di Giuseppina D’Auria
Nell'ambito
della promozione della cittadinanza europea attiva, la Commissione Europea ha
pubblicato un invito volto a
promuovere eventi pertinenti ai gemellaggi tra città, che contribuiscano ad
avvicinare maggiormente le popolazioni dell'Unione Europea ed a rafforzare la
coscienza europea. Il “bello” dei programmi comunitari è la possibilità
di poter vedere sovvenzionate le idee progettuali ritenute valide, naturalmente
a condizione che ne sussistano tutti i requisiti formali e sostanziali.
Nello specifico, ci riferiamo al
Progetto di gemellaggio presentato, nello scorso triennio, dalle
amministrazioni comunali di un paesino calabrese, di circa 5000 anime e del
nuovo Progetto, voluto dalle amministrazioni di tre paesini della
Moravia-silesia, appena realizzato.
Tali amministrazioni hanno
immaginato di potersi gemellare utilizzando i fondi stanziati per gli “incontri
tra cittadini”, a tal scopo erogati dalla Comunità Europea, per sostenere le
spese di vitto e alloggio delle comunità ospitanti e le spese di viaggio delle
comunità ospiti.
Nello scorso anno si è tenuto un
primo evento di gemellaggio qui in Italia, per la precisione a Santa Maria del Cedro (CS), nella zona dell’Alto
Tirreno della Calabria, fortemente voluto dalla amministrazione comunale
uscente; condiviso, con grande sensibilità, e
realizzato dalla neo eletta amministrazione.
A tale evento, ipotizzato, in
fase progettuale, come preparazione di un gemellaggio e realizzato nel novembre
2004, ne è seguito un altro, concretizzato nel mese di novembre 2005 mediante
un nuovo finanziamento e giustificato come attuazione dell’incontro preparato
nell’anno precedente.
Noi siamo state incaricate di progettare
l’incontro e di organizzare le attività burocratiche e amministrative.
Il coordinamento delle persone e
dei mezzi è avvenuto in fasi successive alla comunicazione, da parte della
Direzione Generale Istruzione e Cultura della C.E., della bontà e validità
progettuale nonché dei termini iniziale e finale dell’evento. Pertanto abbiamo
iniziato con la predisposizione di fotocopie dei documenti di identità dei
partecipanti. Per i minori non in possesso della carta di identità è servita
una documentazione speciale il cui iter procedurale per ottenerla è stato
suggerito dagli impiegati Settore Anagrafe e stato civile del Comune di Santa
Maria del Cedro.
Abbiamo inviato richiesta formale
all’Istituto alberghiero di Praia a Mare (CS) per la partecipazione degli
studenti, di Santa Maria, specializzati nel settore cucina e per il docente
accompagnatore, simile a quella fatta per il Liceo scientifico di Scalea.
Abbiamo pensato anche ad un
adempimento facoltativo: il certificato di assistenza medica all’estero (per il
nostro Distretto Sanitario è ancora necessario recarsi presso gli uffici della ASL
e compilare un modulo; in città esiste il servizio telematico che permette
l’utilizzo della tessera sanitaria magnetica, inviata dal Ministero
dell’economia e delle finanze tramite l’Agenzia delle Entrate).
Per i minori, e per gli studenti
in genere, abbiamo chiesto l’autorizzazione dei genitori, ottenuta tramite
presidenza del Liceo scientifico, dell’Istituto alberghiero e delle Scuole medie
inferiori.
Abbiamo definito l’elenco dei
partecipanti (distinti in Rappresentanti delle amministrazioni e
Istituzioni locali, Imprenditori e
Artigiani, appartenenti a gruppi
svantaggiati, rappresentanti dell’associazionismo
locale, operatori sociali, uomini e
donne di Santa Maria, adolescenti e giovani studenti, banda musicale,
insegnanti, artisti) utilizzando obbligatoriamente le prescrizioni della C.E.
indicate sulla modulistica progettuale, che propone una suddivisione percentuale
dei rappresentanti delle categorie sociali previste.
Tale elenco è servito per la
comunicazione alla C.E. dei cittadini impegnati nell’evento; inoltre è stato
utilizzato per le formalità amministrative negli alberghi utilizzati per il
pernottamento e il soggiorno a Tarvisio ed a Silherovice.
La richiesta dei preventivi e la gara
pubblica per gli alberghi e per i mezzi di trasporto sono state ultimate nelle
due settimane precedenti la data di partenza.
Abbiamo raccolto l’invito al recupero
degli antichi sapori della cucina tradizionale e, a tal proposito, abbiamo
deciso di portare degli assaggi di prodotti tipici per la “Festa dei popoli”,
organizzata nella sala della cultura del Comune di Bolatice.
