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sabato 27 aprile 2013

ANSIA - STUDIO DI CONSULENZA SOCIOPEDAGOGICA D'AURIA

L'ANSIA È UNA EMOZIONE DI BASE, CHE COMPORTA UNO STATO DI ATTIVAZIONE DELL'ORGANISMO E CHE SI ATTIVA QUANDO UNA SITUAZIONE VIENE PERCEPITA SOGGETTIVAMENTE COME PERICOLOSA. NELL'UOMO SI TRADUCE IN UNA TENDENZA DI RICERCA DI SPIEGAZIONI, NELL'ESPLORAZIONE DELL'AMBIENTE E EVENTUALI VIE DI FUGA, NONCHÉ IN UNA SERIE DI FENOMENI NEUROVEGETATIVI COME TACHICARDIA, AUMENTO DELLA FREQUENZA DEL RESPIRO, DELLA SUDORAZIONE, LE VERTIGINI, ECC.. TALE REAZIONE È DOVUTA DAL FATTO CHE, L'ORGANISMO IPOTIZZA DI TROVARSI IN UNA SITUAZIONE DI REALE PERICOLO, DI CONSEGUENZA NECESSITÀ DELLA MASSIMA ENERGIA MUSCOLATE PER SCAPPARE O ATTACCARE, EVITANDO IL PERICOLO E GARANTENDO LA SOPRAVVIVENZA (COSÌ COME UNA GAZZELLA NELLA SAVANA).
L'ANSIA COSTITUISCE QUINDI UNA IMPORTANTE RISORSA PERCHÉ È UNA CONDIZIONE FISIOLOGICA, EFFICACE IN MOLTI MOMENTI DELLA VITA PER PROTEGGERCI DAI RISCHI, MANTENERE LO STATO DI ALLERTA E MIGLIORARE LE PRESTAZIONI (AD ES., SOTTO ESAME).
QUANDO L'ATTIVAZIONE DEL SISTEMA DI ANSIA È ECCESSIVA, INGIUSTIFICATA O SPROPORZIONATA RISPETTO ALLE SITUAZIONI, PERÒ, SIAMO DI FRONTE AD UN DISTURBO D'ANSIA, CHE PUÒ COMPLICARE NOTEVOLMENTE LA VITA DI UNA PERSONA E RENDERLA INCAPACE DI AFFRONTARE ANCHE LE PIÙ COMUNI SITUAZIONI.

