Non sempre la politica si è espressa e si
esprime nella forma dello Stato. Organizzazioni
politiche che si fondano su sistemi di fedeltà personali, come il sistema feudale,
istituzioni complesse come le póleis greche
o l'impero romano, sistemi tribali di vario tipo, hanno poco a che vedere con
quella forma di organizzazione politica che è lo "Stato moderno". Inoltre,
secondo molti studiosi lo Stato come si è configurato nel corso dell'età moderna
sarebbe oggi in crisi, non riuscirebbe più a gestire efficacemente lo spazio
politico. Tuttavia, non si è
ancora affermato un tipo di organizzazione politica effettivamente diversa dallo Stato. Per la comprensione della società
contemporaneae rimane perciò ancora essenziale analizzare il senso e la funzione dello Stato come istituzione che organizza il governo
sociale della cosa pubblica, cercando di ricostruirne
l'ossatura, i suoi rapporti con i principali attori sociali,
le sue resistenze ai mutamenti.
Quando si parla di educazione alla partecipazione
politica o ci si interroga sulla riforma dello "Stato del benessere" o sulla
crisi della "forma partito", quando ci si chiede in che misura uno Stato sia
veramente "democratico" e quale sia il reale rapporto tra i cittadini e il
potere, allora si apre la domanda sull'organizzazione dello spazio politico. A
tale domanda la ricerca sociologica cerca di rispondere dal proprio punto di
vista, innanzi tutto mirando a chiarire che cosa connoti lo Stato (inteso come
istituzione che nelle nostre società ha il compito primario di organizzare lo
spazio politico), sia in base alle funzioni che esso svolge, sia in relazione
alle strutture sociali in cui si realizza.
Originariamente, nella filosofia classica (per esempio, in Aristotele) la parola greca politiké
indicava l'ambito stesso della vita collettiva, un vivere associato in
comunione, una comunità nella quale i cittadini gestivano il bene
comune tramite rapporti faccia a faccia. L'ambito del politico era
insomma l'ambito stesso del sociale e la gestione del potere era di
tipo orizzontale, con una base della piramide molto allargata e un
vertice molto basso. Le cose mutano radicalmente già in epoca romana,
quando la civitas (termine latino che traduce il greco pòlis) acquista delle dimensioni che sorpassano di gran lunga la possibilità del "vivere politico" consentito dalla pòlis greca. La civitas romana si configura come una civilis societas,
comunità di cittadini, organizzata giuridicamente, e la sfera della
politicità tende a definirsi (almeno ai tempi di Cicerone, che definiva
la civitas come l'aggregazione umana fondata sul consenso
della legge) come sfera della giuridicità. Non emerge ancora, però, e
non emergerà nemmeno durante il Medioevo (epoca in cui la politica è
vista in chiave teologica ed è associata indissolubilmente all'etica),
quella proiezione verticale che lega l'idea di politica, cioè di
gestione della cosa pubblica e del bene comune, all'idea di potere, di
comando, né si ritrova l'idea correlativa di uno Stato sovraordinato
alla società.
In sintesi
Il problema | Solo nell'età moderna la sfera della politica acquista una sua autonomia. |
Lo Stato | Parallelamente all'autonomia del politico emerge in Europa, in forme diverse che subiscono una rapida evoluzione, lo Stato moderno. |
La "forma" Stato | Attualmente la "forma" dello Stato indica una struttura a elevata complessità (la struttura organizzativa, dal punto di vista giuridico-amministrativo, della società), dotata di sovranità sul suo territorio. |
Le caratteristiche dello Stato | Rispetto ai concetti di potere e autorità lo Stato può essere definito come quella parte della società che ha il potere, la forza e l'autorità per allocare le risorse e i servizi del sistema sociale. |
Le teorie sullo Stato | La teoria del conflitto e quella funzionalista offrono due diverse interpretazioni del modo in cui gli Stati si servono del potere. I teorici del conflitto sottolineano la concorrenza tra vari gruppi per risorse limitate, mentre i funzionalisti mettono piuttosto in rilievo gli aspetti cooperativi del potere politico. |
La democrazia | Uno degli aspetti più importanti dello sviluppo dello Stato moderno è il suo legame con la democrazia. Per il sistema democratico il potere è legittimo soltanto quando deriva dal popolo e si fonda sul suo consenso. |
Il problema del controllo del potere | Relativamente al problema del controllo del potere nelle democrazie C. Wright Mills afferma, prendendo come esempio gli Stati Uniti, che la politica è dominata da una ristretta e potente élite formata dalle persone che presiedono le organizzazioni più potenti. Altri studiosi, tra cui David Riesman, sostengono una visione più pluralista della gestione del potere nelle democrazie. |
I partiti politici | A dominare i meccanismi della partecipazione politica nei paesi democratici sono oggi per lo più i sistemi di partito, i quali hanno svolto nel secondo dopoguerra un ruolo fondamentale di integrazione sociale e di produzione della classe dirigente in quasi tutte le nazioni occidentali. Oggi le tradizionali forme di partito sono in crisi e si è alla ricerca di altri strumenti di mediazione e integrazione politica. |
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