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giovedì 15 febbraio 2018

Il sistema nazionale di valutazione scolastica per l'infanzia


Indicazioni per la compilazione del rapporto di autovalutazione della scuola dell’infanzia

Struttura del rapporto di autovalutazione
Il rapporto di autovalutazione è articolato in 5 sezioni. La prima sezione, Contesto e risorse, permette alle scuole di esaminare il loro contesto e di evidenziare i vincoli e le leve positive presenti nel territorio per agire efficacemente sugli esiti in termini di benessere e apprendimento dei bambini. Questi ultimi rappresentano la seconda sezione. La terza sezione è relativa ai processi messi in atto dalla scuola. La quarta sezione invita a riflettere sul processo di autovalutazione in corso e sull'eventuale integrazione con pratiche autovalutative pregresse nella scuola. L'ultima sezione consente alle scuole di individuare le priorità su cui si intende agire al fine di migliorare gli esiti, in vista della predisposizione di un piano di miglioramento.
1. Contesto e risorse
1.1. Modelli di offerta e tipologia di scuola dell’infanzia
1.2. Accesso al servizio e popolazione scolastica
1.3. Territorio e capitale sociale
1.4. Risorse economiche e materiali
1.5. Risorse professionali
2. Esiti in termini di benessere, sviluppo e apprendimento per i bambini
2.1. Risultati in termini di benessere dei bambini al termine del trienni
2.2. Risultati di sviluppo e apprendimento (incluse competenze di cittadinanza)
2.3. Risultati a distanza
3. Processi
o Pratiche educative e didattiche
3.1. Curricolo, progettazione, valutazione
3.2. Ambiente di apprendimento
3.3. Inclusione e differenziazione
3.4. Continuità e orientamento
o Pratiche gestionali e organizzative
3.5. Orientamento strategico e organizzazione della scuola
3.6. Sviluppo e valorizzazione delle risorse umane
3.7. Integrazione con il territorio e rapporti con le famiglie
4. Il processo di autovalutazione
5. Individuazione delle priorità
5.1. Priorità e Traguardi
5.2. Obiettivi di processo
Utilizzo delle domande guida
Le domande poste all'inizio di ciascuna area rappresentano uno stimolo per riflettere sui risultati raggiunti dalla scuola in quello specifico settore. Partendo dalla lettura dei dati, si chiede alla scuola di riflettere su
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quanto realizzato in ogni ambito, focalizzandosi specificatamente sui risultati raggiunti ed individuando punti di forza e di debolezza. Successivamente sarà possibile esprimere un giudizio complessivo sull’area, sintetiz-zato dall’assegnazione di un livello (vedi rubrica di valutazione).
Utilizzo degli indicatori
Gli indicatori messi a disposizione rappresentano un utile strumento informativo, se utilizzati all’interno di una riflessione e interpretazione più ampia da parte della scuola. Gli indicatori consentono alla scuola di con-frontare la propria situazione con valori di riferimento esterni. Pertanto gli indicatori contribuiscono a sup-portare il gruppo di autovalutazione per l'espressione del giudizio su ciascuna delle aree in cui è articolato il Rapporto di Autovalutazione. L'espressione del giudizio non deve derivare dalla semplice lettura dei valori numerici forniti dagli indicatori, ma dall’interpretazione degli stessi e dalla riflessione che ne scaturisce. D'al-tra parte è necessario che i giudizi espressi siano esplicitamente motivati in modo da rendere chiaro il nesso con gli indicatori e i dati disponibili.
Utilizzo della rubrica di valutazione
Per ciascuna area degli Esiti e dei Processi la scuola dovrà esprimere un giudizio complessivo, utilizzando una scala di possibili situazioni che va da 1 a 7. Le situazioni 1 (Molto critica), 3 (Con qualche criticità), 5 (Positiva) e 7 (Eccellente) sono corredate da una descrizione analitica. Le descrizioni non hanno la pretesa di essere una fotografia della situazione di ciascuna singola scuola. Esse servono piuttosto come guida per capire dove meglio collocare la propria scuola lungo una scala. Le situazioni 2, 4 e 6 non sono descritte e permettono di posizionare le scuole che riscontrano una corrispondenza tra la descrizione e la situazione effettiva solo in relazione ad alcuni aspetti. Per esempio la scuola può scegliere di indicare 4 se ritiene che la propria situa-zione sia per alcuni aspetti positiva (5) mentre per altri presenti qualche criticità (3). Per ciascuna area si chiede infine di motivare brevemente le ragioni della scelta del giudizio assegnato, indicando i fattori o gli elementi che hanno determinato la collocazione della scuola in uno specifico livello della scala.
Criteri per fornire una motivazione del giudizio assegnato