FOBIE SPECIFICHE
la fobia è una paura marcata e persistente con caratteristiche peculiari:
" è sproporzionata rispetto al reale pericolo dell'oggetto o della situazione;
" non può essere controllata con spiegazioni razionali, dimostrazioni e ragionamenti;
" supera la capacità di controllo volontario che il soggetto è in grado di mettere in atto;
" produce l'evitamento sistematico della situazione-stimolo temuta;
" permane per un periodo prolungato di tempo senza risolversi o attenuarsi;
" comporta un certo grado di disadattamento per l'interessato;
" l'individuo riconosce che la paura è irragionevole e che non è dovuta ad effettiva pericolosità dell'oggetto, attività o situazione temuta.
La fobia è una paura estrema, sproporzionata rispetto al reale pericolo dell'oggetto o della situazione che non rappresenta una reale minaccia. Chi ne soffre è sopraffatto dal terrore all'idea di venire a contatto magari con un animale innocuo come un cane o un ragno, o di fronte alla prospettiva di una situazione da affrontare, che lascia indifferenti la maggior parte delle persone (ad esempio, la paura di prendere l'ascensore - claustrofobia). Le persone che soffrono di fobie sono coscienti dell'irrazionalità di certe reazioni emotive, ma non possono controllarle.
L'ansia fobica attiva una serie di sintomi fisiologici come tachicardia, disturbi gastrici e urinari, nausea, diarrea, senso di soffocamento, rossore, sudorazione eccessiva, tremito etc.. Si prova un forte senso di malessere che spinge la persona a cercare una soluzione alla situazione, ovvero la fuga. La tendenza ad evitare tutte le condizioni che possono essere associate alla paura, costituisce una trappola che mantiene il disturbo. Infatti l'evitamento conferma la pericolosità della situazione e predispone l'evitamento successivo. Si crea così una spirale di evitamenti che causa un incremento della sfiducia nelle proprie risorse e incrementa la reazione fobica della persona, al punto da interferire significativamente con la normale routine dell'individuo, con il funzionamento lavorativo o scolastico oppure con le attività o le relazioni sociali.
Le fobie possono essere classificate:
" Tipo animali. Fobia dei ragni (aracnofobia), fobia degli uccelli o fobia dei piccioni (ornitofobia), fobia degli insetti, fobia dei cani (cinofobia), fobia dei gatti (ailurofobia), fobia dei topi, ecc..
" Tipo ambiente naturale. Fobia dei temporali (brontofobia), fobia delle altezze (acrofobia), fobia del buio (scotofobia), fobia dell'acqua (idrofobia), ecc..
" Tipo sangue-iniezioni-ferite. Fobia del sangue (emofobia), fobia degli aghi, fobia delle siringhe, ecc.. In generale, se la paura viene provocata dalla vista di sangue o di una ferita o dal ricevere un'iniezione o altre procedure mediche invasive.
" Tipo situazionale. Nei casi in cui la paura è provocata da una situazione specifica, come trasporti pubblici, tunnel, ponti, ascensori, volare, guidare, oppure luoghi chiusi (claustrofobia).
" Altro tipo. Nel caso in cui la paura è scatenata da altri stimoli come: il timore o l'evitamento di situazioni che potrebbero portare a soffocare o contrarre una malattia (ipocondria), ecc. Una forma particolare di fobia riguarda il proprio corpo o una parte di esso, che la persona vede come orrende, inguardabili, ripugnanti (dismorfofobia).

FOBIA SOCIALE
La fobia sociale è un disturbo d'ansia caratterizzato dalla paura di essere giudicati negativamente in situazioni sociali o durante lo svolgimento di un'attività. Tipicamente le persone che soffrono di questo disturbo temono di poter dire o fare cose imbarazzanti e di esser giudicati ansiosi, impacciati, stupidi, deboli o "pazzi".
Per non provare disagio, chi ha questo disturbo, cerca in tutti i modi di evitare le situazioni sociali e, quando è costretto a parteciparvi, si sente imbarazzato, impacciato, affaticato e desideroso di andare via.
La persona che soffre di fobia sociale prova una forte e persistente ansia nelle situazioni sociali o quando svolge delle attività in presenza di altre persone (es. guidare la macchina) in quanto teme soprattutto di fare "una brutta figura".
Chi ha questo disturbo, inoltre, crede di non essere in grado di contenere le proprie emozioni di paura e vergogna, pensa che anche gli altri le noteranno e che, per questo, lo giudicheranno negativamente. Immagina la disapprovazione, la derisione, il rifiuto o la pena degli altri con vero terrore.
Tipicamente le situazioni più temute da chi soffre di fobia sociale sono: feste, cene, frequentazioni di locali, acquisti nei negozi, riunioni di lavoro, svolgimento di attività quotidiane in presenza di altre persone (es. conversare, mangiare, bere, scrivere, guidare, utilizzare il telefono o il computer). Prima di affrontare un evento temuto, il soggetto può sviluppare ansia anticipatoria immaginando ripetutamente il verificarsi di quell'evento. Le immagini di ciò che si teme possono presentarsi per giorni, aumentando, così, il livello d'ansia.
Questo disturbo è caratterizzato anche da condotte di evitamento, per cui il soggetto evita le situazioni temute. Per tenere sotto controllo l'ansia e l'eventualità di essere giudicati negativamente, si possono mettere in atto anche comportamenti protettivi.
I comportamenti protettivi, come quelli di evitamento, temporaneamente riducono il timore di fare una brutta figura, ma alla lunga peggiorano i sintomi.
Questo quadro non potrà che confermare le previsioni iniziali di fallimento e la valutazione negativa di sé tipici di chi presenta la fobia sociale.
Gli individui con questo disturbo possono sperimentare disagio in ambito scolastico o lavorativo, sociale ed affettivo.

