I disturbi di personalità possono essere considerati delle espressioni
estreme di caratteristiche che noi tutti possediamo. Nel DSM tali disturbi
vengono suddivisi in tre gruppi: il gruppo strano/eccentrico che comprende quei
disturbi che appaiono strani ed eccentrici, il gruppo
amplificativo/imprevedibile nel quale rientrano le patologie amplificative,
emotive ed imprevedibili ed il gruppo ansioso/timoroso caratterizzato dai
disturbi che appaiono ansiosi e timorosi. Fanno parte del primo gruppo il
disturbo paranoide, schizoide e schizotipico; nel secondo gruppo rientrano il
disturbo antisociale, borderline, istrionico e narcisistico; nel terzo gruppo
troviamo il disturbo evitante, dipendente e ossessivo-compulsivo.
Gruppo A: strano/eccentrico
Il disturbo paranoide di personalità: il soggetto che presenta
personalità paranoide si caratterizza per una radicata sospettosità, sfiducia e
diffidenza nei confronti degli altri; qualsiasi azione e motivazione altrui viene
analizzata approfonditamente nel tentativo di scoprirne una minaccia, un
tradimento o un inganno, che spesso vengono erroneamente trovati in gesti e/o
parole normalmente banali. L'aspettativa è sempre di essere maltrattato o
sfruttato, per cui preferisce chiudersi in se stesso, e risulta essere incapace
di confidarsi e di stabilire rapporti interpersonali sani: questi sono infatti
sempre caratterizzati da dubbio e sospetto, nonché da gelosia immotivata se la
controparte risulta essere il partner sessuale o il coniuge. Il soggetto
paranoide descrive le sue relazioni in termini distaccati, ed è incapace di
lasciarsi andare in senso affettivo, poiché ritiene che ciò lo renderebbe
fragile di fronte ad eventuali minacce o attacchi.
L'atteggiamento generale è di ostilità, e forte è il rancore nei
confronti di persone ritenute colpevoli di complotti, tradimenti o altre azioni
lesive per la loro persona: è forte infatti l'incapacità di perdonare le
presunte azioni offensive. Un esempio è quello di una persona che trascorre le
sue giornate spiando i vicini di casa attraverso persiane rigorosamente
abbassate nel tentativo di scoprire precocemente i complotti che è certa essi
stiano preparando a suo danno, nonostante non esistano prove reali che
supportino tale convinzione, arrivando anche a fare telefonate in cui dichiara
di aver scoperto tutto, e, quindi, a disturbarli in modo attivo. Il disturbo
paranoide si manifesta maggiormente negli uomini e spesso presenta comorbilità
con il disturbo schizotipico, con quello borderline e con quello evitante di
personalità (Bernstein, 1994; Morey, 1988).
Il disturbo schizoide di personalità: la personalità schizoide non
desidera avere relazioni sociali o non ne trae alcun piacere, e di solito non
possiede amici intimi. La persona che ne soffre appare insensibile, calma ed
estraniata, priva di qualsiasi manifestazione di affetto o di tenerezza per le
altre persone. Raramente essa riferisce forti emozioni, in più non è
interessata al sesso e trova piacevoli ben poche attività. Indifferente alle
lodi, alle critiche ed ai sentimenti altrui, il soggetto che soffre di questo
disturbo è molto solitario e si dedica esclusivamente agli interessi che può
coltivare in solitudine. Il disturbo mostra spesso comorbilità (vedi glossario)
con il disturbo schizotipico, evitante e paranoide, questo perché esistono
molte somiglianze fra le quattro malattie. I sintomi del disturbo schizoide di
personalità hanno parecchi elementi in comune anche con le fasi iniziali della
schizofrenia.
Il disturbo schizotipico di personalità: il moderno concetto di
personalità schizotipica è emerso in seguito agli studi condotti in Danimarca
sui figli adottati di genitori biologici schizofrenici (Kety e altri, 1968).
