Tesi di Laurea in Sociologia Generale.
In nome del “dovere”. Selezione e Formazione
degli operatori dell’ordine.
Noi
tutti siamo abituati alla “presenza” della Polizia. La osserviamo nelle volanti
o ai “posti di controllo” sulle strade, molte volte di sfuggita, mentre
passiamo per andare al lavoro; d’inverno, con il ghiaccio, quando andiamo a
sciare, oppure d’estate, quando siamo incolonnati sulle autostrade, in file
interminabili, in partenza per le vacanze, o, ancora, alla frontiera.
La sua
“presenza” è spesso notata nelle stazioni ferroviarie o negli aeroporti. I
media, negli ultimi mesi ce la presentano agli sbarchi dei clandestini… La
vediamo impegnata negli stadi o nelle risse all’uscita dalle discoteche, il
sabato sera… magari mentre rileva qualche incidente mortale e, ancora, nelle piazze
a sedare manifestazioni violente oppure in cortei, a cavallo, nelle
manifestazioni pubbliche, in moto nelle scorte a gare ciclistiche…
Queste
“manifestazioni” della presenza della polizia sul territorio e nelle più
diverse circostanze non sono che la punta dell’iceberg. Un mondo che non siamo
abituati a tenere nel debito conto, presi dai nostri pensieri e dalla routine
quotidiana… La presenza sul territorio è fatta di tanti piccoli ma grandi
“servizi” che la polizia offre per garantire protezione e sicurezza alla nostra
vita.
Negli
ultimi anni si è sviluppato il crimine informatico e telematico e si è reso
necessario l’intervento repressivo nonché l’azione preventiva, anche in questi
ambiti, con attività molto meno eclatanti di quelle a cui siamo abituati dai
media, ma non per questo meno importanti.
La
presenza della Polizia di Stato sul territorio si realizza per mezzo di una
rete di reparti, che hanno fini e funzioni diverse, istituiti proprio allo
scopo di assicurare e garantire, secondo il proprio motto “sub lege, libertas”,
il nostro bene più prezioso.
Le
volanti e il “113”,
la stradale, la ferroviaria, la polizia di frontiera, quella del mare e della
montagna, la postale e delle comunicazioni, il servizio aereo, i reparti
mobili, i cinofili, il reparto a cavallo, gli artificieri ed i tiratori scelti,
la scientifica, l’U.A.C.V. (unità per l’analisi del crimine violento), i
N.O.C.S., la banda musicale, i gruppi sportivi “fiamme Oro”: tutti questi
reparti concorrono a garantirci le condizioni di una pacifica e civile
convivenza.
Riportiamo,
qui di seguito, alcuni dati significativi, relativi ai reparti appena
menzionati, allo scopo di passare in rassegna brevemente le attività della
polizia ma anche e soprattutto per motivi che attengono alla chiarezza e completezza del nostro lavoro.
II "113" è il primo contatto tra la Polizia e il cittadino ed
è la prima occasione di riferimento e di coordinamento per ogni attività di
emergenza e di soccorso. “E’ qui che la Polizia trova, nell'immediatezza, le soluzioni
più efficaci alle richieste di tutela e di protezione di tutti coloro che si
trovano in condizioni di bisogno. La domanda di sicurezza sempre più crescente rende indispensabile la
possibilità per i cittadini di rivolgersi alla Polizia in ogni momento del
giorno e della notte, in qualsiasi giorno dell'anno” (1). Il "113" è quindi diventato sempre più
anche il punto di riferimento per le categorie più deboli in questa nostra società: anziani
soli, portatori di handicap, tossicodipendenti, donne e minori vittime di
violenze. Garantire le condizioni necessarie per assicurare a tutti i cittadini
una serena convivenza è l'obiettivo sul quale il Dipartimento della Pubblica
Sicurezza punta sistematicamente tutta la sua attenzione impostando nuove
strategie, come le Sale Operative interconnesse, che, grazie ad un sistema
tecnologicamente avanzato, razionalizzano e coordinano l'impiego delle forze
disponibili sul territorio. Prevenire, essere visibili, rendere concreto un
elevato livello di sicurezza: tutto questo con la presenza sul territorio di 3.300 pattuglie al giorno a bordo delle
"Volanti" (il cui emblema è la mitica pantera) dai noti colori
bianco-azzurro. Nel corso del '99 “sono
state controllate 2.565.178 persone e 1.312.426 veicoli; 22.435 le persone arrestate e 77.525
quelle denunciate. Gli interventi effettuati sono stati 3.317.239 (+1% rispetto al '98)
con una media giornaliera di 9.088 (uno
ogni 9 secondi): 2.001-470 gli interventi per attività di polizia, quelli per
soccorso sanitario 537.370, per calamità
o incidenti 395.672 e quelli di altro
genere 382.727” (2).