ATTACCHI DI PANICO
Gli attacchi di panico sono la manifestazione di improvvisa ed intensa paura accompagnata da malessere psico-fisico. È un disturbo comune e caratterizzato dal timore di avere altri attacchi con la conseguenza di attuare evitamenti per luoghi o situazioni che vengono associati all'idea di poter avere un altro attacco di panico, oppure nel ricorrere alla compagnia di persone rassicuranti per affrontare i propri spostamenti o alcune attività. Gli attacchi di panico possono essere o meno associati ad agorafobia.
Si ha un attacco di panico quando l'ansia o la paura provate sono così intense da produrre alcuni dei seguenti sintomi mentali e fisici:
" palpitazioni o tachicardia;
" sensazione di asfissia o di soffocamento;
" dolore o fastidio al petto (es. senso di oppressione toracica);
" sensazioni di sbandamento o di svenimento (es. debolezza alle gambe, vertigini, visione annebbiata);
" disturbi addominali o nausea;
" sensazioni di torpore o di formicolio;
" brividi di freddo o vampate di calore;
" tremori o scosse;
" bocca secca o nodo alla gola;
" sudorazione accentuata;
" sensazione di irrealtà (derealizzazione) o sensazione di essere staccati da se stessi (depersonalizzazione);
" confusione mentale;
" paura di perdere il controllo o di impazzire;
" paura di morire.

Una volta sperimentato un attacco di panico si può instaurare rapidamente un circolo vizioso: la percezione di sensazioni fisiche sgradevoli provoca un aumento dell'ansia, assieme a pensieri catastrofici, come la paura di avere un grave malore o di svenire. Con l'aumentare dell'ansia aumentano anche le sensazioni e così le paure catastrofiche. In pochi istanti si può quindi arrivare ad uno stato di ansia particolarmente intenso, che può sfociare in un attacco di panico.
Il disturbo di panico può essere particolarmente invalidante in quanto ha ripercussioni sulla vita lavorativa, familiare e sociale della persona che ne soffre.
La riduzione dell'autonomia, conseguente all'attuazione dei comportamenti protettivi e di evitamento, danneggia, a breve termine, la qualità della vita di chi ha il disturbo e dei suoi congiunti, e, a lungo termine, il senso di efficacia personale e la stima di sé

DISTURBO DA STRESS POST-TRAUMATICO
Una persona, esposta ad un evento stressante e traumatico che ha vissuto direttamente o a cui ha assistito, e che ha implicato morte, minacce di morte, gravi lesioni o una minaccia all'integrità fisica propria o di altri, proverà una paura intensa, un senso di impotenza e/o orrore. A seguito di questi eventi potrà sviluppare un Disturbo da Stress Post-traumatico.
- I sintomi del Disturbo Post-traumatico da Stress vengono raggruppati in tre categorie principali:
- il continuo rivivere l'evento traumatico;
- l'evitamento continuo a situazioni o stimoli associati con l'evento o attenuazione della reattività generale;
- sintomi di uno stato di iperattivazione persistente come difficoltà ad addormentarsi, difficoltà a concentrarsi, l'ipervigilanza ed esagerate risposte di allarme.
I sintomi del Disturbo Post-traumatico da Stress possono insorgere immediatamente dopo il trauma o dopo mesi.
Gli eventi traumatici vissuti direttamente possono includere tutte quelle situazioni in cui la persona si è sentita in grave pericolo come i combattimenti militari, aggressione violenta, rapimento, attacco terroristico, tortura, incarcerazione, disastri naturali, gravi incidenti automobilistici, stupri, ecc.. Anche l'annuncio di una morte improvvisa o un incidente di un familiare stretto o di un amico può far insorgere il Disturbo Post-traumatico da Stress.
La probabilità di sviluppare questo disturbo può aumentare proporzionalmente all'intensità e con la prossimità fisica al fattore stressante.