La cittadinanza di Santa Maria
del Cedro ha contribuito alla riuscita di tale scambio enogastronomico con
donazioni spontanee di liquori e creme al cedro, limoncello, nocino, biscotti e
paste di mandorla al cedro, canditi di cedro, fichi secchi ripieni di mandorle
o noci, panicelli d’uva, taralli con lo zucchero, cantucci al cedro, mandarini,
molte collane di peperoni secchi da friggere sul posto, sott’oli –melanzane e
zucchine- sopressate, salsicce, capicolli,
prosciutti, formaggi, pane fresco fatto in casa, caffè e zucchero (con
grossa macchina moka utilizzata per preparare il caffè durante la festa di
piazza), qualche damigiana di vino, cipolle di Tropea e aglio, spaghetti e pepe
rosso macinato.
Oltre al cestino-omaggio contenente
gli stampati ed i prodotti tipici per gli amministratori e le personalità
incontrate nei paesi Cechi, c’è stata la felice idea, realizzata grazie
all’opera di un artigiano dell’Alto Tirreno, di creare una targa-ricordo per il
comune polacco (Rudy, in provincia di Ratiborz) gemellato con Hlucin, per le
scuole alberghiere di Silherovice e di
Opava, per i Sindaci di Bela e di Kravare.
Si è pensato di predisporre un kit
di lavoro per i partecipanti al viaggio, consistente in una cartellina, fogli
bianchi, una penna, il programma delle attività con informazioni dettagliate
sugli impegni di lavoro giornalieri e sugli orari da rispettare, con lo scopo
di fornire il materiale necessario per prendere appunti, scrivere impressioni o
lasciare semplicemente il proprio indirizzo.
L’Ufficio stampa ha coordinato, assieme ad una giornalista
locale, e prodotto giornalmente durante il soggiorno in Rep. Ceca, una serie di
interviste, relative all’evento, somministrate
alle personalità di spicco intervenute, al Preside della scuola media
italiana, alla corrispondente Preside ceca, al Preside dell’Istituto alberghiero
ceco e al Vice-Preside Italiano, ai Presidi dei Licei scientifico e classico
italiano e ceco, con lo scopo di dare massima rilevanza all’evento, di avere
traccia del lavoro svolto e di sfruttarne la ricaduta d’immagine positiva per
l’amministrazione.
Abbiamo coinvolto i docenti di
musica delle medie, li abbiamo stimolati a produrre un programma di lavori per
i ragazzi, che è stato prontamente attuato in più occasioni, in collaborazione
con gli elementi della banda musicale paesana.
Lo scambio culturale è avvenuto
anche attraverso le interpretazioni musicali e canore dei nostri giovani
intervallate da quelle dei ragazzi dei paesi cechi. Sono stati interpretati
molti brani da intrattenimento per le serate, brani classici, brani
folkloristici, gli inni nazionali italiano e ceco, il Nabucco e l’inno europeo (inno
alla gioia).
Se tutto procederà per il meglio,
e le amministrazioni coinvolte vorranno perseverare nelle attività iniziate e
sostenere la creazione di rapporti internazionali a livello orizzontale come
fatto sin ora, con lo scopo di approfondire la tematica dei poteri decentrati
dello Stato, bypassando le Istituzioni Italiane e Ceche a livello verticale,
esisterà la possibilità di chiedere, per una ultima volta, il finanziamento di
un ulteriore viaggio e soggiorno per scambi tra le comunità gemellate.
Le finalità ultime di un gemellaggio
non si riducono al viaggio-soggiorno (ricco di escursioni) e al rientro in patria con un bagaglio di ricordi e
belle esperienze, ma sono più profonde: concernono le molteplici possibilità di
sviluppo e interazione reciproca che le comunità riescono a proporre.
Riguardano le interdipendenze che
i singoli producono, con i propri costruttivi apporti all’evento generale, e le
reciproche ricadute di diverso spessore culturale e sociale. Le aspettative dei
partecipanti sono state in parte realizzate nello scambio interpersonale di
notizie e informazioni su abitudini, costumi, cultura della legalità e dello
Stato, formazione, lavoro, diritti sociali, doveri dei cittadini, socialità e
metodologie di scambi interculturali delle giovani generazioni su tematiche
care alla C.E. quali razzismo, xenofobia, odi razziali, formazione e lavoro dei
giovani.
