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la mia idea di collaborazione... |
Dalla competizione alla collaborazione
(articolo tratto dalla pagina web http://www.shinynews.it/ebusiness/0305-collaborazione.shtml)
Il mercato è sempre più complesso e la competizione serrata. Per questo sono necessarie nuove strategie, a partire dalla ricerca di un modello collaborativo tra le imprese.
Da qualsiasi parte lo si osservi, il mercato
oggi attraversa una delle fasi più difficili dal Dopoguerra in poi. A
parte poche
filiere di nicchia, in tutti i settori la
competizione è diventata fortissima. I fattori sono diversi: la dinamica
macroeconomica,
la liberalizzazione del mercato europeo, la
pressione dei Paesi emergenti (Cina e India su tutti), le ultime
resistenze degli ex-monopoli
di casa nostra, le politiche di ribasso o
contenimento dei prezzi attuate dalle grandi società. Le PMI, le aziende
personali, i
piccoli studi professionali sono stretti in
una morsa dalla quale è difficile uscire. In questo quadro, non ci sono
molte soluzioni.
Una è rintanarsi nel guscio delle proprie
convinzioni e aspettare che la bufera passi. Passerà? Il dubbio è forte,
e
per questo forse è meglio prepararsi a uno
scenario nuovo per il lungo periodo, in cui le dinamiche prima descritte
saranno la
normalità. Cambiare l'approccio al mercato
diventa un'esigenza centrale per le aziende.
La collaborazione come valore strategico
Trovare la strada giusta non è facile. Si
tratta di ribaltare anni e anni di concezione del mercato. Da un modello
competitivo, le
PMI devono passare a un modello
collaborativo. Il gap culturale ed economico che separa le piccole e
medie imprese dalle grandi imprese,
infatti, può essere superato soltanto
creando una rete di relazioni e rapporti collaborativi, di reciproco
sostegno, finalizzati al
miglioramento del ciclo produttivo nel suo
complesso. D'altra parte, le stesse grandi aziende sono passate da una
politica di M&A (fusioni e
acquisizioni) a una politica di alleanze
strategiche: piuttosto che comprare e fondere strutture, è molto meglio
studiare le
possibili sinergie in certi segmenti
produttivi, in modo da rendere più efficaci per entrambi il
posizionamento sul mercato e
l'offerta produttiva. Se lo fanno i grandi,
perché i piccoli e i medi non lo possono fare?
La collaborazione tra imprese
La strada della collaborazione tra imprese è
una strada impegnativa e di non semplice applicazione. In molti casi,
però,
è anche una strada obbligata. Aldilà delle
pressioni del mercato, che da sole basterebbero a legittimare la
necessità
di una collaborazione, in alcuni specifici
casi di mercato è d'obbligo cooperare. Si pensi soltanto all'accesso a
certe gare
d'appalto nel settore pubblico. Le
opportunità offerte dalla legge sono molteplici, dal consorzio alle
società consortili, e
di recente il legislatore ha favorito anche
la riunione temporanea tra imprese proprio per ottenere gli appalti di
forniture pubbliche. Sono
tutte occasioni da sfruttare. Il concetto di
collaborazione vale sia che si applichi tra due imprese che devono
partecipare a un appalto sia
che si applichi a tutte le imprese del
settore dentale che devono sbarcare in India, per fare un esempio.
Fare sistema
Le aziende, e le PMI in particolare, devono
favorire lo sviluppo di una visione globale di un sistema-città, e poi a
salire un
sistema-provincia, un sistema-regione, un
sistema-Paese. Cioè tutti gli attori, deposte le armi tipiche della
concorrenza interna,
devono credere e operare affinché sia il
sistema a crescere. Crescendo il sistema, anche l'azienda ottiene i
vantaggi derivati da
questa crescita. Stare ai margini e mettersi
in competizione con altre aziende del sistema rischia di far perdere il
treno della
competitività. La competitività, infatti,
non si misura più in termini di provincia o regione. Si misura in
termini di
Paese, e ancora di più, di macro-regioni o
di mondo intero. La competizione non è più tra impresa italiana e
impresa
italiana, ma tra sistema Italia e sistema
Cina, per esempio. La globalizzazione impone la capacità di guardare al
mercato globale in
termini di sfide e produttività. Poi lo
sbocco del mercato globale potrà essere solo il mercato nazionale o
quello europeo, o
un altro, ma l'approccio non può che essere
quello. Poco importa se il sistema è individuato su base geografica
(città,
provincia, regione o Paese) o produttiva
(singola filiera, settore, macro-area). Si può parlare di distretto o di
sistema: il
principio di base non cambia. La
particolarità di operare in quest'ottica è che alla base si è
trasformato il modello
da competitivo a collaborativo. E si faccia
attenzione: ciò non significa abbandonare le proprie politiche aziendali
a favore di
quelle di altri, ma metterle a disposizione
di un progetto globale di crescita, senza per questo favorire il vicino a
discapito nostro.
I vantaggi della collaborazione
Ma perché la collaborazione può rivelarsi
un'arma tanto efficace? Collaborazione significa migliore comunicazione e
rapporto
più stretto tra fornitori e clienti,
condivisione di parte dei processi, per esempio nella fase di verifica
delle scorte di magazzino
e di nuove ordinazioni, maggiore capacità
contrattuale nel confronto di terze parti, dai fornitori ai soggetti
istituzionali,
capacità di comunicazione e persuasione
verso i clienti finali con azioni congiunte, partnership mirate, per la
ricerca e
l'innovazione oppure nello sviluppo di
alcune parti della produzione. I vantaggi sono innumerevoli e possono
essere ricondotti quasi in ogni
ambito della produzione e del posizionamento
sul mercato.
Il ruolo di Internet
In questa serie di vantaggi derivati da una
politica di collaborazione, la Rete può giocare ruoli rilevanti. Dalla
realizzazione di
marketplace settoriali dove far confluire
tutta la domanda e l'offerta di una certa filiera produttiva, alla
gestione in comune degli ordini
tra cliente e fornitore, Internet è di per
sé un mezzo collaborativo che si presta a molteplici impieghi condivisi.
Un
importante e recente progetto in questo
senso è stato messo in atto dalla regione Lombardia, con l'unione delle
camere di commercio
e la collaborazione del Politecnico. Il
progetto
Collaborare in rete
conta sulla partecipazione di
un'ottantina di imprese lombarde e si
sostanzia nella realizzazione di un hub virtuale, un centro di incontro e
di smistamento della
produzione per clienti e fornitori
registrati. Un esempio da valutare e seguire nel tempo.
Il cambio di mentalità
Qualsiasi livello di collaborazione si
intenda mettere in atto, sicuramente è necessario cercare il
coinvolgimento di attori
istituzionali che possano favorirne un esito
positivo. Camere di commercio, associazioni d'industriali del settore,
enti locali e altre
istituzioni hanno tutto l'interesse dal
creare un clima collaborativo. Ciò, però, non basta: il passaggio dal
modello
competitivo a quello collaborativo, infatti,
non deve e non può essere un semplice accordo dirigenziale o di
proprietà. Il
primo passo per una collaborazione di
successo è quello di avvicinarsi all'esperienza con una mentalità nuova,
aperta e
disponibile.
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