Sebbene alcuni di questi bambini da adulti abbiano sviluppato una forma
conclamata di schizofrenia, un numero ancora maggiore di essi sviluppò quella
che appariva come una forma attenuata di tale disturbo. I soggetti affetti dal
disturbo schizotipico di personalità in genere presentano le stesse difficoltà
di relazione interpersonale di chi soffre del disturbo schizoide, nonché
un'ansia sociale eccessiva che la familiarità con gli altri non riesce ad
attenuare. Questo disturbo presenta anche molti altri sintomi più bizzarri,
benché non così gravi da giustificare la diagnosi di schizofrenia. Tali sintomi
sono essenzialmente quelli che descrivono le fasi iniziali della schizofrenia,
ovvero credenze strane, pensiero magico, superstizioni, convinzione di essere
chiaroveggenti e telepatici, nonché alterazioni percettive ricorrenti; può, per
esempio, essere presente la sensazione di sentire la presenza di una forza o di
una persona che in effetti non c'è. L'eloquio della persona affetta dal
disturbo è talvolta insolito e poco chiaro, il comportamento e l'aspetto possono
essere stravaganti; per esempio essa può parlare da sola o indossare abiti
sporchi o trasandati. Sono presenti anche idee di autoriferimento, ossia la
convinzione che gli eventi abbiano un significato particolare e insolito,
specialmente nei loro confronti.
Gruppo B: amplificativo/imprevedibile
Il disturbo istrionico di personalità: in passato tale disturbo era
conosciuto come "isteria". Esso si applica alle persone che mostrano
comportamenti eccessivamente drammatici e teatrali, e che cercano in continuazione
di attirare su di sé l'attenzione degli altri; a questo scopo si servono spesso
del loro aspetto fisico, attraverso abiti eccentrici, un trucco particolare o
un colore dei capelli insolito. Benché manifestino in maniera plateale forti
emozioni, si ritiene in realtà che le loro emozioni siano piuttosto
superficiali. Sono persone concentrate su se stesse che si interessano
eccessivamente al proprio aspetto fisico e si sentono a disagio quando non sono
al centro dell'attenzione. Queste persone possono essere sessualmente
provocanti e seduttive in situazioni e modi non appropriati, e sono facilmente
influenzabili. Il loro eloquio è spesso impressionistico e manca di dettagli;
per esempio possono esprimere con forza una propria opinione eppure essere incapaci
di sostenerla con argomentazioni appropriate. Il disturbo istrionico di
personalità è più comune tra le donne che tra gli uomini (Corbitt e Widiger,
1995). La comorbilità maggiore si ha con il disturbo borderline di personalità.
Il disturbo narcisistico di personalità: tale disturbo comporta, in
chi ne è affetto, un'idea grandiosa di se stesso e delle proprie capacità;
l'individuo è convinto di essere eccezionale e fantastica continuamente sui
suoi futuri successi. Egli è totalemente concentrato su se stesso e richiede
attenzione costante e ammirazione da parte degli altri, pensa di poter essere
compreso soltanto da persone molto speciali o di condizione sociale elevata. Le
sue relazioni interpersonali sono disturbate dalla mancanza di empatia (vedi
glossario), da sentimenti di invidia, da arroganza, dal tentativo di
approfittarsi degli altri e dalla convinzione di godere di speciali diritti,
come se gli altri fossero tenuti a rendergli favori del tutto particolari e che
non occorre ricambiare. Tale disturbo si presenta frequentemente in
concomitanza con il disturbo borderline di personalità.
Il disturbo antisociale di personalità: è costituito da due componenti
principali, la prima consiste nella presenza del disturbo della condotta prima
dei 15 anni di età, e la seconda è caratterizzata dal protrarsi di queste
modalità di comportamento nell'età adulta. Tra i principali sintomi del
disturbo della condotta figurano le assenze da scuola, le fughe da casa, le
frequenti menzogne, i furti, l'appiccare incendi e la distruzione deliberata
delle proprietà altrui. L'adulto con una personalità antisociale manifesta un
comportamento antisociale e irresponsabile, sotto forma di incapacità di
sostenere un'attività lavorativa continuativa, di infrazioni della legge,
irritabilità e aggressività fisica, inadempienza ai debiti e azioni
sconsiderate. Questi adulti agiscono impulsivamente e sono incapaci di
pianificare il futuro, benché consapevoli delle proprie menzogne e dei propri
misfatti. Essi non manifestano rimorsi e non attribuiscono alcun tipo di valore
all'onestà e alla verità. Il disturbo antisociale di personalità si distingue
dalla psicopatia per alcuni elementi: lo psicopatico è povero di emozioni, sia
positive che negative, non prova alcuna vergogna e possiede la capacità di
affascinare e di manipolare gli altri per il suo vantaggio personale. L'assenza
di emozioni negative rende pressoché impossibile allo psicopatico
l'apprendimento dai propri errori, mentre la mancanza di emozioni positive può
portarlo a compiere atti irresponsabili (Hervey Cleckley, The Mask of Sanity,
1976).