Durante i lavori della Conferenza, tenutasi presso l’Università di Opava, assieme
al Preside di Facoltà e alla Direttrice del Dipartimento di Italianistica,
abbiamo ipotizzato la possibilità di gemellarci allo scopo di attuare Seminari
di formazione per le persone responsabili dei gemellaggi, per gli studenti Cechi
in Italia e per quelli Italiani in Rep. Ceca o per chiunque volesse partecipare
ad attività di formazione universitaria in ateneo italiano o ceco. Si è fatto
il punto su alcune differenze del sistema di studi e di carriere universitarie
apprezzando molto la possibilità, offerta ai cittadini cechi, di poter
frequentare gratuitamente tutti i curricula formativi e le modalità di accesso
ai dottorati di ricerca o alle docenze a contratto.
L’integrazione dei popoli avviene
per mezzo della conoscenza diretta degli stessi, tramite la possibilità di
appurare l’esistenza di diversi stili di vita, tradizioni e abiti culturali
che, in fondo, pur realizzandosi mediante rituali diversi, scoprono gli uomini molto
simili tra loro.
Un ulteriore passo è stato
compiuto dal Vice-preside dell’Istituto alberghiero di Praia a Mare (Cosenza)
il quale, facendosi portavoce del Capo d’Istituto e del Consiglio dei Docenti,
ha consegnato al Preside del corrispondente Istituto di Silherovice (Rep. Ceca)
una bozza di Convenzione, concernente la possibilità di stage e tirocini di
formazione per gli studenti italiani già dal mese di maggio 2006.
I
simbolismi, se condivisi, servono a tenere coesa la popolazione, a fornire
valori comuni nei quali riconoscersi come unità nazionale; noi siamo andati
oltre e abbiamo pensato sia importante avere valori condivisi ma necessario, principalmente,
renderli operativi attraverso l’attuazione pratica di buone prassi comuni.
La
comunità di santamarioti e quelle di Hlucin, Silherovice, Bolatice e Dolni
Benesov hanno riflettuto assieme, durante convegni e seminari, sui valori
comuni (su quelli condivisi, sui valori nazionali e su quelli che hanno
riconosciuti validi ma non condivisi dalle proprie cittadinanze); su tradizioni
e rituali collettivi, come quella ancestrale di offrire il pane e il sale, condivise
dal nostro popolo Italiano e da quello Ceco. Hanno per entrambi origini
antiche, dovute a stagioni storiche diverse, ma
spiegazioni molto simili.
La
Repubblica Ceca rappresenta da sempre il crocevia fra le diverse culture
europee. Il marcato profilo culturale delle città ceche, delle residenze di
campagna e delle località termali, è sempre stato fonte d’ispirazione per i
visitatori e per gli ospiti. Il quadro della cultura locale è completato,
naturalmente, anche dalle tradizioni tipiche, dalla cucina ceca e dal folklore.
Ad esempio, l’abitudine consolidata, di utilizzare le pantofole, al posto delle
scarpe, negli ambienti scolastici e di lavoro, connota fortemente l’indirizzo
personalistico del popolo ceco, di rispetto per le esigenze del singolo,
mettendo in risalto anche il recente passato storico.
Le persone sono alla base di
qualsiasi rapporto, le singole specificità danno colore alla massa: Essere,
Valore e Senso non sono mai stati più connaturati tra loro sin d’ora nel
dimostrare le proprie sinergie e specificità.
Naturalmente, un gemellaggio
tende ad evidenziare ciò che di meglio una comunità può esprimere e ciò che di migliore una cittadinanza
possiede in termini di sapere, saper essere e saper fare. L’empatia e
l’emotività hanno fatto da collante tra le persone che, rallentate dalla
barriera della lingua, hanno cercato e trovato con costanza similitudini e
somiglianze tra loro e, ove non ce ne fossero, hanno creato nuovi legami con lo
spirito dei pionieri, dei costruttori di ponti, per unire terre tanto lontane
geograficamente ma molto vicine in termini di realtà umana.
I giovani, in special modo, hanno
rilevato e condannato tutta la negatività della globalizzazione ed i suoi simboli
in termini di catene di discount e di
colossi internazionali della ristorazione, di marche e brands legate al mondo della moda, leggendoli come fili rossi
di una mega ragnatela che, ormai, avvolge il globo, coprendo i fili
multicolori e multisfaccettati
delle singole realtà locali.
Essi hanno avuto modo di
discorrere molto sia in inglese che tramite una interprete, hanno rilevato le
similitudini tra gusti, abitudini, aspirazioni per il futuro ma, soprattutto,
hanno assorbito come spugne, avidi della necessità di fare tesoro di
ogni piccola esperienza, qualsiasi forma di conoscenza culturale venisse loro
prospettata e non solo tramite i confronti più o meno impegnati ma anche per
mezzo di giocose partite di booling e di golf.
