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martedì 20 marzo 2012

pedagogia in pillole


Ascolto attivo
L’ascolto attivo è un ingrediente principale di una buona comunicazione. Richiede quindi la capacità di ascoltare veramente l’altro e non solo nelle parole ma nell’insieme del suo essere nella relazione, quindi è importante cogliere quanto dice dimostrando di averlo compreso con riformulazioni; sottolineando gli aspetti che sembrano significativi; rispettando le pause dell’altro evitando di inserire domande su domande concentrandosi invece sull’approfondimento di un concetto per volta; adattarsi allo stile comunicativo dell’utente evitando di imporre il proprio; accogliere il messaggio così come arriva evitando correzioni di scorrettezze grammaticali, ortografiche o sintattiche.
Considerando che la relazione è via web dobbiamo pensare più ad una lettura attiva senza dimenticare che questa rimanda ad un ascolto di quelle emozioni e di quei pensieri che emergono intanto che si legge ciò che l’utente scrive. E’ importante quindi rispettare le pause dello scambio; l’utente ha bisogno di tempo per formulare le sue richieste e il consulente necessita di un suo tempo per formulare le risposte o per sollecitare semplicemente la conversazione. Il fatto di non vedere in faccia l’utente non deve indurre a pensare di dovere rispondere immediatamente così da non far sentire l’utente solo o abbandonato; conta invece la risposta che viene data, soprattutto perché scritta. E’ opportuno allora preoccuparsi di aiutare l’utente a vivere lo spazio fra una battuta e l’altra come un tempo normale dentro uno schema relazionale diverso da quello della oralità.
Chi fa molto uso di Internet e accede di frequente a consulenze specialistiche online è abituato a tempi molto veloci di comunicazione che non sempre corrispondono però ad una buona qualità della stessa. A prescindere quindi da cosa si dice la relazione via chat diventa già educativa nel momento in cui espone al confronto con tempi interiori diversi e apre il contatto con parti più remote del sé.

Ascolto empatico
L’ascolto attivo è necessariamente, nella relazione d’aiuto, ascolto empatico. L’empatia è la capacità di sentire le emozioni di un’altra persona con cui si interloquisce; il sentire però non
deve diventare un “fare proprio” che sequestra vissuti altrui ma un temporaneo ingresso nelle emozioni dell’altro al fine di comprenderne lo stato interiore, il punto di vista, i pensieri e le reazioni e poterlo aiutare, da una parte, a contenere l’emozione nella sua curva evolutiva e dall’altra a leggerla attraverso la restituzione di un’altra persona.
Per quanto si possa affinare la propria competenza empatica occorre sempre ricordare che ogni stato emotivo acquista coloriture e spessori che sono propri di chi vive l’emozione, secondo la propria storia e i personali trascorsi, ma anche secondo l’intelligenza, l’educazione ricevuta, la visione del mondo.

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