di Giuseppina D’Auria
gdauria@hotmail.com
Svolgere una professione, o gestire un ruolo
sociale e immateriale, è un lavoro. Il concetto di lavoro è associato a quello
di fatica, sforzo, energia che viene spesa e deve essere reintegrata attraverso
una qualche forma di compenso. Ma esso è legato, anche, all'idea di competenza,
cioè di capacità prestazionale
finalizzata. Le scienze umane si sono, da sempre, molto occupate del lavoro
materiale e hanno, invece, investito poco nello studio del lavoro immateriale.
Da una parte, il lavoro immateriale creativo, intellettuale ed espressivo
(l'arte in genere) è sempre stato visto più come hobby, in quanto poco
associato alla fatica fisica, che come lavoro; dall'altra, il lavoro sociale è
stato considerato più una missione che un lavoro, a causa delle basse
competenze a esso associate. Il Secolo XX è stato il secolo dello sviluppo del
lavoro immateriale di massa. Sono aumentati, in modo progressivo, gli addetti e
i fruitori e, parallelamente, questo lavoro è andato sempre più legandosi al
compenso ed alle competenze. Il Secolo XXI segna il sorpasso del lavoro
immateriale su quello materiale. I lavoratori dell'immateriale prevalgono numericamente.
Il mercato dell'immateriale supera quello dei beni materiali. I compensi e le
competenze legate all'immateriale distaccano di parecchie lunghezze quelle del
settore materiale. Addirittura, in molti casi, la situazione è rovesciata: il
lavoro materiale è diventato per molti un hobby, legato a livelli modesti di
competenza; mentre alcuni ruoli sociali, da sempre legati alla sfera non
lavorativa (pensiamo al genitore, al cittadino, al volontario ecc.), sono
diventati un lavoro caratterizzato da un alto grado di fatica e dalla necessità
di sempre maggiori competenze. Per certi versi possiamo dire che anche essere
consumatore, fruitore, cliente, utente è diventato un lavoro, che richiede
fatica e competenze. Oggi i lavoratori dell'immateriale si trovano al centro della
rivoluzione della luce. Siamo in
presenza di un'ondata storica che vede il pianeta centrarsi sulle idee, le
immagini, le persone più che sui campi, le miniere, i pozzi di petrolio: i
lavoratori dell'immateriale da sempre privilegiano quelle su queste e, dunque,
si trovano nella condizione di essere l'avanguardia della trasformazione.
Proponiamo le seguenti riflessioni per rispondere ad una esigenza che in questa
fase riteniamo importante, quella del “fare ordine” ed anche perché costituiscono
l’orizzonte comune degli interventi di orientamento realizzati nelle varie
attività progettuali, rappresentando una base condivisa circa concetti ed
impianto delle azioni di orientamento.
La modalità
stessa con cui queste riflessioni vengono presentate, volutamente non concettose, utilizzando talvolta un
linguaggio evocativo e metaforico, consente di considerarle indicazioni di
massima, un canovaccio da confrontare con gli interventi sviluppati e da
sviluppare.
Si riportano di seguito le tre grandi categorie che caratterizzano l’orientamento in rapporto a specifici centri di interesse, legati a diversi fasi di transizione.
Si riportano di seguito le tre grandi categorie che caratterizzano l’orientamento in rapporto a specifici centri di interesse, legati a diversi fasi di transizione.
Esse devono
inserirsi in un approccio di tipo globale e continuo (lifelong guidance), le differenze riguardano il centro d’interesse
e la misura in cui si occupano di:
·
orientamento
scolastico in relazione alle scelte nel campo degli studi;
·
orientamento
professionale in relazione alle scelte professionali e all’inserimento nel
mondo del lavoro;
·
orientamento
personale e sociale in relazione agli aspetti personali e sociali
(difficoltà relazionali e comportamentali, di rapporto ambientale, ecc.).
I servizi
(intesi come complesso di azioni tese al soddisfacimento dell’utente) offerti
nell’ambito dei diversi approcci sopra citati possono ulteriormente articolarsi
secondo la classica triripartizione: informazione, Formazione e Consulenza.
L’Informazione
è vocata a fornire indicazioni utili per il proseguimento degli studi o per la
scelta professionale attraverso guide, pubblicazioni, banche dati, mass media.
La Formazione ha lo scopo
di aumentare - attraverso percorsi modulari di orientamento -
la conoscenza di sé, sostenere e rafforzare l'individuo nelle fasi di
transizione (empowerment).
La Consulenza si
propone di aiutare - attraverso colloqui individuali o per piccoli gruppi - a
fare il punto su di sé, sulla propria situazione formativa o lavorativa e a
predisporre un progetto professionale.
