La
ricerca è stata condotta, a campione, su 14 contratti collettivi che
rappresentano significativamente sia la varietà di organizzazioni pubbliche e
private che erogano servizi socio-assistenziali, sia i diversi settori di
attività nei quali possono essere impegnati lavoratori che possono rientrare
nella categoria generale degli operatori sociali.
Dei
14 contratti collettivi analizzati, 10 disciplinano il rapporto di lavoro
dipendente presso strutture che operano nell’ambito più ampio dei servizi
sociali, sanitari, sociosanitari, socio-assistenziali, socio-educativi e
formativi; a essi si aggiungono ulteriori contratti collettivi; 1 per ciascuno
dei seguenti ambiti più ristretti di attività: servizi educativi e di
assistenza e beneficenza dipendenti dall’autorità ecclesiastica; servizi
socio-assistenziali e culturali, sport, turismo e tempo libero; servizi di
assistenza domiciliare. Per l’indicazione in dettaglio dei contratti
analizzati, si rinvia alla tabella che segue:
Ambiti
di attività Contratti
collettivi
Servizi sociali, sanitari,
socio-sanitari, socio-assistenziali,
socio-educativi
e formativi
|
- Personale dipendente delle strutture associate
all’Associazione Nazionale
di famiglie di disabili intellettivi e relazionali (CCNL
ANFFAS);
- Personale dipendente delle Associazioni denominate o aderenti all’Associazione
italiana assistenza spastici (CCNL AIAS);
- Personale dipendente dell’Associazione nazionale pubbliche
assistenze (ANPAS) e delle organizzazioni operanti nell’ambito
socio-sanitario, assistenziale, educativo (CCNL ANPAS);
- Personale dipendente di Associazioni ed iniziative
organizzate, operanti nel campo socio – sanitario – assistenziale -educativo
nonché di tutte le altre istituzioni di assistenza e beneficenza aderenti
all’Associazione nazionale strutture terza età, ivi comprese le ex IPAB de
pubblicizzate (CCNL ANASTE);
- Personale dipendente degli enti, delle opere, degli istituti
costituiti nell’ambito dell’ordinamento valdese (CCNL enti, opere e istituti
valdesi);
- Personale dipendente delle Misericordie d’Italia e delle
strutture loro collegate e delle Associazioni di volontariato che ne
sottoscrivano l’adesione (CCNL Misericordie);
- Personale dipendente delle cooperative sociali e di quelle
operanti nel settore socio-sanitario-assistenziale-educativo e di inserimento
lavorativo (CCNL Coop. Servizi socio-sanitari e educativi);
- Personale non medico dipendente di Case di cura, IRCCS,
Presidi, Ospedali classificati, Centri di riabilitazione e R.S.A. a carattere
prevalentemente sanitario, associati all’Associazione italiana spedalità privata,
all’Associazione religiosa istituti socio-sanitari e alla Fondazione Don
Carlo Gnocchi (CCNL AIOP, ARIS, Don Gnocchi);
- Personale dipendente del Servizio sanitario nazionale (CCNL
SSN);
- Personale dipendente delle Associazioni e iniziative
organizzate, operanti nel campo assistenziale, sociale, socio-sanitario,
educativo, di tutte le altre Istituzioni di assistenza e beneficenza aderenti
all’Unione Nazionale Istituzioni e Iniziative di assistenza sociale (CCNL
UNEBA).
|
Servizi educativi e di
assistenza e
beneficenza dipendenti
dall’autorità
ecclesiastica
|
- Personale dipendente degli Istituti operanti nel campo del
sociale, per
attività educative, di assistenza e di beneficenza, nonché di
culto o
religione dipendenti dall’autorità ecclesiastica (CCNL AGIDAE –
Associazione gestori Istituti dipendenti dalla autorità
ecclesiastica).
|
Servizi socio
assistenziali e culturali
|
- Personale non dirigente del comparto Regioni e Autonomie
locali (CCNL
Regioni – EELL).
Cultura, Sport, Turismo
e Tempo libero
- Personale dipendente delle Aziende dei servizi pubblici della
cultura, del
turismo, dello sport e del tempo libero (CCNL Aziende servizi
pubblici,
cultura, turismo, sport e tempo libero).
|
Servizi di assistenza
domiciliare
|
- Prestatori di lavoro, comunque retribuiti, addetti al
funzionamento della vita
familiare e delle convivenze familiarmente strutturate (CCNL
Lavoro
domestico).
|
La prima considerazione, che è analoga alla parte di
ricerca che ha analizzato la produzione normativa sulle professioni sociali, è
la frammentarietà delle figure professionali oggetto della disciplina
contrattuale. In altri termini, emerge un quadro molto articolato e
diversificato delle figure professionali, in parte derivante apparentemente da
mere differenze terminologiche, nel senso che dietro a talune figure denominate
in maniera differente da ciascun contratto collettivo, si cela la medesima
attività lavorativa.
