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lunedì 16 luglio 2012

Aspetti problematici e prospettive di sviluppo: Gli assi strategici delle politiche sociali


In anni recenti si è avviato un ripensamento strategico delle politiche sociali che ha interessato tutte le Regioni ed ha trovato conferma e piena legittimità normativa nella legge 328/00.
Questa costituisce un tassello importante per lo sviluppo qualitativo delle politiche di welfare, verso un modello di società solidale che si auto-organizza promuovendo essa stessa erogazione di servizi.
L’affermazione del principio di sussidiarietà, attuato attraverso le sinergie fra tutti gli attori sociali, pubblici e privati, sancisce infatti il passaggio dal precedente modello di welfare state, basato sul principio di pubblico sinonimo di istituzionale (D.P.R. n. 616/1977) al nuovo modello di welfare mix, basato su di un sistema di interventi a rete dove pubblico svolge attività di programmazione, monitoraggio e valutazione del sistema, mentre la definizione, l’organizzazione e l’erogazione dei servizi e degli interventi vedono la partecipazione di una molteplicità di attori a livello locale.
Il modello che viene promosso fa in altri termini riferimento allo sviluppo del welfare delle responsabilità, ovvero di un welfare che può essere definito plurale, perché costruito e sorretto da responsabilità condivise, in una logica di sistema allargato di governo, che valorizza il federalismo solidale in cui:
- tutti livelli di governo, Comuni, Province, Regioni e Stato, ognuno nell'ambito delle proprie competenze, concorrono a formulare, realizzare e valutare le politiche sociali;
- le organizzazioni sindacali e le associazioni sociali e di tutela degli utenti partecipano a formulare gli obiettivi di benessere sociale e a valutarne il raggiungimento;
- le comunità locali, le famiglie, le persone sono soggetti attivi delle politiche sociali e, in quanto tali, svolgono un ruolo da protagonista nella progettazione e nella realizzazione del sistema;
- l'aggregazione e l'autorganizzazione degli utenti, delle famiglie, delle persone è fattore di arricchimento della rete dei servizi;
- le Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza che operano in campo socio-assistenziale partecipano alla programmazione regionale del sistema;
- le Onlus, la cooperazione, il volontariato, le associazioni e gli enti di promozione sociale, le fondazioni, gli enti di patronato e gli enti riconosciuti delle confessioni religiose con le quali lo Stato ha stipulato accordi, concorrono alla realizzazione, all'organizzazione e alla gestione del sistema integrato;
- le Onlus, la cooperazione, il volontariato, le associazioni e gli enti di promozione sociale, le fondazioni, gli enti di patronato e gli altri soggetti privati provvedono, insieme ai soggetti pubblici, all'offerta e alla gestione dei servizi.
Tali innovazioni hanno avviato una ridefinizione dell’asse strategico delle politiche sociali in cui:
- i servizi sociali vengono aperti non solo ai soggetti deboli, ma alla generalità della popolazione;
- i trasferimenti monetari perdono centralità, a favore di un mix di assegni economici e aiuti personalizzati;
- gli interventi per categorie (minori, disabili, anziani, ecc.) vengono superati da interventi che pongono al centro i nuclei familiari, con le diverse esigenze che mutano nell’arco della vita;
- gli interventi riparativi, che mantengono l’assistito in uno stato di passività, vengono trasformati in aiuti che valorizzano la responsabilità e le capacità proprie di ogni persona.
Tutto ciò allarga i confini del comparto sociale e lo colloca in asse non solo con il comparto sanitario, come è stato per tanti anni, ma anche con le politiche attive del lavoro e della formazione.
In questa prospettiva il sociale diventa un fattore indispensabile per la costruzione del benessere dei singoli abitanti, ma anche favorire lo sviluppo locale attraverso sinergie in grado di produrre lavoro di qualità producendo al tempo stesso inclusione sociale.
Ciò implica un sostanziale mutamento nel sistema di ruoli e forse anche nell’identità di molti operatori del sociale, un allargamento della prospettiva professionale che si traduce in una maggiore onerosità dell’attività svolta cui tuttavia non corrisponde un adeguato riconoscimento ed una adeguata visibilità sociale.

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