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lunedì 14 maggio 2012

LA SIMULAZIONE NELLA FORMAZIONE A DISTANZA


di Giuseppina D’Auria

La realizzazione di una ricerca, e di un relativo sito web, sull’uso delle simulazioni al computer come strumenti di apprendimento è il risultato di un percorso di studi, condotto dall’Area Risorse Strutturali e Umane dei Sistemi Formativi dell’Isfol con l’Istituto di Scienze e Tecnologie della Cognizione del CNR, sul ruolo delle simulazioni nell’e-learning.
Gli autori sono diversi (Daniele Denaro, Claudia Montedoro, Domenico Parisi, Dunia Pepe, Massimiliano Schembri) ed è stato pubblicato un libro che ne raccoglie i risultati dal titolo “La simulazione nella formazione a distanza: modelli di apprendimento nella knowledge society” .
In particolare, è stato realizzato un modello simulativo di alcuni aspetti della globalizzazione culturale e sono state poste a confronto due diverse modalità di apprendimento in un contesto di uso delle nuove tecnologie a fini formativi: una modalità verbale ed una basata sull’esperienza.
L’obiettivo è stato quello di mostrare l'importanza dei modelli simulativi nel campo della formazione, in quanto modelli capaci di affermare il ruolo attivo dell'apprendimento nei processi di costruzione del sapere caratteristici della società della conoscenza. Il sito web realizzato permette di accedere ad un esempio concreto di simulazione sul fenomeno della globalizzazione culturale ed è accessibile all’indirizzo http//gral.ip.rm.cnr.it/Global/GlobalHome.html
Le ricerche muovono dal presupposto che i modelli tradizionali di formazione a distanza hanno introdotto importanti cambiamenti nello strumento di trasmissione della conoscenza, rappresentato dalla rete e non dalle parole di un docente o di un testo, ma non nel modo in cui avviene il processo di conoscenza visto che questo rimane sostanzialmente legato alla ricezione passiva di un sapere trasmesso a distanza.
Rispetto a questo modello passivo di conoscenza, il modello di simulazione presentato nel lavoro dell’ISFOL intende mostrare un significativo mutamento di prospettiva nella misura in cui realizza un modello di apprendimento fondato non tanto sul linguaggio quanto sull’esperienza.
In tal senso, da un punto di vista teorico, sottolinea la rilevanza non solo di quelle tematiche in diverso modo connesse all’affermazione della società della conoscenza, ma anche di quei modelli della conoscenza in cui è l’individuo stesso il principale artefice del proprio universo di interpretazione e di costruzione della realtà.
All’interno di questo contesto, le tematiche sulla società della conoscenza e sull’apprendimento attivo sono fortemente legate al discorso sull’apprendimento lungo l’arco di vita.
Difatti, è proprio in questa dimensione dell’apprendimento che si situa oggi la rilevanza dell’apprendimento a distanza, quale modello di conoscenza fortemente legato alle enormi potenzialità offerte della tecnologie della comunicazione.
“Il computer rappresenta un elemento centrale nel discorso sulla modernità e sulla razionalità della società occidentale nella misura in cui esteriorizza nelle macchine quella razionalità che precedentemente aveva trovato posto solo nella mente umana e dentro le organizzazioni sociali degli esseri umani” (Parisi Domenico, in Denaro-Montedoro-Parisi-Pepe-Schembri, La simulazione nella formazione a distanza: modelli di apprendimento nella knowledge society, in www.isfol.it –Formazione e cambiamento, Webmagazine sulla formazione Anno V – Numero 37, ottobre 2005).
Nella specifica prospettiva delle ricerche e degli studi presentati nel volume, il computer può rendere possibile un nuovo modo di conoscere la realtà, attraverso la creazione di una realtà virtuale, di una sua copia semplificata, vale a dire attraverso la sua riproduzione all'interno di una simulazione. Ma cosa sono le simulazioni? Per prima cosa sono strumenti di ricerca scientifica e di progettazione e realizzazione di artefatti tecnologici. Ma le simulazioni sono anche laboratori sperimentali. Permettono di agire sui meccanismi e sulle variabili che stanno dietro ai fenomeni e di osservare le conseguenze di queste manipolazioni. Sono infine nuove realtà, realtà artificiali perché create da noi ma altrettanto reali della realtà che non abbiamo creato noi.
Nel quadro dei processi di innovazione dei sistemi formativi connessi all’e-learning, le simulazioni possono diventare efficaci strumenti di apprendimento in diversi contesti: scuola, formazione, formazione professionale, manageriale, riqualificazione degli adulti.
Apprendere attraverso il vedere e il fare, grazie ad una simulazione, non solo consente di apprendere anche a persone che non hanno necessariamente una grande familiarità con il linguaggio verbale, ma può consentire a larghe fasce di utenti di apprendere attraverso l’osservare e l’agire, con risultati di comprensione e coinvolgimenti motivazionali spesso non ottenibili usando esclusivamente il canale del linguaggio verbale.
Dal punto di vista dei mutamenti e delle innovazioni che interesseranno inevitabilmente gli sviluppi dei
sistemi di formazione a distanza, la novità fondamentale è che, per la prima volta nella storia dell’educazione, la figura di chi è esperto dei contenuti si scinde dalla figura di chi è esperto nella comunicazione dei contenuti, e si pongono domande difficili su come fare interagire queste due diverse
figure. La multimedialità digitale pone problemi nuovi e complessi e richiede, per risolverli, competenze e capacità che, diversamente dalle capacità linguistiche, non si possono considerare come naturalmente presenti nelle persone.
