loro bisogni
autonomamente.
La differenza tra i due sistemi risiede nel fatto che gli operatori che
svolgono una professione d’aiuto hanno delle competenze e utilizzano delle
tecniche che permettono loro di svolgere il proprio compito mentre i
natural-helper non hanno bisogno di strutturare il loro ruolo, in quanto,
agiscono spontaneamente diventando una preziosa risorsa naturale di self-help.
Questi due sistemi di aiuto - formale ed informale - si possono
considerare elementi essenziali del lavoro di rete. Lasciati a sé stessi i due
sistemi di intervento potrebbero andare uno contro l’altro non producendo,
sicuramente, benessere sociale. Dunque, il modo più efficace di utilizzare i
network sembra essere quello di coordinare gli interventi professionali con le
risorse naturali che ogni comunità possiede. Per questo i professionisti
dovrebbero accettare i natural-helper come validi collaboratori nella loro
azione. Vista la continua diminuzione di investimenti e finanziamenti, da parte
degli Stati moderni, nel campo dei servizi sociali, si rende sempre più
necessario un coordinamento ed una maggiore valorizzazione delle risorse
sociali che possono esistere in ogni comunità. Infatti, se è vero che i servizi
sociali continueranno a funzionare a singhiozzo a causa dell’incostante
sostegno dello Stato, è altrettanto vero che la fonte stabile di risorse è data
dai network naturali di aiuto.
Un’attività importante è l’esplorazione di rete; essa attiene
all’intervento di rete e, quindi, implica un punto di vista più operativo. Chi
svolge l’esplorazione di rete è un operatore sociale che interviene sul campo.
Egli per capire i reticoli ed approcciarli cerca di rappresentarli e
descriverli attraverso specifici indicatori, in funzione dell’ambiente e delle
peculiarità sociali che si presentano. L’obiettivo dell’esplorazione non è di
natura esclusivamente conoscitiva. Infatti, dal momento in cui l’operatore
sociale entra nella rete con le sue tecniche, con la sua stessa storia e i suoi
modi di essere produce una "forma" di intervento che ha un forte
impatto sia sui singoli sia sulla rete nel suo complesso.
Fra i diversi livelli di esplorazione è importante ricordare quello che
riguarda la natura delle reti presenti. A tal proposito si possono distinguere
i seguenti tipi di rete:
• reti primarie
• reti secondarie formali ed informali
• reti di terzo settore
• reti di mercato e reti miste.
La differenza fondamentale tra le diverse reti sta nel diverso
"medium" (o mezzo di scambio) attraverso il quale si realizzano i
rapporti tra i membri delle reti e tra una rete e le altre. Questi mezzi di
scambio possono essere: la reciprocità, il diritto, la solidarietà, il denaro o
un mix tra gli stessi mezzi.
In tutta l’attuale normativa nella
quale si tratta e assume rilevanza il binomio “salute e sicurezza”,
dalla tutela della salute del cittadino alla salvaguardia dell’incolumità
pubblica, dall’educazione al senso civico ed alle regole di vita sociale al
rispetto dell’ambiente ed all’uso del territorio, dal miglioramento delle
condizioni dei nuclei familiari disagiati al miglioramento delle condizioni di
salute e sicurezza negli ambienti di lavoro, dal rispetto per le nuove regole
in materia del codice della strada ai comportamenti coscienziosi da assumere
nella guida e in tutto ciò che comporta l’uso quotidiano dei dispositivi di
protezione individuale, ecc., ecc., incidono significativamente sull’andamento
e mutamento della vita sociale, poiché comporta un giudizio di riflesso, un’immagine
tangibile del suo grado di civiltà a seconda delle risposte che la comunità
consegue all’interno di queste tematiche, concretizzando un miglioramento o un
abbandono (o degrado) della qualità della vita urbana e sociale.
Ciò che risulta e risalta in maniera
importante è che, ogni norma per conseguire gli obiettivi attesi, sottolinea
incessantemente la necessità di promuovere e rafforzare la cultura della prevenzione, ovvero quell’istituto fondamentale attuabile
per ridurre i fenomeni di abbandono sociale, concretizzabile mediante campagne
di studio inerenti le tematiche precipue dei territori, promuovendo la
diffusione degli argomenti attraverso forme di educazione sociale,
didatticamente nelle scuole, coinvolgendo le famiglie, i genitori i ragazzi mediante
attività di sensibilizzazione particolareggiate, con l’obiettivo centrale di
mantenere integri e/o migliorare la qualità dell’ambiente, aumentando il senso
di appartenenza ad una comunità ed ai luoghi della vita quotidiana.
Sentirsi “sicuri” e “tutelati” è per
i cittadini un’esigenza primaria.
A
tale bisogno occorre dare risposte concrete promuovendo la sicurezza in tutte
le sue sfaccettature: sicurezza sociale, sicurezza stradale, sicurezza sul
lavoro, sicurezza sul territorio, rispetto dell’ambiente, conseguimento
dell’ordine pubblico, ecc.
Conseguire
tale finalità, necessita di una importante fase iniziale: la conoscenza del territorio e dei suoi bisogni, poiché il territorio
altri non è che la sede fisica delle risorse sulla quale ogni cittadino o
comunità attinge per soddisfare i propri
bisogni esistenziali.
Le singole attività progettuali sono
integrate in quanto condividono tematiche relative a:
Sicurezza e Legalità, Salute e
Prevenzione, Informazione e Formazione. Tutte sono basate su una propedeutica
analisi del fabbisogno territoriale e mirano a raggiungere la cittadinanza con
particolare attenzione alle nuove generazioni.
Nessun commento:
Posta un commento