L’area dell’informazione
concerne il servizio di
accoglienza, che si realizza attraverso un primo colloquio, finalizzato
a introdurre l’utente ai servizi offerti dalla struttura ed a pervenire ad una
prima definizione del quadro dei suoi bisogni.
Con il termine
servizi/prodotti di informazione si indica l’insieme strutturato di azioni e
mezzi attraverso i quali gli utenti accedono e fruiscono di indicazioni utili
al proprio processo di orientamento. Fra questi alcune specifiche articolazioni
sono le Guide, pubblicazioni specifiche,
banche dati, Sportelli informativi (Consultazione autonoma o guidata) e Organizzazione di incontri pubblici e
conferenze con esperti.
L’area della formazione ha attinenza con il
servizio di formazione orientativa, che è costituito dalla progettazione ed
erogazione di interventi formativi o di momenti strutturati e guidati di
inserimento lavorativo, per specifici target di utenza, finalizzati allo
sviluppo di capacità cognitive ed abilità legate ai processi di scelta ed alla
raccolta ed analisi degli elementi del contesto ambientale di riferimento (es.
sistema formativo, mercato del lavoro, professioni, aziende, etc.).
Tale
area è il campo di applicazione privilegiato dei centri di formazione
professionale, anche se la trasformazione in corso degli stessi come agenzie
formative li vede sempre più impegnati - anche nelle aree successivamente
descritte di consulenza e di sostegno - all’inserimento lavorativo. In
particolare, la loro stretta cooperazione con le imprese - al fine di
realizzare stages, come specifici
periodi di alternanza nell’ambito di un corso di formazione professionale - li
candida come principali promotori delle nuove modalità di tirocini orientativi
e formativi.
L’area della consulenza esplicita il servizio di
consulenza orientativa, che si realizza fondamentalmente mediante un colloquio
di sostegno orientativo che può essere individuale e/o di gruppo. La finalità è
soprattutto esplorativa e i contenuti principali riguardano l’immagine di sé e
il potenziale individuale, il rapporto del soggetto con l’esperienza formativa
e l’esperienza di lavoro.
Una
modalità particolare di consulenza orientativa è costituita dal bilancio di
competenze, percorso di consulenza individuale rivolto a destinatari adulti con
un bagaglio di esperienze e di competenze professionali e finalizzato alla
realizzazione di un progetto professionale in una prospettiva di cambiamento e
di sviluppo di carriera.
Tale
consulenza si articola in colloqui individuali, laboratori di gruppo e attività
di approfondimento personale. Un punto chiave è la valutazione delle competenze
acquisite e la messa a punto di un portafoglio di competenze.
Il
counselling presenta molti punti di
analogia con la consulenza orientativa: lavora su contenuti analoghi, si
caratterizza come relazione d’aiuto, prevede una restituzione finale all’utente.
Il
counselling può essere condotto solo
da esperti con una specifica formazione nell’ambito psicologico, in quanto
interviene su aspetti legati alla personalità del soggetto.
I servizi a sostegno dell’inserimento lavorativo sono finalizzati a supportare il soggetto nella ricerca di opportunità di lavoro e di inserimento lavorativo o nella creazione di attività autonoma e si caratterizzano come servizi di confine rispetto all’orientamento e alla formazione. Fra questi possiamo segnalare:
I servizi a sostegno dell’inserimento lavorativo sono finalizzati a supportare il soggetto nella ricerca di opportunità di lavoro e di inserimento lavorativo o nella creazione di attività autonoma e si caratterizzano come servizi di confine rispetto all’orientamento e alla formazione. Fra questi possiamo segnalare:
·
Supporto
nella ricerca di lavoro
·
Tutoring per l’inserimento lavorativo
·
Orientamento
e consulenza per la creazione di impresa.
Tra soggetti con
caratteristiche diverse e in varie fasi della vita, l’orientamento sta assumendo tanta rilevanza per l’aumento e la
diffusione che stanno avendo i momenti di passaggio e di transizione tra
formazione e lavoro; l’alternanza tra lavoro/ non lavoro, tra lavoro
dipendente/lavoro autonomo e la necessità e/o opportunità di cambiare settore
economico e livello professionale.
Rispetto alle attività o servizi
che un centro svolge, l’orientamento si
può configurare come:
-
servizio autonomo rivolto a raggruppamenti omogenei, a
singoli soggetti, o a raggruppamenti diversificati;
-
modulo autonomo rispetto alla formazione
professionalizzante;
-
modulo trasversale al percorso formativo (iniziale, in
itinere, finale);
-
modulo propedeutico ad un percorso mirato alla
creazione d’impresa.
L’attività di orientamento é
fondamentalmente una azione a sostegno di una scelta consapevole ed
autonoma rispetto ad un personale percorso di formazione/lavoro.