Al termine di ciascuna area degli Esiti e dei Processi è presente uno spazio di testo aperto, intitolato “Moti-vazione del giudizio assegnato”. In questo spazio si richiede alla scuola di argomentare il motivo per cui ha assegnato un determinato livello di giudizio nella scala di valutazione. Per la compilazione di questa parte si suggerisce di tenere conto dei seguenti criteri generali:
• Completezza - utilizzo dei dati e degli indicatori messi a disposizione centralmente (MIUR, INVALSI, ecc.) e capacità di supportare il giudizio individuando ulteriori evidenze e dati disponibili a scuola.
• Accuratezza - lettura dei dati e degli indicatori in un'ottica comparativa, confrontando la situazione della scuola con i valori di riferimento forniti (medie nazionali o regionali, andamento generale delle scuole di riferimento, ecc.).
• Qualità dell’analisi - approfondimento e articolazione della riflessione a partire dall’analisi dei dati disponibili. L'analisi è articolata quando non ci si limita a elencare i dati o a descrivere ciò che la scuola fa, ma i dati vengono interpretati tenendo conto della specificità del contesto, oppure si evidenziano i punti di forza e di debolezza dell'azione della scuola, o ancora si individuano aspetti strategici.
Glossario dei termini utili:
Glossario  
Progetto pedagogico – costituisce il documento in cui si definisce l’identità e la fisionomia pedagogica del servizio (o di un insieme di servizi), declinandone gli orientamenti e gli intenti educativi di fondo ed esplicitandone le coordinate di indirizzo metodologico. Il Progetto pedagogico rappresenta un documento d’impegni con il territorio e un piano generale di azione, contestualizzato e realizzabile, in cui sono precisate le finalità, i criteri e le modalità di organizzazione educativa del servizio.  
Progetto educativo – è il documento di pianificazione dell’attività educativa elaborato periodicamente da ciascun gruppo o sottogruppo di lavoro. Il progetto educativo traduce a livello operativo le intenzioni educative e le linee metodologiche definite nel Progetto pedagogico, descrivendo le ipotesi di lavoro concrete e flessibili che  verranno privilegiate in un periodo di riferimento (l’anno scolastico, alcuni mesi, ecc.). Il progetto educativo rappresenta, quindi, un piano di lavoro più o meno strutturato che può riguardare l’insieme delle proposte formative che vengono fatte da un servizio o da una singola sezione durante un anno scolastico, oppure alcuni percorsi più specifici di durata limitata o riferiti a determinate attività. I modi di definizione e sviluppo di un progetto educativo  
sono legati alle diverse forme di progettazione che vengono privilegiate all’interno dei servizi.  
Dimensione – è un elemento (che può essere declinato analiticamente in ulteriori aspetti più specifici, cioè sottodimensioni) che si considera come significativo per poter valutare le caratteristiche qualitative di un servizio. Definire le dimensioni vuol dire individuare quali aspetti devono essere analizzati per poter giudicare la qualità di un servizio.  
Criterio – i criteri di valutazione sono le idee di qualità in base alle quali si giudicano le caratteristiche di un servizio. I criteri sono riferiti alle varie dimensioni che sono state identificate. Se quindi, ad esempio, l’organizzazione dello spazio è una dimensione che si ritiene importante per poter valutare la qualità educativa di un servizio per l’infanzia, un criterio di valutazione può essere rappresentato dalla “differenziazione funzionale dello spazio”.  
Indicatore – è una variabile che, misurata, dà informazioni su un particolare fenomeno o situazione consentendo di verificare la realizzazione o il grado di realizzazione di un criterio. Il termine “indicatore” fa riferimento ad un dato numerico che possiede un alto contenuto informativo e che ha la funzione di mettere in evidenza  (“dare indicazioni”) in forma estremamente sintetica una determinata situazione; ad esempio, in relazione ad un possibile criterio di “vivibilità” dello spazio di un servizio educativo per l’infanzia, un indicatore potrebbe essere il “numero medio di mq per bambino”. Gli indicatori devono rispettare alcuni requisiti di ordine metodologico e di natura concettuale, in particolare devono essere rilevanti, cioè misurare una caratteristica importante della situazione che si vuole esaminare.  
Descrittore – quando la dimensione dell’indagine è qualitativa, al termine “indicatore” è più opportuno sostituire quello di “descrittore”. In questo caso ci si riferisce, infatti, ad “una descrizione (basata sull’uso del codice alfabetico) di caratteristiche o di proprietà che hanno la capacità di rappresentare una determinata situazione” (Cecconi, 2001); esempi di descrittori sono i contenuti delle voci in cui si articolano le scale di valutazione della qualità educativa del nido. Anche i descrittori precisano le evidenze che occorre rilevare per verificare il grado di realizzazione di un criterio.  


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