DISTURBO D'ANSIA GENERALIZZATA
Questo disturbo può compromettere la qualità di vita delle persone che ne sono affette, poiché vivono in uno stato di tensione continua: si preoccupano non solo per gli eventi quotidiani della vita, ma per qualsiasi cosa (i familiari, la salute, la situazione economica, il lavoro, etc.)
Il Disturbo d'Ansia Generalizzata è caratterizzato da un costante, e peraltro ingiustificato, senso di preoccupazione verso qualsiasi evento che raggiunge una tale gravità da causare una sintomatologia che persiste per almeno sei mesi.
I sintomi che possono comparire in questa patologia sono:
" irrequietezza;
" facile affaticabilità;
" difficoltà a concentrarsi o vuoti di memoria;
" irritabilità;
" sonno disturbato;
" tensione muscolare.
Per attenuare le preoccupazioni costanti, chi ha il Disturbo d'Ansia Generalizzata può tentare di attuare comportamenti protettivi come:
" distrazione e controllo del pensiero, al fine di sopprimere le preoccupazioni;
" evitamenti, al fine di evitare le situazioni in cui teme possa preoccuparsi (es. evitare di leggere i giornali o di seguire i notiziari per non venire a conoscenza di notizie potenzialmente preoccupanti; rinviare alcune attività per il timore di risultati non soddisfacenti);
" richiesta di rassicurazioni, al fine di interrompere le rimuginazioni.
Questi comportamenti, pur contribuendo momentaneamente alla riduzione delle preoccupazioni e dell'ansia, a lungo andare mantengono e rinforzano il disturbo d'ansia generalizzata
La presenza di eccessive preoccupazioni e la difficoltà a gestirle possono produrre, inoltre, una diminuzione del senso di efficacia personale e della stima di sé, che spesso conducono ad una depressione.

DISTURBO OSSESSIVO COMPULSIVO
Le ossessioni sono pensieri, immagini mentali o impulsi che si manifestano ripetutamente nella mente di una persona e che sono percepiti come sgradevoli ed intrusivi. Tali pensieri intrusivi infastidiscono le persone che ne soffrono, sia perché sfuggono al loro controllo sia perché provocano delle emozioni negative (es. paura, senso di colpa, ecc.), a tal punto che in molti casi si sentono costrette a mettere in atto una serie di comportamenti ripetitivi o di azioni mentali per ridurre lo stato di disagio che li attanaglia (compulsioni).
Le compulsioni, dette anche rituali, sono invece dei comportamenti ripetitivi (es. lavarsi le mani, controllare se è stato chiuso il gas, riordinare) o delle azioni mentali (es. contare, pregare, ripetere formule superstiziose), messi in atto per ridurre il senso di disagio e l'ansia provocati dai pensieri ossessivi. A volte il disagio provato è descritto semplicemente come una sgradevole "sensazione che c'è qualcosa che non va". La compulsione, dunque, riduce l'ansia, produce sollievo e dà un senso di relativa sicurezza, anche se di breve durata.
Le ossessioni e compulsioni possono essere di natura molto varia:
" da contaminazione
" da controllo
" di tipo superstizioso
" da ordine e simmetria
" da accumulo/accaparramento
" ossessioni pure
Chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo è spesso così spaventato e stremato dai continui rituali legati alle ossessioni che cerca di evitare molte di situazioni, poiché teme che possano innescare questo tipo di pensieri. Gli evitamenti, a lungo andare, possono causare una serie di limitazioni sia nella vita sociale che lavorativa.
Tale disturbo ha, infine, una tendenza alla cronicizzazione, se non è trattato in modo adeguato può influire pesantemente su tutto l'arco della vita della persona.
 

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