L’evento è durato ben dodici
giorni, ha sviluppato un programma denso di attività culturali, educative e
formative, turistiche e ludico-ricreative ed ha creato sinergie e ponti verso
il futuro.
Ogni giorno è stato un grosso
“contenitore” di esperienze che le comunità, nelle persone dei propri
partecipanti, sentono di dover e voler trasferire a chi è rimasto a casa, in
termini di buone pratiche apprese e di idee concrete da poter realizzare per
migliorare il proprio stile di vita.
La partecipazione alla Santa
Messa domenicale, ai pranzi e alle cene di gruppo, alle passeggiate ed
escursioni tra ville, castelli e palazzi nobiliari, musei e biblioteche, parchi
e laghi, cittadine più o meno grandi e piccole, alle visite guidate nelle
fabbriche, alla miniera, alle scuole di ogni ordine e grado non ha escluso la
possibilità e la realizzazione giornaliera di conferenze allargate alla
cittadinanza.
La maggioranza del popolo ceco è
cattolica; abbiamo notato la presenza di chiese e cattedrali e l’assenza di
comunità di religiosi e di religiose; molto presenti sono le forme laiche di
assistenzialismo e servizi alla persona per le categorie protette e
svantaggiate e le modalità di autofinanziamento delle stesse, probabilmente a
causa del recente passato storico, di repressione e di livellamento sociale
attuato dal vecchio regime comunista, antecedente l’attuale Democrazia
repubblicana.
Sono state sviluppate le
tematiche relative allo sviluppo della Regione Calabria (in rapporto alla
Regione Moravia-silesia) e delle autonomie locali, alla cittadinanza europea
attiva e alla progettazione europea; abbiamo appreso e apprezzato le politiche
attuate in agricoltura e per le attività
produttive locali. L’organizzazione pubblica dell’educazione e della formazione
delle nuove generazioni è legata alla possibilità di inserirsi in meccanismi di
lavoro oltre che dal ventaglio di proposte in ambito comunitario.
Si è discusso molto del ruolo
dello Stato e dei poteri decentrati dello stesso, della possibilità di creare
pari opportunità mediante nuovi e migliori posti di lavoro. Si è segnalata la
rilevanza delle diversità culturali che ci stimolano alla crescita nella
valorizzazione delle differenze, le occasioni di scambi nel settore del turismo e del tempo libero.
Ogni partecipante ha dato il suo
contributo in termini di umanità e idee; si sono ipotizzate nuove prospettive
comuni in campo umanitario e associativo internazionale; sono stati percorsi
itinerari che portano alle interazioni tra istituzioni scolastiche superiori e
universitarie per favorire la mobilità tra gli studenti e la possibilità di
effettuare stage e tirocini formativi e
professionalizzanti, che esulano
dai programmi europei di mobilità per gli studenti, i docenti e ricercatori
perché puntano sul rafforzamento del rapporto di gemellaggio tra le nostre due
comunità italo-ceca.
Siamo modestamente soddisfatti
dei passi effettuati e delle strade percorse fin ora; ogni cammino, prima o
poi, porta ad un bivio, ogni crocevia presuppone delle scelte, ogni opzione è
portatrice di nuovi percorsi, nuove strade da intraprendere. Pensiamo che
l’intima ragione d’essere di un gemellaggio è l’abbattimento di barriere, di
qualsiasi natura, per favorire l’integrazione dei popoli, la creazione di
sinergie positive tra persone, la circolazione delle idee e l’offerta di nuovi
itinerari comuni e/o convergenti da percorrere.
Agli amministratori e alle
progettiste restano la soddisfazione di aver prodotto un’idea e il
compiacimento per le modalità con cui è stata attuata; le cittadinanze hanno
iniziato a percorrere assieme un itinerario che le rende più prossime.
Un ragazzo della nostra rappresentanza
ha scritto che è stata una esperienza
molto bella e divertente e sarà molto difficile da dimenticare. Noi
aggiungiamo che la Memoria deve essere Nota,
Documento, Cenno, Ritenzione di tutto quanto è stato vissuto e condiviso; non
deve connotarsi come mera facoltà ritentiva ma ha il dovere di indicare ciò che
è stato suggerendo ciò che potrebbe essere in divenire. Alle nuove
generazioni il compito di condividere le scelte, le strade e le prospettive di
coloro che hanno iniziato un percorso di crescita comune con l’onere e l’onore
di superare gli individualismi, di dover e poter aggiungere, costruire,
consolidare e scommettere su un futuro comune.
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