I disturbi dissociativi sono quattro: amnesia dissociativa, fuga
dissociativa, disturbo di depersonalizzazione, disturbo dissociativo
d'identità. Essi si caratterizzano per profonde alterazioni di coscienza,
memoria, senso di identità e percezione della realtà. Le persone colpite da
questi disturbi possono essere incapaci di rievocare eventi importanti della
loro esistenza, oppure possono dimenticare per un periodo di tempo la propria
identità o arrivare ad assumerne una nuova; possono inoltre allontanarsi dai
luoghi dove abitualmente risiedono. I disturbi dissociativi possono essere
diagnosticati solamente uno per volta, e non possono presentarsi
contemporaneamente nello stesso paziente. La diagnosi che ha la precedenza è
quella del disturbo dissociativo d'identità, seguita da fuga dissociativa,
amnesia dissociativa e depersonalizzazione.
Amnesia dissociativa: l'amnesia dissociativa è caratterizzata dalla
presenza di almeno un episodio d'incapacità nel ricordare dati personali
importanti, generalmente in seguito ad eventi traumatici o stressanti; questa
incapacità risulta troppo estesa per poter essere spiegata come un normale
episodio di dimenticanza, e non si manifesta nel corso dell'evoluzione di un'altra
patologia, come fuga dissociativa o disturbo post traumatico da stress (vedi
disturbi d'ansia). Per essere diagnosticata, essa non deve essere causata
dall'uso di sostanze, da una condizione medica generale o da disturbi
neurologici; inoltre, deve causare disagio significativo, causare disturbo alla
vita sociale o lavorativa del soggetto, o ad altre aree esistenziali
importanti. Il più delle volte l'amnesia riguarda tutti gli eventi accaduti in
un certo lasso di tempo; più raramente l'amnesia si può manifestare sotto forma
di (1):
amnesia continua: l'episodio di perdita di memoria si protrae per
lungo tempo o riguarda un periodo di tempo esteso;
amnesia generalizzata: l'amnesia riguarda l'intera vita del soggetto;
amnesia selettiva: l'incapacità riguarda soltanto alcuni degli eventi
avvenuti in un certo periodo di tempo.
È importante ricordare che durante l'episodio di amnesia dissociativa
il comportamento del soggetto è normale, ad eccezione del disorientamento che
essa può provocare, e che può portare la persona a vagare senza meta: essa non
è in grado di riconoscere persone normalmente conosciute, ma mantiene intatte
le sue capacità (ad es. leggere e scrivere), e le conoscenze già acquisite,
culturali e sociali. Solitamente, l'amnesia termina improvvisamente, così come
si è presentata, e il soggetto recupera completamente la memoria. Le
possibilità di ricaduta sono rare.
Fuga dissociativa: la fuga dissociativa si manifesta attraverso un
allontanamento inaspettato e improvviso dai luoghi in cui la persona risiede
abitualmente, accompagnato dall'incapacità di ricordare il proprio passato; in
questo disturbo la perdita di memoria risulta dunque più estesa rispetto al
precedente. Il soggetto presenta confusione circa la propria identità, e può
assumerne una nuova, iniziando una vera e propria nuova esistenza, dotata di
caratteristiche proprie (un nome diverso, un diverso impiego, differenti
contatti sociali e così via). Gli altri criteri diagnostici sono gli stessi
dell'amnesia dissociativa. Gli episodi di fuga dissociativa si manifestano
generalmente in seguito ad un episodio traumatico o stressante; essi possono
avere una durata variabile, passando da uno spostamento temporalmente e
geograficamente limitato ad un allontanamento più consistente (ed è questo il
caso in cui viene assunta una nuova identità). Il recupero di memoria è in
genere completo, benché i suoi tempi siano ampiamente variabili, ma permane
l'incapacità del soggetto di ricordare gli eventi accaduti durante la fuga.
Il disturbo di depersonalizzazione: nel disturbo di
depersonalizzazione la persona presenta una grave alterazione della percezione
o dell'esperienza di sé: con questo disturbo si intende un'esperienza
ricorrente di sentirsi estraneo, osservatore esterno dei propri processi mentali
o del proprio corpo. Queste esperienze causano disagio significativo e
menomazione dell'esistenza; può succedere che la persona si percepisca come un
meccanismo, come se lei stessa e gli altri fossero degli automi, oppure può
avere l'impressione di vivere in sogno, al di fuori della realtà quotidiana.
L'esame di realtà (vedi glossario) rimane comunque intatto, cosa che non si
verifica nel caso dei soggetti schizofrenici, i quali vivono queste esperienze
con maggiore intensità e nella più assoluta completezza. La peculiarità di
questo disturbo rispetto agli altri dissociativi è l'assenza di un'amnesia.
Disturbo dissociativo dell'Identità: nel disturbo dissociativo di
Identità la persona manifesta almeno due distinte identità o stati di
personalità del tutto indipendenti, ciascuno con propri modi costanti di
percepire, relazionarsi e pensare nei confronti di se stesso e dell'ambiente.
Essi emergono e si manifestano assumendo ricorrentemente il controllo della
persona in tempi diversi, e spesso accade che un'identità non abbia memoria
dell'altra, non sia quindi cosciente dell'esistenza dell'altra e non ne possa
serbare alcun ricordo. L'identità primaria, come le altre identità secondarie,
sono consapevoli però di avere delle lacune nella memoria e talvolta hanno un
sentore le une delle altre. Solitamente le varie personalità sono molto diverse
l'una dall'altra, anche opposte, arrivando ad essere destrimane o mancine, o ad
avere differenti allergie.
Questo disturbo esordisce nell'infanzia, ma generalmente viene diagnosticato
soltanto nell'adolescenza; esso è più pervasivo degli altri disturbi
dissociativi e spesso assume la forma di cronicità, precludendo la possibilità
di un recupero completo. La compresenza con altre diagnosi è frequente, come
con depressione, disturbo borderline di personalità e disturbo di
somatizzazione (2).
Riferimenti bibliografici:
(1) Coons, P.M.,
& Milstein, V. (1992). Psychogenic amnesia: A clinical investigation of 25
cases. Dissociation: Progress in the Dissociative Disorders, 5, 73-79.
(2) Ross, C.A.,
Miller, S.D., Reagor, P., Bjornson, L., & Fraser G.A. (1990). Structured
interview data on 102 cases of multiple personality from four centers. American
journal of Psychiatry, 147, 596-600.
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