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venerdì 26 aprile 2013

DISTURBI INDOTTI DA SOSTANZE

Abuso e dipendenza da alcol: il DSM IV opera una distinzione tra abuso di alcol e dipendenza da alcol. La dipendenza da alcol in chi ne è affetto provoca i primi sintomi negativi verso i 30-40 anni; tali manifestazioni di astinenza possono produrre effetti drammatici in un bevitore cronico, poiché l'organismo è ormai completamente assuefatto alla sostanza. Sul piano soggettivo l'individuo è spesso ansioso, depresso, debole, nervoso e non riesce a dormire. I tremori muscolari, soprattutto nella piccola muscolatura delle falangi, del volto, delle palpebre, delle labbra e della lingua possono essere marcati e si registra un'accelerazione delle pulsazioni, un innalzamento della pressione arteriosa e della temperatura corporea. Un bevitore cronico ha bisogno di fare uso di alcol tutti i giorni ed è incapace di smettere e di ridurre la quantità di alcol, nonostante i ripetuti tentativi di astenersi completamente o di limitare il consumo ad alcuni momenti della giornata. Può accadere che egli prenda delle "sbornie" rimanedo poi intossicato per giorni; in questo caso si parla di abuso. Un sintomo frequente dell'intossicazione è la perdita del ricordo degli eventi verificatisi durante la fase acuta dell'intossicazione. Un comportamento di questo tipo provoca chiaramente difficoltà di ordine sociale e professionale, liti in famiglia o con gli amici, comportamenti violenti durante la fase di intossicazione, frequenti assenze dal lavoro con rischio di perdere il posto e arresti per ubriachezza molesta.

Nicotina e sigarette: la nicotina, il principale alcaloide del tabacco, è l'agente che produce dipendenza. Essa stimola i recettori, detti ricettori nicotinici, che si trovano nei centri cerebrali del piacere. Secondo alcune ricerche del Ministero della Sanità degli Stati Uniti, il tabacco uccide più americani dell'AIDS, degli incidenti automobilistici, della cocaina, dell'eroina, degli omicidi e dei suicidi messi assieme (Shultz, 1991). I figli dei fumatori hanno maggiori probabilità di soffrire di infezioni alle alte vie respiratorie, di bronchite e di infezioni auricolari rispetto ai loro coetanei i cui genitori non fumano. I rischi per la salute sono significativamente inferiori per i fumatori di pipa e di sigari, poiché solo raramente essi inalano il fumo nei polmoni, ma questo tipo di consumo accresce il rischio di cancro alla bocca. Tra i problemi di ordine medico associati all'abitudine del fumo di sigarette e quasi certamente causati o esacerbati da essa vi sono il cancro polmonare, l'enfisema, il cancro della laringe e dell'esofago e diverse malattie cardiovascolari. Dopo aver smesso di fumare, i rischi per la salute diminuiscono drasticamente nell'arco di 5-10 anni, fino a raggiungere livelli solo leggermente superiori rispetto ai non fumatori, sebbene la distruzione del tessuto polmonare sia irreversibile (Jaffe, 1985). Altro aspetto importante del fenomeno del consumo delle sigarette è il fumo passivo. Il fumo proveniente dalla sigaretta accesa si diffonde e viene respirato anche dai non fumatori. Essi possono subire danni polmonari, forse anche permanenti, in seguito all'esposizione prolungata al fumo di sigaretta. Molti non fumatori non sopportano l'odore del tabacco combusto, che in alcuni casi provoca reazioni allergiche.

Marijuana: è ottenuta dalla lavorazione della Cannabis Sativa e può essere fumata, masticata, bevuta in infusione o ingerita sotto forma di prodotti da forno. L'hashish, molto più forte della marijuana, viene prodotto anch'esso dalla Cannabis Sativa, attraverso un processo di lavorazione diverso. Gli effetti intossicanti di queste due sostanze dipendono in parte dalla sua concentrazione e dal dosaggio. I fumatori di marijuana trovano che la sostanza li fa sentire rilassati e socievoli ed è stato riferito che alte dosi producono rapide alterazioni delle emozioni, riducono il livello di attenzione, causano difficoltà ad eseguire processi mentali complessi e determinano compromissione della memoria. Sono possibili anche allucinazioni e attacchi di panico. Studi di laboratorio condotti soprattutto negli anni '60 hanno evidenziato che la marijuana interferisce con un'ampia gamma di funzioni cognitive, fra cui la memoria. Inoltre l'intossicazione riduce le complesse abilità psicomotorie necessarie alla guida degli autoveicoli. Da uno studio più recente sembra emergere che l'utilizzo di marijuana e hashish negli anni dell'adolescenza contribuisce alla comparsa di problemi psicologici in età adulta (Kandel e altri, 1986). Tali sostanze generano anche numerosi effetti somatici a breve termine fra cui occhi arrossati ed irritati, secchezza delle fauci e della gola e aumento dell'appetito. Vi è un aumento del battito cardiaco che può rappresentare una fonte di pericolo per chi presenta una funzionalità cardiaca già alterata.