Nel campo della formazione, tutto questo comporta dei cambiamenti delle cui conseguenze ancora non ci rendiamo pienamente conto. I compiti che abbiamo davanti tuttavia sono abbastanza chiari. Si tratta in primo luogo di definire in concreto e con precisione, attraverso gli strumenti di analisi forniti da discipline come la psicologia, la pedagogia, le scienze della comunicazione, l’informatica, ma soprattutto attraverso esperienze concrete di produzione di materiali multimediali, quali sono le nuove competenze e le nuove professionalità.
In secondo luogo si tratta di definire in quali modi queste nuove competenze e professionalità possono essere organizzate, quali possono essere possedute da un’unica persona e quali vanno invece distribuite su persone diverse, in quali modi e all’interno di quali strutture di formazione possono essere acquisite, con quali corsi e attività di formazione e nell’ambito di quali discipline possono essere riconosciute.
In questo settore della formazione si pongono una serie di problemi, già in qualche modo riconosciuti e discussi ma non risolti.
Ad esempio c’è il problema se richiedere, per chi deve produrre i nuovi materiali di apprendimento, una formazione di base di tipo cognitivo, pedagogico, o addirittura di creatività grafica e artistica, oppure richiedere una formazione di base di tipo informatico. E’ evidente la necessità di entrambi i tipi di sensibilità e di formazione, ma questo non significa che mettere insieme in modo equilibrato e complementare le due sensibilità e le due competenze risulti facile.
Un altro problema è come far confluire nella produzione dei nuovi materiali di apprendimento esperienze e competenze che sono state sviluppate altrove, ad esempio nel campo dei giochi elettronici o nel campo della pubblicità e del marketing. Visualizzazioni, animazioni, interfacce interattive, simulazioni, hanno un ruolo centrale nei giochi, mentre l’uso della visualità per scopi di comunicazione e di modificazione della “testa” delle persone caratterizza da sempre la pubblicità e il marketing.
All’interno di una prospettiva più generale se, da un lato, l’universo della formazione specialmente al livello della scuola e dell’università e un po’ meno al livello della formazione professionale, aziendale e manageriale, tende ad essere sostanzialmente stabile, d’altro lato, l’universo delle nuove tecnologie e della comunicazione sociale è un mondo innovativo e soprattutto è un mondo aperto, in cui ogni settore travalica in altri settori e cerca intenzionalmente di non vedere i confini tra i diversi settori e le diverse applicazioni, non fosse altro che per ragioni economiche, cioè per sfruttare di più e meglio quello che si è inventato in un settore applicandolo anche in altri settori. Il problema è quindi di aprire all’innovazione, alla flessibilità e alla interazione tra applicazioni diverse il mondo della formazione. Si pensi al possibile uso, per scopi di formazione, di strumenti di comunicazione diversi come il personal computer, Internet, il telefono cellulare nelle sue diverse versioni, le apparecchiature di gioco collegabili al PC e7o alla televisione, i computer palmari e, nel prossimo futuro, anche la televisione digitale.
Si rileva la tendenza e l’importanza, da parte degli attuali sistemi della formazione, di adeguarsi proprio alla nuova dimensione sociale, configuratasi in questi ultimi decenni, legata al passaggio dalla stabilità e continuità all'instabilità e al mutamento discontinuo. E questo all’interno di un universo in cui anche i percorsi lavorativi e professionali appaiono e scompaiono, le competenze evolvono e diventano obsolete in brevissimo tempo. Anche nei contesti professionali oggi si pone una difficoltà ormai da tempo familiare a chi opera nei contesti scientifici: tutto può risultare pertinente, ma non nello stesso modo e non nello stesso momento. Nell’universo dei saperi in rete i confini delle competenze non sono più rigide barriere.
La moltiplicazione delle relazioni tra individui è resa possibile oggi sia dall’estensione delle interazioni reali, legata alla globalizzazione, sia dall’estensione delle relazioni virtuali, legata alle tecnologie della
comunicazione. Anche i concetti di cultura e territorio, non sono più legati da un rapporto d’implicazione diretta, perché la vicinanza spaziale non è più condizione necessaria per le relazioni tra individui e per la determinazione della loro identità collettiva: le nuove forme della comunicazione e dell'innovazione tecnologica hanno messo in crisi quella forma di costruzione dell'identità culturale che si basa sulla contiguità spaziale.
Le varie forme di multimedialità e di ipertesto hanno messo in discussione le divisioni tradizionali delle sfere comunicative che spettavano alla scrittura, all’oralità, all’immaginazione, con mescolanze e connessioni che hanno già trasformato gli orizzonti della ricerca e della formazione.
La presente ricerca sottolinea l’emergenza, all’interno di questo mondo caratterizzato da differenti livelli di realtà, di nuove forme di cittadinanza, nuove identità, sulla linea di confini spesso invisibili. “Questo mondo è fatto di derive, trascinamenti, rotture, scivolamenti, tutte figure di una spazialità che si aggiunge a quella che conosciamo: fatta di centri, di soglie, di confini.
Tale spazio è definito tanto dal movimento dei popoli, dalla ridefinizione delle loro identità geografiche e culturali, quanto dal movimento della comunicazione e dagli universi che questa costruisce e ricostruisce continuamente attraverso canali del tutto sconosciuti in precedenza.
L’identità dell’uomo rimane comunque legata alla sua capacità di far riferimento ad un luogo preciso che rappresenta per lui baricentro, di seguire un filo rosso che pare configurarsi, per ciò che riguarda gli universi della formazione distanza e dell’apprendimento in rete, proprio nella possibilità e nella capacità di costruire autonomamente percorsi di crescita personale e professionale che li accompagnino lungo l’intero arco dell’esistenza.

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