Per il 1999 la Specialità della Stradale, nel contesto generale
dell'attività volta allo sviluppo della sicurezza sulle strade, “ha
ulteriormente intensificato il suo impegno assicurando 435.193 pattuglie (+7,4% rispetto
al '98) per la vigilanza stradale (225.125 su viabilità extraurbana e 210.068 sui 7.000
chilometri di rete
autostradale). 686.009 sono stati i soccorsi ad automobilisti in
difficoltà, 116.242 gli interventi i
veicoli controllati (+4,6% nei confronti
del '98) e 2.660.419 gli illeciti
amministrativi contestati (+9,5% rispetto
al '98). Nell’attività di contrasto alle infrazioni più diffuse e pericolose
per la sicurezza, i servizi mirati con apparecchiature speciali sono stati 21.582
per l’eccesso di velocità; 41.219 per la guida in stato di ebbrezza; 6.671 per
il controllo del peso dei veicoli; 1088 per i comportamenti di guida pericolosa
e 7.382 per le emissioni sonore dei veicoli.
La
strategia di prevenzione verso particolari categorie di utenti della strada ha
consentito di controllare da maggio a dicembre 207.589 mezzi pesanti, con
166.828 violazioni. Durante il periodo estivo la campagna di sicurezza e
prevenzione, allargata anche ai fenomeni della criminalità diffusa nelle aree
di servizio delle autostrade interessate dal maggior flusso vacanziero, ha
portato al controllo di 91.540 veicoli e 120.032 persone, con l’arresto di 53
individui e la denuncia di 537 reati. Significativi gli interventi per
garantire la fluidità ed il passaggio in sicurezza di particolari categorie di
veicoli: 27.701 servizi a trasporti eccezionali, 7.315 staffette di viabilità,
1.255 scorte ad opere d’arte e per soccorso sanitario” (3).
Rilevante
anche l’attività di polizia giudiziaria con un’attenzione agli esercizi
commerciali connessi alla circolazione stradale; 24.512 i posti di controllo
attivati, 287.766 veicoli controllati, 367.853 le persone identificate e 10.545
le imprese controllate, con 2.426 illeciti accertati; 5.965 i veicoli provento
di reato recuperati e sequestrati beni immobili per circa 24 miliardi.
L’attività
della polizia Ferroviaria nel ’99, per “garantire la sicurezza dei viaggiatori
e dei beni viaggianti, ha impiegato maggiore tutela a bordo dei treni,
sicurezza all’interno delle stazioni e un accentuato controllo lungo l’intera
rete ferroviaria. Di rilievo l’impegno per contrastare fenomeni criminosi quali
il lancio di sassi e la posa di ostacoli sui binari, anche con l’ausilio di
Reparti Volo della Polizia, che ha portato ad una diminuzione di questi
episodi” (4). Particolare attenzione è stata rivolta al trasporto di tifosi in
occasione di manifestazioni sportive, con decise azioni contro l’abusivismo dei
tifosi a bordo dei treni e una sempre maggiore presenza di personale della Specialità
che ha consentito una migliore sicurezza e un minor numero di danneggiamenti e
di reati.
Nel corso del ’99, la Polfer “ha assicurato
158.000 servizi di scorta a treni e viaggiatori a fronte dei 123.874 del ’98;
una più efficace azione di prevenzione e di controllo ha permesso la
diminuzione delle aggressioni a bordo dei treni (179 nel ’99 rispetto alle 330
del ‘98), dei furti nelle stazioni ferroviarie (6.737 contro i 7.246 del ‘98) e
dei reati in ambito ferroviario (22.893 a fronte dei 23.958 dell’anno
precedente). Importante anche il contributo fornito nel contrasto
all’immigrazione clandestina con specifici servizi che hanno permesso di
rintracciare in ambito ferroviario oltre 22.000 stranieri in posizione
irregolare, circa il 20% in più rispetto al ’98” (5).