Sedativi: i sedativi, spesso chiamati anche calmanti, rallentano le attività dell'organismo e i tempi di reazione. Questo gruppo di sostanze comprende gli oppiacei (oppio e derivati: morfina, eroina e codeina), barbiturici e i tranquillanti. Gli oppiacei rappresentano un gruppo di sedativi che producono dipendenza e in dosi moderate alleviano il dolore e inducono il sonno. Il più importante è l'oppio, dal quale derivano la morfina e l'eroina. Tali sostanze producono euforia, sonnolenza, fantasticherie e talvolta deficit della coordinazione. Gli oppiacei producono il loro effetto stimolando i recettori neurali del sitema oppioide dell'organismo. L'organismo, infatti, produce oppioidi chiamati endorfine ed encefaline, e l'oppio e i suoi derivati si adattano ai loro recettori, stimolandoli. Essi inducono dipendenza e tolleranza, ovvero l'aumento della quantità di sostanza tollerata dall'organismo. In caso di astinenza compaiono dolori muscolari, sternuti ripetuti, sudorazione, lacrimazione e frequenti sbadigli. I sintomi sono analoghi a quelli dell'influenza, però dopo circa 36 ore di astinenza si aggravano; possono manifestarsi condizioni muscolari incotrollabili, crampi, brividi di freddo alternati a vampate di calore, tachicardia e aumento della pressione arteriosa. Questi sintomi hanno una durata di 72 ore circa, poi diminuiscono gradualmente.

I barbiturici sono invece sedativi di sintesi e vengono utilizzati come coadiuvanti del sonno. Rilassano i muscoli, riducono l'ansia e in piccole dosi producono una leggera euforia. Se utilizzati in dosi elevate causano un eloquio indistinto e difficoltà a mantenere l'equilibrio. Chi ne fa uso perde il controllo delle proprie emozioni e può diventare irritabile e aggressivo, prima di cadere in un sonno profondo. Dosi molto elevate possono risultare mortali poiché rilassano eccessivamente il muscolo diaframmatico provocando soffocamento. Le reazioni di astinenza durano molti giorni e possono provocare anche morte improvvisa.

Amfetamine: esse producono il loro effetto stimolando il rilascio di noradrenalina e dopamina (vedi glossario). Possono indurre dipendenza e riducono il bisogno di sonno, inibiscono le funzioni intestinali e riducono la sensazione di appetito. Aumentano la frequenza cardiaca, provocano vigilanza, euforia, estroversione e aumento dell'energia e della resistenza. Chi ne fa un uso consistente diventa spesso sospettoso e ostile, tanto da risultare pericoloso per gli altri. Dosi massicce per periodi prolungati generano uno stato paragonabile a quello della schizofrenia di tipo paranoide. Inoltre lo stato di grande energia che provocano lascia il posto ad un completo esaurimento psicofisico al temine dell'effetto.

Cocaina: viene estratta dalle foglie di una pianta, la coca, originaria degli altipiani andini. Esplica un'azione analgesica e, agendo sulla dopamina (vedi glossario), intensifica la percezione sensoriale e induce uno stato di euforia. Il desiderio sessuale aumenta e l'individuo è pervaso da una sensazione di fiducia in se stesso, di benessere e di infaticabilità. Un'intossicazione causata da una dose troppo elevata produce brividi, nausea, insonnia, crisi di tipo paranoide e allucinazioni. L'uso abituale porta a cambiamenti di personalità, i quali comprendono irritabilità, relazioni sociali disfunzionali, ideazione paranoide, alterazioni dell'alimentazione e del sonno (Scientific Perspective on Cocaine Abuse, 1987). La cessazione di un prolungato uso di cocaina sembra causare una grave sindrome di astinenza. Inoltre, se consumata in gravidanza, causa nel neonato una chiara dipendenza.

Lsd e altri allucinogeni: l'LSD è una sostanza chimica prodotta in laboratorio che viene definita allucinogena per via degli effetti che produce. Provoca appunto allucinazioni di vario tipo e altre sensazioni come la sinestesia (vedi glossario), ma i suoi effetti dipendono in gran parte da variabili psicologiche individuali. Si ritiene che la situazione complessiva dell'individuo, cioè gli atteggiamenti, le aspettative e le motivazioni concernenti l'uso di droghe, sia un fattore determinante ai fini delle sue reazioni alla sostanza. Tra i principali pericoli derivanti dalla sua assunzione vi è la possibilità di vivere un'esperienza estremamente negativa, la quale può assumere i contorni di un attacco di panico. Una minoranza di individui entra in uno stato psicotico che richiede il ricovero ospedaliero e un trattamento prolungato. Oltre all'LSD esistono diverse altre sostanze allucinogene, fra cui la mescalina, psilocibina, l'MDA e l'MDMA.


Riferimenti bibliografici:

Jaffe, J.H. (1985). Drug addiction and drug abuse. In Goodman and Gilman's the pharmacological basis of theurapeutic behavior. New York: Macmillan.

Kandell, D.B., Davies, M., Karus, D., Yamaguchi, K. (1986). The consequences in young adulthood og adolescent drug involvement. Archives of General Psychiatry, 43, 746-754.

Schultz, J. (1991). Smoking-attributable mortality and years of potential life lost: U.S. Morbidity and Mortality Weekly Report, 40, 63-71.

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