La consapevolezza é intesa
come conoscenza delle condizioni soggettive (conoscenza di sé, dei propri
interessi, curiosità, disponibilità, abilità e competenze); delle condizioni
oggettive (mercato del lavoro, mappa delle opportunità formative e di lavoro di
un determinato territorio e/o una determinata area professionale).
Sarebbe opportuno collocare al centro del
processo di orientamento i soggetti; le relazioni di questi tra loro; le
relazioni con la comunità ed i contesti di riferimento.
Non esistono per
l’attività di orientamento soluzioni precostituite ne é possibile trovarne
fuori dalla dinamica relazionale tra Soggetti e Comunità. Il percorso si caratterizza come
ricerca della congruenza tra le condizioni oggettive e quelle soggettive e
quindi alla fattibilità del percorso professionale di ciascuno.
Bisognerebbe strutturare un
percorso a partire da sé, dalla conoscenza delle proprie potenzialità e di come
queste possono essere spese in termini professionali, nel mondo, facendo un’analisi e lettura critica degli ambiti e dei
contesti di riferimento. Segue l’attivazione del progetto, il ritorno a sé, la verifica della
propria motivazione ai diversi ambiti professionali e lavorativi, lo sviluppo/rafforzamento
dell’assertività, lo sviluppo/rafforzamento
della decisionalità, lo studio di
fattibilità sulla soluzione dei problemi e/o delle alternative emerse, l’elaborazione
di un progetto (formativo lavorativo professionale).
Il progetto che si propone prevede
una serie di step e cosa può essere basato almeno su tre modalità di azione; prevede:
·
forma del lavoro
·
area professionale
·
settore
·
ruolo
e si basa:
·
sulla continuità
·
sul cambiamento misurato
·
sul cambiamento radicale
Le attività che si possono svolgere nell’ambito di un servizio sono l’accoglienza/prima
informazione, l’informazione personalizzata, il colloquio/ consulenza, la progettazione
di itinerari individualizzati di formazione/lavoro, la gestione e tutoraggio
per stage e la conduzione di gruppi di orientamento (mirati, di breve durata); conduzione
attività di bilancio di competenze e self-assement
conduzione di
gruppi di “job club”.
I contenuti di massima di un percorso di orientamento possono essere i
seguenti:
- analisi delle proprie competenze, capacità, abilità, desideri e risorse.
·
per i soggetti adulti e/o soggetti che hanno
avuto diverse esperienze di vita e di lavoro,l’analisi si può articolare in un
recupero, riconoscimento e valorizzazione di risorse, abilità ed energie
ricavabili dalle precedenti esperienze e trasferibili in altri contesti;
·
studio/conoscenza della domanda ed offerta di
lavoro in specifici settori economico produttivi;
·
analisi delle diverse aree e profili
professionali;
·
acquisizione e/o rafforzamento di alcune
competenze trasversali: comunicazione, relazionalità, progettazione,
organizzazione e documentazione;
·
acquisizione di tecniche di ricerca del lavoro,
redazione di curricula mirati e gestione dei colloqui di lavoro;
·
elaborazione di un piano personale di sviluppo
professionale coerente e consapevole.
Gli approcci metodologici auspicabili sono i seguenti. Facendo
riferimento alle buone pratiche esperite a livello nazionale ed internazionale,
si propongono alcune linee metodologiche di base che potranno venire adattate
ai diversi soggetti:
- attivazione di situazioni ricavate da esperienze concretamente vissute e che, soprattutto per i soggetti femminili, diano rimandi significativi sulle loro risorse;
·
rilevanza all’aspetto relazionale nei gruppi di
lavoro per rafforzare una delle competenze di tipo trasversale più importanti;
·
attenzione a ciò che i soggetti femminili
pensano e dicono (attenzione al linguaggio, a non incorrere in stereotipi
sessisti);
·
approcci di tipo esperienziale in grado -
soprattutto per i soggetti più in difficoltà, più deboli - di favorire
l’autostima;
·
sviluppo delle capacità di individuare problemi
e di realizzare studi di fattibilità per la soluzione degli stessi;
·
approcci operativi che consentano lo sviluppo
dell’assertività;
·
utilizzo di metodologie che implichino il
coinvolgimento attivo dei soggetti, poiché la sicurezza di sé si rafforza nel
provarsi e nel padroneggiare se stessi in situazione;
·
favorire situazioni nuove, in cui si possano
sperimentare successi; proporre - nelle testimonianze, nella documentazione e
nelle équipe di riferimento - figure femminili autorevoli, per favorire il
superamento di stereotipi sessisti nei soggetti maschili (donne sesso debole,
uomini sesso forte) e la proposizione di modelli di riferimento positivi per i
soggetti femminili.
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