Prova di ciò si ricava dalla dimensione quantitativa
delle figure professionali citate nei contratti collettivi, descritte nell’allegata
tabella riepilogativa. Si consideri che, nei 14 contratti esaminati, emergono
ben 84 figure professionali, delle quali 55 (pari al 65% del totale) sono
citate una sola volta e 15 (pari al 17%) sono citate 2 volte. Ciò significa che
solo 14 figure professionali (pari al residuo 18%)
sono citate nei contratti più di 2 volte.
L’analisi sulle citate figure professionali è stata
condotta con riferimento ai seguenti elementi: inquadramento, mansioni,
requisiti di accesso/competenze professionali, progressione economica,
retribuzione base.
Prima della loro lettura, appare utile tenere conto
di alcune considerazioni preliminari.
La scelta dei 5 items indicati è stata effettuata
per offrire un’analisi il più possibile completa e significativa, non essendo
nessuno degli items da solo in grado di fornire indicazioni in assoluto
esaustive. Per quanto riguarda l’inquadramento, emerge una non immediata
comparabilità degli inquadramenti dei diversi contratti, che deriva in parte
dalla diversa denominazione utilizzata; si va, infatti, dalle aree alle
categorie o ai livelli.
Peraltro, occorre tener conto anche della diversa
articolazione dei livelli o categorie di inquadramento: si va dai sistemi di
inquadramento che classificano il personale in 4 categorie (è la soluzione di
taluni contratti collettivi relativi ai comparti del pubblico impiego) a quelli
che “spalmano” le figure professionali in 6 o 7 categorie di inquadramento.
Ecco perché si è ritenuto opportuno inserire, tra gli items di confronto, la
retribuzione base, elemento che traduce in termini economici gli effetti
dell’inquadramento. La significatività del confronto, su questo ultimo dato, va
valutata
tenendo presente che la retribuzione base è uno, non
l’unico, degli elementi che caratterizzano la dimensione economica
dell’inquadramento e che le differenze tra le retribuzioni base possono inoltre
essere dovute ai differenti periodi\ di vigenza contrattuale dei contratti
collettivi analizzati. Sempre a proposito dell’elemento retributivo, si
sottolinea che emerge una maggiore differenziazione retributiva, tra i diversi
contratti collettivi, con riferimento alle figure professionali con
inquadramento più elevato, tra quelle analizzate.
Per quanto riguarda le mansioni, l’analisi offre
informazioni interessanti per definire il contenuto di ciascun profilo
professionale anche se le differenze non sono particolarmente significative tra
i contratti collettivi. Occorre, peraltro, tener conto del fatto che il
mansionario è generalmente riferito alla categoria o al livello di
inquadramento nel suo complesso e non ai singoli profili professionali, che i
contratti collettivi esaminati, come già evidenziato in precedenza, citano a
titolo meramente esemplificativo.
Differenze più nette emergono dal confronto relativo
all’item requisiti di accesso/competenze professionali. In questo caso, vi sono
contratti che indicano esplicitamente il titolo di studio per il riconoscimento
di una specifica figura
professionale, talvolta rinviando alla relativa
normativa di fonte ministeriale; in altri casi, i contratti si limitano ad
indicare le competenze professionali necessarie per l’esercizio di una
determinata attività, facendo riferimento prevalentemente alla categoria o al
livello di inquadramento nel suo complesso.
Per quanto riguarda, infine, le modalità di
progressione economica, va segnalato che non mancano casi di contratti
collettivi che prevedono tuttora automatismi, prevalentemente con riferimento
alle figure professionali con inquadramento più basso.
La tendenza quasi generale è verso la progressiva
eliminazione degli automatismi, attraverso l’introduzione di procedure di
valutazione tendenti a premiare l’accresciuta professionalità dei dipendenti;
la determinazione in concreto delle procedure è demandata generalmente alla
contrattazione collettiva integrativa aziendale, talvolta
sulla base di criteri fissati dalla contrattazione
collettiva nazionale.
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