Per
ottimizzare il lavoro “è in via di realizzazione la completa informatizzazione
di tutte le attività della Specialità, anche attraverso nuove tecnologie volte
a favorire il coordinamento e l’operatività dei singoli uffici; tra le più importanti
le Sale operative centralizzate presso le stazioni ferroviarie di maggiore
importanza, la cartografia ferroviaria computerizzata per supportare la
gestione di emergenze a seguito di incidenti ferroviari, l’adozione di un nuovo
sistema periferico di acquisizione di impronte digitali “Spaid”, l’utilizzo di
una valigetta telematica che consentirà di istituire a bordo dei treni uffici
“mobili” di Polizia” (6).
Le
articolazioni centrali e periferiche del Servizio Polizia di Frontiera “hanno
condotto un’azione costante di prevenzione del fenomeno dell’immigrazione
clandestina e hanno svolto una complessa attività amministrativa di verifica e
di regolarizzazione degli stranieri residenti. Rilevante è stato l’impegno per
trattare circa 250.000 domande di regolarizzazione presentate nonché per
l’intensificarsi degli sbarchi di profughi kosovari sulle coste delle nostre
regioni meridionali con l’adozione di misure di protezione temporanea. Oltre
18.000 i permessi rilasciati a fini umanitari a favore delle persone
provenienti dalle zone di guerra nei Balcani” (7). Nel corso del ’99 si è
ulteriormente consolidata l’attività per il rimpatrio dei cittadini stranieri
irregolarmente presenti sul territorio o giunti clandestinamente, anche in
virtù della proficua collaborazione instaurata con le rappresentanze dei Paesi
di origine. Una complessa attività che ha permesso il rimpatrio di 72.392
clandestini; 40.489 sono invece gli stranieri intimati da provvedimento di
espulsione dal territorio nazionale. A livello internazionale il Servizio si è
impegnato anche in una intensa attività per concludere diversi negoziati
bilaterali e accordi di riammissione.
L’applicazione
dell’accordo di Schengen e, soprattutto, la crescita del fenomeno migratorio,
“hanno determinato l’esigenza di procedere ad una attenta verifica delle
articolazioni periferiche della Specialità che sono state potenziate negli
organici e rafforzate anche sotto il profilo della dotazione di mezzi.
L’apertura dell’aeroporto di Malpensa 2000 ha comportato un sensibile potenziamento
dell’organico del Reparto” (8).
Durante il ’99 la tipica attività di polizia di frontiera “si è
sviluppata, attraverso 36.937 provvedimenti di respingimento, 826 persone
arrestate, 8.364 denunciate, con 375
kg. di sostanze stupefacenti sequestrate, la scoperta di
6.712 documenti falsi o contraffatti, l’effettuazione di 18.784 riammissioni
passive e 6.522 attive e l’elevazione di 18.830 sanzioni amministrative” (9).
La polizia del mare garantisce il controllo delle acque territoriali marine e di quelle interne, nonché la vigilanza
delle coste, per prevenire e contrastare diversi reati, in particolare quelli
legati all’immigrazione clandestina. La Polmare contribuisce, insieme alle altre forze di
Polizia, nell’attività di ricerca e di soccorso di natanti e delle persone in
difficoltà e nell’azione di controllo delle attività nautiche e della circolazione delle navi. “Le Squadre
nautiche, di nuova costituzione, dipendono operativamente dalle questure e
assicurano l’attività di prevenzione e controllo dei mari, dei laghi e dei
fiumi.
I 570 poliziotti del mare, tra comandanti d’altura, costieri e motoristi,
con 143 unità navali sono dislocati nelle 45 Squadre nautiche distribuite su
tutto il territorio nazionale. Le ore di navigazione effettuate nel ’99 sono
state 57.921, nel corso delle quali la Polizia Marittima
ha soccorso 337 natanti e 935 persone in difficoltà; contollato 16077 natanti e
36.442 persone; sequestrato 80 unità navali; 54 persone sono state arrestate e
576 denunciate; 958 sono state le infrazioni amministrative contestate e 423
tra strumenti di pesca e altro sottoposti a sequestro” (10).