Il disturbo borderline di personalità: L'individuo affetto da
personalità borderline è caratterizzato da instabilità nelle relazioni
interpersonali, nell'umore e nell'immagine di sé; le emozioni possono infatti
subire bruschi e improvvisi cambiamenti (nonostante lo stato umorale più
frequente sia comunque quello rabbioso), così come la considerazione nei
confronti di altre persone, mentre le relazioni sono intense e presentano
periodi di idealizzazione (vedi glossario) e supervalutazione dell'altro, che spesso
virano nella direzione opposta, giungendo anche al disprezzo, nel giro di
pochissimo tempo. Esse si caratterizzano anche per l'esclusività e la breve
durata. L'individuo si presenta polemico, irritabile, sarcastico e permaloso,
molto difficile da gestire per chi vive con lui. Frequenti sono gli
atteggiamenti minacciosi, così come i tentativi di suicidio o di
automutilazione, dovuti al senso di vuoto e depressione che affliggono
cronicamente queste persone; in generale il comportamento autolesivo può comprendere
i comportamenti citati, così come gioco d'azzardo, spese folli, promiscuità
sessuale e abbuffate.
Il senso di sé non è chiaro e coerente e non esiste alcun punto fermo
circa valori, ideali e scelte. Il soggetto borderline teme un abbandono (reale
o immaginario) e per questo compie disperati tentativi di evitarlo; non
sopporta di essere lasciato solo e ha bisogno costante di essere al centro
dell'attenzione altrui. Durante i periodi di forte stress possono manifestarsi
ideazione paranoide e sintomi dissociativi (vedi disturbi dissociativi). La
caratteristica cruciale è comunque rappresentata dalla presenza di relazioni
interpersonali intense e instabili (Modestin, 1987). Il disturbo borderline di
personalità esordisce nell'adolescenza ed è più frequente tra le donne rispetto
agli uomini (Swartz et al., 1990). I più comuni disturbi concomitanti sono
l'abuso di sostanze (Clarkin, Marziali e Munroe-Blum, 1992) nonché i disturbi
istrionico, narcisistico, dipendente, evitante e paranoide di personalità (Morey,
1988).
Gruppo C: ansioso/timoroso
Il disturbo evitante di personalità: tale disturbo affligge le persone
acutamente sensibili anche solo all'eventualità di essere criticate o
disapprovate e che sono perciò riluttanti ad allacciare relazioni
interpersonali, a meno che non abbiano la certezza di essere apprezzate. Se gli
altri dimostrano simpatia nei loro confronti, le personalità evitanti tendono a
dubitare della loro sincerità. Nelle situazioni sociali questi individui sono
inibiti dalla paura di dire qualche sciocchezza o di trovarsi in grave
imbarazzo per via del rossore o di altri segni d'ansia che possono manifestare.
Si ritengono incompetenti e inferiori agli altri, esagerano i rischi, i
pericoli o le difficoltà connessi al fare qualcosa di estraneo alla loro solita
routine.
