Indicatori e descrittori: Indicatore -Dimensione dell’indagine
1) Quantitativa - Quando le informazioni che sono alla base dell’indagine si presentano in forma di dati numerici. L’indicatore è un dato numerico, con un alto contenuto informativo, che ha la funzione di mettere in evidenza ("indicare") in modo molto sintetico una determinata situazione (fenomeno,
concetto ecc.). Vantaggi: per esempio, ci consente di valutare non solo un determinato fenomeno ma di metterlo in relazione, compararlo ad altri dati ad esso correlati.
Esempio: il dato che esprime il rapporto insegnanti-allievi, poniamo 1/30, assume un certo significato se è riferito ad un paese che ha un reddito annuo pro capite di 300$ ne assume un altro se il reddito
annuo pro capite del paese a cui si riferisce è di 30.000$. Vantaggi: consentire varie e numerose manipolazioni (elaborazione statistica dei dati, calcolo degli indici ecc.). Inoltre consentono di riferirsi a dimensioni diverse dei fenomeni che contribuiscono a rappresentare e a conoscere.
Esempio: nei rapporti OCSE sull'educazione gli indicatori possono riferirsi alla dimensione demografica (per esempio, la popolazione di un paese per fasce d’età) o a quella economica (per esempio, la spesa annuale per allievo).
Esempi: Reddito pro capite espresso in dollari USA; tasso di mortalità infantile, tasso di dispersione scolastica; rapporto insegnante allievi; spesa annua per allievo; numero di laureati all’anno.
2) Qualitativa - Quando le informazioni si presentano sotto forma non numerica (cioè testuale e/o iconica). Il termine "indicatore" si riferisce ad una descrizione (basata sull'uso del codice alfabetico) di caratteristiche o di proprietà che hanno la capacità di rappresentare una determinata situazione (oggetto, fenomeno, concetto ecc.) In questo caso l’indicatore è un vero e proprio descrittore.
Esempio: "Il personale ausiliario concorre attivamente alla costruzione di un servizio educativo di qualità, partecipando anche alla discussione circa la Carta dei servizi della scuola per la propria parte e ad un processo di autovalutazione del servizio insieme al corpo docente … collabora in modo
paritetico all'ideazione e all'esecuzione del progetto pedagogico della singola sezione …coopera alla sua verifica e valutazione … prende parte al suo miglioramento”.
Analisi dell’esempio: Questa descrizione molto analitica costituisce di fatto un indicatore che ha lo scopo di accertare la presenza di una o più caratteristiche che riguardano la relazione che si è stabilita tra le diverse componenti della comunità scolastica (dirigente scolastico, docenti, famiglie, personale amministrativo, personale ausiliario ecc.). In qualche modo questa descrizione individua e mette in evidenza delle caratteristiche relazionali e organizzative che l’autore della descrizione ritiene indice di qualità. Essa individua delle azioni precise (6) in presenza delle quali si determina un processo di qualità. Più alto è il numero delle verifiche positive, più alto è il livello di qualità registrato.
Maggiore è la ricchezza della descrizione maggiore è la validità dell’indicatore, nel senso che una descrizione ricca rappresenta l’oggetto "indicato" con un alto grado di approssimazione. L’importanza degli indicatori qualitativi (basati cioè su una descrizione) è legata al fatto che nella
ricerca sociale non sempre tutto è riconducibile a grandezze quantitative, a dati numerici.
La descrizione proposta dall'indicatore può quindi riguardare un prodotto (per esempio, un livello di competenza linguistica dei bambini o un livello di soddisfazione dell’utenza), un processo (vedi l’esempio AVSI citato sopra) o un sistema (per esempio, il sistema scolastico di un paese),
può riferirsi in modo analitico a singole fasi del processo o in modo sintetico ad un aspetto ritenuto centrale nel processo o nel sistema.
Rischio di distorsione: Gli indicatori basati su descrizioni se da una parte consentono di sintetizzare
informazioni relative a processi e prodotti difficilmente riconducibili a dati numerici dall'altra si prestano a distorsioni di significato, soprattutto se la descrizione è basata su termini e/o espressioni ambigui, che presentano cioè un ampio margine d’interpretazione.
Per esempio, l’azione "prendere parte al miglioramento del progetto pedagogico della singola sezione" può manifestarsi in forme e intensità diverse (esprimendo un’opinione, partecipando ad una riunione, lavorando scrupolosamente secondo le consegne ricevute, intraprendendo una determinata azione ecc.). In casi come questo è necessario che tali strumenti siano utilizzati da personale adeguatamente preparato all'osservazione, allo scopo di contenere al massimo il rischio piuttosto alto di distorsione. L’indicatore può essere funzionale ad esplorare sia la dimensione qualitativa del micro-contesto (valutazione e autovalutazione di sezione, di scuola) sia la dimensione qualitativa e quantitativa del macro-contesto (qualità di sistema). La dimensione di micro-contesto non richiede necessariamente l’uso esclusivo di indicatori qualitativi (descrittori). Per esempio, il numero medio di bambini per insegnante o il numero di ore settimanali del servizio costituiscono dati numerici importanti per comprendere la realtà della scuola e, messi in relazione con altri dati, per apprezzare il livello qualitativo del servizio erogato.
Standard di qualità: La specificazione "di qualità" circoscrive la funzione descrittiva dell’indicatore all'ambito specifico della qualità, in particolare alle caratteristiche e/o alle proprietà che un servizio o un prodotto debbono possedere perché siano considerati di qualità. Questo naturalmente rimanda al concetto di qualità e a quello di standard, cioè alle caratteristiche che un gruppo autorevole di soggetti ritiene indispensabile perché un prodotto o un servizio possa essere considerato di qualità.
Nel caso dell’espressione "standard di qualità" l’enfasi è posta sul termine "standard". Il termine inglese "standard" (insegna) deriva dal francese ”étendart" (stendardo) e si riferisce in primo luogo alla bandiera o vessillo che veniva agitata per orientare i soldati in battaglia. Insomma, si tratta di un punto di riferimento che ha la funzione di orientare chi agisce in un determinato settore, di incoraggiarlo ad uniformarsi ad un determinato modello.
Oggi nel linguaggio comune il termine standard indica pertanto un livello qualitativo, un insieme di norme destinate ad uniformare le caratteristiche di fabbricazione o di erogazione di un determinato prodotto o servizio. La qualità, d’altra parte, è un concetto
relativo, nel senso che può essere definito da diversi punti di vista (insegnante, bambino, genitore, dirigente scolastico, amministratore locale, ricercatore ecc.) e quindi in base a interessi e sensibilità
diversi. Di conseguenza perché un concetto di qualità e i relativi standard possano essere applicati efficacemente ad un determinato contesto è necessario che tutti gli attori che vi operano ne condividano i significati. Gli standard di qualità "dovrebbero essere definiti in termini di requisiti essenziali per il funzionamento dell’istituzione e come garanzia, da parte di chi gestisce la scuola,
del soddisfacimento delle condizioni per assicurare una qualità di base. La nozione di qualità va interpretata nella scuola dell’infanzia in riferimento alle condizioni dell’educare che influenzano in modo determinante la crescita e lo sviluppo del bambino di tre-sei anni."
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