Nell’ambito della Polizia del mare opera anche il Centro Nautico e
Sommozzatori di La Spezia,
organo di specializzazione per l’addestramento del personale, l’impiego
operativo dei sommozzatori, nonché il concorso nell’attività delle Squadre
nautiche. Il Nucleo Sommozzatori “costituito da 27 specialisti, nel ’99 ha
effettuato 17.041 ore di immersione in occasione di missioni di polizia giudiziaria,
per la ricerca di persone scomparse, di armi e minizioni, e per altre attività
di ricerca e recupero di beni archeologici in collaborazione con Enti
scientifici (11). Il continuo sbarco di immigrati clandestini, in particolare
lungo le nostre coste meridionali, ha duramente impegnato per tutto il ’99 gli
uomini e i mezzi della Polmare che, molto spesso, sono stati costretti ad
intervenire anche con condizioni meteorologiche proibitive pur di salvare vite
umane in pericolo.
La vacanza invernale è diventata una consuetudine per un numero crescente
di Italiani, e quindi “sempre più forte è l’impegno della Polizia di Stato a
tutela dei turisti e degli amanti della montagna. Con una presenza capillare e
qualificata, tanto da essere considerati da sciatori e rocciatori come degli
“angeli custodi” in divisa, gli operatori del Cenro Addestramento Alpino di
Moena assicurano il mantenimento dell’ordine e della sicurezza sulle piste da
sci” (12). Svolgono inoltre attività di polizia giudiziaria per quei fatti che assumono
rilevanza civile o penale. Un’attività complessa e delicata, a cui se ne
aggiunge un’altra fondamentale, quella della formazione, dell’addestramento e
della specializzazione per preparare i giovani operatori allo svolgimento di
compiti particolari del soccorso alpino.
La sicurezza degli sciatori e degli escursionisti, “nella stagione
1999/2000, è stata garantita dagli uomini del Centro, che hanno prestato
servizio in ben 53 stazioni sciistiche alpine ed appenniniche con l’impiego di
188 operatori, selezionati tra sciatori di provata capacità, che hanno portato
a termine 12.134 interventi (9.437 nella stagione ‘98/’99)” (13). Il Centro
addestramento di Moena ha inoltre collaborato con il Corpo Nazionale Soccorso
Alpino e Speleologico, con molti alpinisti e con il Distaccamento cinofili
(formato da quattro unità addestrate per la ricerca di persone travolte da
valanga o disperse) in occasione di operazioni di soccorso alpino sia in roccia
che in valanga. Nel corso della stagione invernale, sono state contestate
numerose violazioni amministrative nei confronti di che ha sottovalutato con
comportamenti temerari, i gravi rischi insiti nella disciplina sciistica.
Grazie al continuo pattugliamento sulle piste, gli agenti infatti avvicinano ed
ammoniscono quegli sciatori che con la loro condotta, mettono a repentaglio
l’incolumità altrui e, in taluni casi, viene sporta denuncia all’autorità
giudiziaria, mentre in altri viene contestata solo la sanzione amministrativa.
Il servizio polizia Postale e delle Comunicazioni ha proseguito l’attività
di contrasto alla criminalità informatica e telematica, divenendo punto di
riferimento per l’azione preventiva e repressiva delle violazioni delle norme
che regolano la materia delle comunicazioni. Il personale selezionato con
criteri di particolare rigore, altamente qualificato ed in possesso di
specifiche conoscenze tecniche e giuridiche, costantemente aggiornato anche
grazie alla partecipazione a corsi specifici presso università e “stages”,
operativi con collaterali ogani di Polizia di altri Paesi, oltre che
all’utilizzo di tecnologie d’avanguardia e di appropriate metodologie di
indagine sono fattori che hanno consentito di raggiungere nel corso del ’99
notevoli successi.
Tra le più rilevanti attività investigative, “l’operazione “Preteen”,
condotta in più di 40 città italiane, finalizzata alla repressione della
diffusione di materiale pedepornografico attraverso Internet; l’operazione
“Chathedral”, su iniziativa della Polizia britannica, che ha individuato in 16
nazioni personaggi dediti alla prostituzione e al traffico su Internet di
materiale pornografico e che ha visto personale della Specialità scoprire ed
arrestare una consolidata rete di pedofili; l’operazione”Amos”, con cui è stata
sgominata una complessa organizzazione criminale dedita alla illecita
duplicazione e al commercio di programmi
per P.C. e l’operazione “Bancomat”, che ha consentito di sequestrare
sofisticatissime apparecchiature ed arrestare i responsabili di truffe mediante
prelievi presso sportelli automatici per svariati miliardi di danno di Istituti
di credito” (14).