Il disturbo dipendente di personalità: i soggetti affetti da disturbo
dipendente di personalità si caratterizzano per mancanza di sicurezza e fiducia
in sé, e per eccessivo bisogno di essere accuditi, che si manifesta attraverso
un comportamento sottomesso e adesivo. Questo bisogno fa sì che si sentano a
disagio se lasciati in solitudine, e spesso si preoccupano eccessivamente
all'idea di doversi prendere cura di se stessi. Essi infatti lasciano agli altri
la responsabilità di decidere della loro stessa vita, preferendo non fare
scelte perché temono di perderne l'approvazione, e arrivano a compiere azioni
sgradevoli pur di essere guidati e accuditi. Si mostrano sempre d'accordo con
tutti, anche nel momento in cui sono consapevoli del fatto che gli altri stiano
sbagliando, e hanno grosse difficoltà nell'intraprendere di propria iniziativa
qualsiasi attività, presentando quindi grandi difficoltà nella vita quotidiana,
dovendo sempre essere consigliati e rassicurati.
Spesso subordinano i propri bisogni a quelli degli altri, poichè
pensano che agendo altrimenti potrebbero rovinare le relazioni che hanno
costruito, e nel momento in cui una relazione intima termina, ne cercano
immediatamente una nuova con cui sostituire la precedente. I soggetti affetti
da questo disturbo mostrano sfiducia nelle proprie capacità, pratiche e di
giudizio. Il disturbo si manifesta maggiormente nelle donne, probabilmente a
causa delle differenti esperienze di socializzazione infantile rispetto agli
uomini (Corbitt e Widiger, 1995; Weissman, 1993). Il disturbo dipendente di
personalità si manifesta frequentemente insieme al borderline e a quello
evitante (Morey, 1988), così come spesso viene associato al disturbo distimico,
alla depressione e all'ansia; esso compare nella prima metà della vita adulta.
Il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità: la personalità di
questo tipo è caratterizzata da perfezionismo e preoccupazione per i minimi
dettagli e dall'osservazione scrupolosa di regole, orari e via dicendo. Queste
persone prestano così tanta attenzione ai piccoli particolari da non riuscire
mai a portare a termine un progetto. Si tratta di soggetti orientati più verso
le attività lavorative che verso quelle piacevoli, i quali hanno enormi
difficoltà a prendere decisioni per paura di sbagliare e ad organizzare il
proprio tempo per il timore di concentrasi sulla cosa sbagliata. Spesso le loro
relazioni personali sono scadenti, perché sono ostinati ed esigono che tutto
venga fatto a modo loro. In genere sono seri, rigidi, formali e inflessibili,
soprattutto su argomenti di natura morale. Non riescono a liberarsi di oggetti
ormai vecchi e inutili, anche quando sono privi di qualsiasi valore affettivo;
spesso sono avari e taccagni e vivono al di sotto delle loro possibilità. Il
disturbo ossessivo-compulsivo di personalità si distingue dal semplice disturbo
ossessivo-compulsivo per la mancanza delle ossessioni e delle compulsioni
tipiche di quest'ultimo. Esso presenta un'elevata comorbilità con il disturbo
evitante di personalità.
Riferimenti bibliografici:
Clarkin, J.F., Marziali, E., & Munroe-Blum, H. (Eds). (1992). Borderline personality
disorder: Clinical and empirical perspectives. New York: Guilford.
Corbitt, E.M., &
Widiger, T.A. (1995). Sex differences in the personality disorders: An
exploration of the data. Clinical Psychology: Science and Practice, 2, 225-238.
Kety, S.S.,
Rosenthal, D., Wender, P.H., Schulsinger, F. (1968). The types and prevalence
of mental illness in the biological and adoptive families of adopted
schizophrenics. In D. Rosenthal & S.S. Kety, The transmission of
schizophrenia. Elmsford, NY: Pergamon.
Morey, L.C. (1988).
Personality disorders in DSM-III and DSM-IIIR: Convergence, coverage, and
internal consistency. American Journal of Psychiatry, 145, 573-577.
Modestin, J., (1987).
Quality of interpersonal relationships: the most characteristic DSM-III BPD
characteristic. Comprehensive Psychiatry, 28, 397-402.
Swartz, M., Blazer,
D., George, L., & Winfield, I. (1990). Estimating the prevalence of
borderline personality in the community. Journal of Personality
Disorders, 1990, 257-272.
Weissman, M.M.,
(1993). The epidemiology of personality disorders: a 1990 update. Journal
of Personality Disorders, 7, 44-61.
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