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domenica 20 settembre 2015

Persone competenti, analisi dei bisogni.


Oggi, più di ieri, alla persona è richiesto di guadagnare un sapere della vita e per la vita, per conquistare la capacità di esistere bene, e l’educazione deve impegnarsi a promuovere e coltivare alcune formae mentis per rendere la persona esistenzialmente competente, in grado di affrontare e vivere il tempo presente e futuro in maniera autentica e responsabile.

Il cambiamento epocale che stiamo vivendo in tutti i settori della nostra vita impone una rivisitazione del concetto di pedagogia. Mentre ci aspettiamo un cambiamento dall'alto, cioè dalle istituzioni, ci accorgiamo che esso è già in atto da tempo grazie al pionierismo di tante persone di buona volontà che hanno a cuore il destino dei propri figli e dell’umanità in genere.
Siamo in un momento di grande fermento, tutti pionieri di un nuovo modo di vedere e di vivere le cose.
Montessori, Steiner, Libertaria, Homeschooling, esperimenti vari in Italia e all’estero… sono tanti coloro che stanno già attuando la Nuova Pedagogia. Il prossimo passo sarà creare una Rete per incontrarsi fisicamente alle Tavole Rotonde che organizzeremo ovunque per darci l’un l’altro sostegno in questo straordinario momento di transizione per unire le forze e attuare una riforma scolastica basata su un vero lavoro di intelligenza collettiva.
Chi educa, è perennemente coinvolto all'interno di un pensiero progettuale il cui centro è la Persona. Come un moderno Mentore deve impossessarsi dell’antica arte del “segnare”, indicare vie possibili, fornire modelli, dare forma, ipotizzare anche l’inimmaginabile, slanciarsi con curiosità nei territori dello stupore e dell’incanto attraverso un agire maieutico, espulsivo. Un educatore (un curante, un insegnante) proprio per la nobiltà di questo mandato, non può arrestare il proprio pensiero immaginativo, il proprio pensiero prospettico, ma deve preoccuparsi di nutrirlo, alimentarlo con continue immersioni rivitalizzanti e propulsive. Ma chi può aiutare colui che aiuta? E’ possibile costruire spazi di ricerca per accogliere una riflessione metaforica su di sé, per ri-attraversare la scelta originaria, sorvolando le motivazioni del proprio mandato ontologico?
La riflessione sull’efficacia di un processo formativo non può prescindere dall’attuale valore che si attribuisce al processo della conoscenza e di quelli che sono i suoi limiti. Conoscere non consiste in un metodo definito una volta per tutte e valido in ogni occasione: è, al contrario, un percorso che si traccia camminando, da soli, ma soprattutto con i nostri compagni di viaggio. Si tratta quindi di passare da un paradigma riconducibile alla scienza galileiana-cartesiana, a un processo bio-antropico che va oltre il metodo scientifico tradizionale ponendo l’attenzione sul sistema dei saperi dell’individuo, sulle sue relazioni con il mondo esterno e sulle pratiche e le tecniche messe a disposizione dalle attuali Scienze. I tempi sono ormai maturi per riconoscere che la formazione deve essere affrontata come un itinerario educativo sistemico in grado di valorizzare la interdisciplinarità, l’interdisciplinarità delle conoscenze e l’appartenenza dell’individuo ad una società intesa come sistema aperto e quindi dinamico, evolutivo ed auto-poietico. 
La copiosa letteratura sulla formazione ha finora dedicato scarso spazio al tema dell'analisi dei bisogni. Un argomento dove da un lato sembra prevalere un eccesso di semplificazione, dall'altro un eccessivo tecnicismo. Una situazione che nel complesso non ha giovato alla qualità della formazione ed inoltre non ha rafforzato la consapevolezza di formatori (educatori, insegnanti ecc.) sull'evidenza implicita che l'azione non può esimersi dal prendere autenticamente in carico i bisogni dei soggetti rispetto ai quali gli interventi formativi dichiarano esplicitamente di indirizzarsi.
Tuttavia il possesso dei valori fondamentali, necessari ad un esercizio responsabile della professione, non comporta un'automatica capacità di trasmetterli; la trasmissione dei valori etici è complessa, sofisticata, perché investe il colloquio tra generazioni e la parola e l'esempio sono ancora gli strumenti più efficaci,unitamente alla disciplina in senso lato. Per essere creativi non sono sufficienti doti individuali, come l’immaginazione, l’ingegno e il talento, ma occorre anche la capacità di mettere in pratica le proprie idee, di produrre qualcosa di nuovo e utile per sé e per gli altri, restituendo così un senso etico e relazionale all'agire creativo.
E' possibile una fenomenologia che rilegga e interpreti i temi dell’educazione (anche scolastica) indicando i principi generali della cura dei legami sociali, delle relazioni di cura e della narrazione? Avvertiamo la necessità di partire dall'esperienza effettiva, da come il mondo viene esperito dalle persone, poiché ogni formazione deve prendere le mosse da un precedente stato di non formazione. Nella varietà delle loro declinazioni, la formazione e l’educazione consistono nell'aprire la persona al possibile, e questo diventa anche il criterio per distinguere tra ciò che forma e ciò che deforma. In questa direzione si delinea, da un punto di vista fenomenologico, la distinzione tra persona e psiche, la struttura e il ruolo delle emozioni, i caratteri dell’esperienza dell’altro e i rapporti tra educazione, formazione e tradizione, in quanto temporalità che lega tra loro le generazioni. 
Le conoscenze da migliorare, le abilità e i comportamenti da modificare devono essere accuratamente progettati, comunicati e infine valutati per stabilirne l'effettiva acquisizione e la corretta applicazione nella vita quotidiana. L'attenzione alla competenza comunicativa, alle tecniche della progettazione e valutazione nonché a quelle dell'insegnamento e dell'apprendimento presentate tendono a far risaltare al meglio l'esperienza di ciascun individuo facilitando una rivisitazione critica della propria esperienza.
E' importante gestire al meglio le quattro fasi di un processo formativo: Audit iniziale, Progettazione, Erogazione e Misurazione dell'efficacia. Nella capacità di raggiungere risultati si riconosce un formatore di successo. 

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