Nel ’99 “sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria 3.143 reati (+
36.6% rispetto all’anno precedente), con la denuncia di 2.350 persone e
l’arresto di 192 individui; 21.024 gli apparati radioelettrici sequestrati
(circa il 50% in più nei confronti del ‘98) e 15.668 le contravvenzioni
amministrative contestate con i proventi di oltre 25 miliardi” (15).
L’impiego degli elicotteri e degli aerei leggeri per la rapida mobilità e
le ampie potenzialità operative dei mezzi è diventato indispensabile nelle
operazioni di Polizia Giudiziaria, nell’attività di osservazione e
coordinamento dei servizi di ordine pubblico, nella vigilanza stradale, nella
ricerca e soccorso, nella ricognizione, nell’addestramento di squadriglie e nei
trasporti di sicurezza.
Costituito 30 anni fa “il Servizio Aereo della Polizia di Stato opera
attraverso 11 Reparti volo. Sono dislocati nelle città di Roma, Milano,
Bologna, Palermo, Reggio Calabria, Napoli, Firenze, Abbasanta in provincia di
Oristano, Bari, Venezia e Pescara, e assicurano il pronto iontervento su tutto
il territorio nazionale. I 195 piloti e i 278 specialisti, con gli 83 tra
elicotteri ed aerei leggeri hanno effettuato nel corso del 1999, 10.597 missioni
(di cui 6.850 operative e 3.747 per voli tecnici) per un totale di 9.970 ore di
volo (6.330 operative e 3.641 per voli tecnici). In particolare sono stste
svolte 1.448 missioni di polizia giudiziaria, 1.718 di vigilanza stradale,
1.282 di ordine pubblico, 611 di soccorso, 1.231 missioni per trasporto e
sicurezza e 1.768 per addestramento” (16). E’ anche proseguita l’attività di
controllo per contrastare il fenomeno dell’immigrazione clandestina lungo le
coste delle regioni meridionali della penisola e in prossimità delle zone di
confine. Rilevante è stato, inoltre, il supporto operativo fornito alle altre
forze impegnate per il conflitto in Kosovo.
Nella pianificazione dei nuovi sistemi di sicurezza integrati, l’impiego
di mezzi aerei, in particolare quello degli elicotteri, per il controllo e la
ricognizione delle aree urbane e delle zone particolarmente sensibili è
destinato ad assumere una rilevanza ancora maggiore di quella attuale.
I 13 Reparti Mobili, “dislocati
nelle principali città (Roma, Torino,
Firenze, Reggio Calabria, Milano, Genova, Napoli, Palermo, Catania, Bologna,
Padova, Cagliari e Bari con un distaccamento a Taranto), concorrono anche
all’espletamento dei servizi di istituto svolti da altri organismi
territoriali, sia nel settore della prevenzione, antiterrorismo e protezione di
obiettivi sensibili, sia nelle operazioni di polizia giudiziaria” (17).
Furono istituiti per la tutela dell’ordine pubblico e per le esigenze di
soccorso pubblico. Oggi “si presentano come strutture duttili, dotate di
altissima efficienza organizzativa ed operativa, sono preparati ad affrontare
ampie tipologie di intervento “in emergenza” e offrono prezioso supporto in
numerose attività istituzionali (Nuclei Antisequestro, Reparti prevenzione
Crimine, ecc.)” (18). Di rilievo il concorso nei servizi antisequestro in
Sardegna, in quelli di sorveglianza delle coste adriatiche e la partecipazione,
in Albania, alla missione “Arcobaleno”. Nel 1999, i Reparti Mobili “hanno
impegnato in ambito nazionale 654.700 unità. In particolare: 66.000 sono state
impiegate per la sicurezza nei più importanti processi a carico di elementi
eversivi e della criminalità organizzata; 222.000 per servizi di prevenzione,
vigilanza e controllo del territorio, 4.000 per servizi in località turistiche
e di villeggiatura durante la stagione estiva; 211.000 in servizi di
ordine e sicurezza pubblica fuori sede per periodi di media e lunga durata”
(19).
