I disturbi del controllo degli impulsi sono caratterizzati
dall'incapacità del soggetto di restistere ad un impulso o ad una tentazione
impellente. Tale spinta induce il soggetto alla realizzazione di un'azione
pericolosa per se stesso e/o per gli altri ed è preceduta da una sensazione di
crescente tensione ed eccitazione a cui fanno seguito piacere, gratificazione,
e sollievo, seguiti poi dal rimorso, dal senso di colpa e dall'autobiasimo. I
disturbi del controllo degli impulsi sono: gioco d'azzardo patologico,
piromania, cleptomania, disturbo esplosivo intermittente e tricotillomania.
Gioco d'azzardo patologico: questo disturbo si caratterizza per
l'incapacità di resistere alla persistente tentazione di giocare grosse somme
di denaro; questa incapacità si associa a quella di non smettere con questo
comportamento, nonostante i non rari tentativi di controllarsi, i quali a loro
volta provocano un senso di irrequietezza. I soggetti affetti da questo
disturbo ricercano la sensazione di eccitazione che deriva dal puntare somme
sempre più ingenti. La difficoltà nell'interrompere questo tipo di
comportamento deriva inoltre dalla necessità di recuperare il denaro perduto,
che istiga ulteriormente il soggetto a continuare a giocare. Nel momento in cui
egli non possiede più fonti da cui attingere altro denaro (per l'enorme
quantità di debiti contratti) arriva anche a comportamenti antisociali, quali
il furto o la contraffazione. Altre conseguenze date dal mantenimento del
comportamento patologico sono la perdita di relazioni affettive, attività
lavorative, personali e familiari o scolastiche. Le persone affette da gioco
d'azzardo patologico si presentano generalmente come molto competitive,
energiche, irrequiete e facili ad annoiarsi. Inoltre sembrano essere
eccessivamente preoccupate dell'approvazione altrui e particolarmente generose.
Il disturbo colpisce in egual misura uomini e donne, adulti ed adolescenti.
Piromania: i soggetti affetti da questo disturbo provano una
tentazione irrefrenabile di appiccare fuoco ad oggetti. Il piromane non agisce
per dispetto, vendetta, rabbia o per ideologie sociali, ma per soddisfare un
impulso irrefrenabile a cui non riesce a resistere. Egli è spinto da una
sensazione interiore di tensione ed eccitazione che si placa solo dopo aver
provocato l'incendio, cosa che invece gli dà sollievo e gratificazione
interiore. Prova generalmente fascino, interesse e curiosità per il fuoco e per
tutto quello che esso comporta (vari usi, attrezzature, conseguenze etc.).
Spesso il piromane osserva gli incendi, provoca falsi allarmi e a volte si
aggrega ai pompieri per spegnerlo.
Cleptomania: questo disturbo è caratterizzato dall'incapacità di
resistere alla tentazione di appropriarsi di oggetti privi di valore
commerciale o utilità personale. Il soggetto affetto da questo disturbo spesso
regala o butta via gli oggetti che ha rubato, arrivando anche a restituirli di
nascosto. Solitamente il furto non viene precedentemente programmato; il
cleptomane lo mette in atto da solo senza la complicità o l'assistenza di
nessuno prestando attenzione a non essere arrestato. L'atto è preceduto da una
sensazione crescente di tensione accompagnata da piacere, gratificazione e
sollievo esperite in seguito al furto; ben presto però il soggetto si rende
conto dell'insensatezza dell'atto e può provare senso di colpa o cadere in
depressione. Le conseguenze di questo disturbo sono molteplici, dal punto di
vista legale, familiare, lavorativo e personale. L'insorgenza del disturbo non
è legata ad una età particolare; esso sembra essere più frequente nelle donne.
Disturbo esplosivo intermittente: tale disturbo si caratterizza per
l'incapacità del soggetto che ne è affetto di resistere agli impulsi
aggressivi, compiendo gravi azioni aggressive in situazioni che non le
giustificano.
Tricotillomania: il disturbo si caratterizza per il ricorrente impulso
a strapparsi peli o capelli per piacere, gratificazione o alleviamento della
tensione; i soggetti che ne sono affetti arrivano a volte ad ingerirli
(tricofagia). L'urgente bisogno di strapparsi i capelli è associato ad un
aumento della tensione esperita dal soggetto che viene allentata dall'atto di
strappare, che è spesso ritualizzato: esso viene eseguito in luoghi e momenti
precisi. La conseguenza più evidente del disturbo è rappresentata dalle estese
aree di alopecia, in alcuni casi limitate al cuoio capelluto, in altri estese a
sopracciglia, ciglia o più raramente alla zona pubica. Un'altra conseguenza è
data dal senso di vergogna che il soggetto disturbato prova nei confronti del
suo comportamento e degli effetti visibili che esso ha: egli infatti presenta
spesso una totale chiusura ai rapporti sociali, scarsa autostima e
funzionamento sociale generale compromesso.
Il fenomeno può essere transitorio, episodico o continuo, presenta sbalzi
di intensità e coinvolge aree differenti: ad esempio si può iniziare con lo
strapparsi i capelli e poi passare alle sopracciglia e alle ciglia. In alcuni
individui esso risulta talmente esteso da portare alla completa calvizie; in
altri (più spesso bambini) è diretto anche verso altre persone. Nella
maggioranza dei casi il disturbo insorge durante la prima infanzia (2-6 anni di
età) e l'adolescenza; esso sembra essere più frequente nella popolazione di
sesso femminile. È associato spesso a disturbi di ansia e depressione.
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