Massiccio l’impegno nelle competizioni sportive, esteso alle scorte ai
treni e ai pullmann dei tifosi e agli interventi volti a prevenire atti di
vandalismo, e nelle manifestazioni e riunioni nazionali ed internazionali,
nonché nei servizi in occasione dei viaggi del Presidente della Repubblica, di
presenza di personalità estere in Italia e durante le visite pastorali del
Sommo Pontefice. In ogni occasione di servizio il personale dei Reparti Mobili
ha dato testimonianza di elevata professionalità. Senso del dovere, spirito di
sacrificio, conducendo con grande sensibilità ed umanità quei servizi che comportano
il contatto con la gente.
Il Servizio Cinofili della Polizia di Stato con i suoi cani, che si
possono considerare degli autentici specialisti, fornisce un prezioso supporto
quotidiano nell’attività di polizia giudiziaria, antidroga, antisabotaggio e
nel soccorso in montagna. Sono 181 le unità cinofile distribuite sul tutto il
territorio nazionale, suddivise in 20 distaccamenti regionali e in un centro
per l’allevamento e l’addestramento a Nettuno. Nel ’99 le unità cinofile “sono
state impiegate complessivamente ben 27.099 volte; 12.164 i servizi suddivisi
in 4.182 interventi per attività di polizia giudiziaria, 2.612 per operazioni
antidroga e 5.370 per quelle antisabotaggio. Nelle operazioni di soccorso in
montagna, i cani impegnati in questo prezioso servizio hanno salvato tre
persone disperse” (20).
Ormai non è più solo il pastore tedesco ad essere utilizzato
nell’attività; di recente sono state individuate altre razze canine che pur non
sostituendo il pastore tedesco lo affiancano in alcuni servizi: per quelli di
polizia giudiziaria hanno fatto la loro prima comparsa i rottweiler e i
dobermann; nei servizi antidroga troviamo il boxer, il labrador, il pastore
belga francese, cani dotati di particolari doti olfattive e di agilità.
L’attività di polizia giudiziaria “ha portato al sequestro di oltre 458 kg di sostanze
stupefacenti, al rinvenimento di un numero rilevante di armi, munizioni,
materiale esplosivo e di valuta, nonché all’arresto di 268 persone” (21).
La coppia uomo-cane come del resto l’esperienza di tutte le polizie del
mondo insegna, forma una vera squadra di poliziotti, operativa, duttile, di
rapido impiego, adatta a fronteggiare le più diverse situazioni: dal
contenimento di folle di azione contro singoli individui particolarmente pericolosi
o che si sono barricati in ambienti chiusi, come banche, edifici pubblici,
aerei. I cani di polizia sono impegnati nella ricerca di persone e oggetti;
nelle perlustrazioni ed appostamenti; nella vigilanza e prevenzione dei
delitti; nelle operazioni di soccorso in montagna; nella ricerca di esplosivi
ed armi da fuoco; nella ricerca di sostanze stupefacenti e psicotrope.
Al servizio cinofili della Polizia di Stato si accede dopo aver
frequentato un corso mentre la formazione
del personale nei servizi antidroga ed antiesplosivo prevede oltre la
frequenza di corsi anche di successive specializzazioni. “Dal 1963 al 1999 il
Centro ha effettuato 61 corsi di specializzazione, qualificando oltre 1000
operatori” (22).
I 206 artificieri della Polizia di Stato, operatori
altamente specializzati, “si distinguono tra artificieri antisabotaggio e
artificieri ordinari. I primi, con un organico complessivo di 137 operatori, provvedono a disinnescare,
rimuovere e distruggere ordigni esplosivi; i 68
artificieri ordinari, hanno invece compiti di bonifica, conservazione,
trasporto, revisione e ripristino di munizioni e di manufatti esplosivi. Operano individualmente o inseriti
in apposite squadre antisabotaggio,
conosciute anche a livello
internazionale per la loro professionalità; costantemente
aggiornati sui materiali, mezzi e tecniche di intervento, sono dotati di
apparecchiature sofisticate, come caschi antiesplosione, valigie completamente
attrezzate per il pronto intervento, veicoli filoguidati che permettono di operare
a distanza, rilevatori antiesplosivo” (23).
Gli 87 tiratori scelti della Polizia di Stato sono
perfettamente addestrati all'uso dell'arma lunga e svolgono in prevalenza
compiti di protezione, a distanza, di personalità ed obiettivi sensibili. Utilizzano
un particolare armamento, dotato anche di strumentazione sofisticata, che
garantisce un'altissima precisione nel tiro.
La
formazione e il costante addestramento sono gli elementi essenziali per questi
specialisti la cui selezione avviene, oltre che sulla base delle
predisposizioni individuali, soprattutto considerando l'equilibrio
psico-fisico. Questo genere di intervento è richiesto infatti soltanto in
situazioni di particolare rischio per la collettività e quando, in presenza di fatti criminali di elevata
gravita e urgenza, non vi è alcuna
possibilità di riuscita di un altro tipo di azione.
La completa
padronanza e conoscenza della situazione, la perfetta sintonia con gli altri
operatori coinvolti, oltre che l'assoluto controllo della scena e dei personaggi
che in essa si muovono, costituiscono elementi essenziali per l'azione del
tiratore. Si avvalgono di costose e sofisticate attrezzature che
“costituiscono la dotazione dei
pari specialisti di altri paesi europei,
con i quali è mantenuto un continuo scambio di informazioni e tecniche di
intervento; da alcuni anni, infatti,
anche gli artificieri antisabotaggio della Polizia
di Stato adottano le procedure d'intervento secondo stanag NATO”(24).
Gli aspiranti da avviare al corso di artificiere,
vengono selezionati tra il personale dei ruoli esecutivi, con almeno cinque
anni di servizio, previa domanda e requisito di volontarietà. Il personale
selezionato, dopo essere stato sottoposto a severissimi accertamenti
psicofisici e attitudinali per l'impiego nel particolare settore di intervento,
viene inviato a frequentare un corso. La formazione degli specialisti
antisabotaggio prevede attualmente due diversi momenti di formazione svolti
presso strutture del Ministero della Difesa. Una volta conseguito la
specializzazione, gli operatori, effettuano periodicamente corsi, stage,
meeting multidisciplinari, anche all'estero, e presso Enti civili e militari.
Di recente il Dipartimento della P.S. ha avviato, altresì, scambi professionali
con i pari specialisti che operano in ambito internazionale.
La
necessità di utilizzare un corretto approccio scientifico, oltre che
investigativo, in tutte le attività di polizia giudiziaria, ha dato spazio, nel
tempo, ad un delicato settore che si è imposto all’attenzione della comunità
sociale per la sua professionalità e competenza a supporto di indagini spesso
anche delicate e difficili.
L’Unità per
l’analisi del crimine violento (Uacv), è intervenuta in numerose attività
relative a fatti delittuosi di rilievo, tra cui il caso del serial killer dei
treni in Liguria e l’omicidio Cesaretti. Tra i servizi effettuati nell’ambito
di indagini particolari, vanno menzionati quelli svolti in occasione delle
ricerche dei sequestratori di Alessandra Sgarella, Giuseppe Soffiantini e
Silvia Melis e quelli di ausilio per la cattura di numerosi latitanti tra i
quali Licio Gelli e Pasquale Cuntrera.
La Polizia Scientifica è una
struttura della Polizia di Stato che
svolge, in generale, compiti
di supporto tecnico-specialistico in
alcune attività di Pubblica
Sicurezza ed, in
particolare, compiti
di investigazione
tecnico-scientifica come settore specialistico della
Polizia Giudiziaria attraverso
il reperimento ed il riscontro di elementi certi di prova per mezzo di
rilevazioni,
sperimentazioni ed analisi scientifiche. L’analisi scientifica
di documenti, la
rilevazione delle impronte
digitali, la loro
ricerca computerizzata, 1'analisi di
tracce biologiche identificabili
con un grado di certezza pari a quello delle impronte digitali,
le indagini informatizzate per 1'identificazione
della voce, le indagini balistiche, le
indagini chimiche nel
settore della droga,
quelle merceologi che, rappresentano, tra gli altri, i tanti aspetti di
una realtà operativa in crescita, volta ad affiancare i settori più avanzati
della ricerca ed a vivere giornalmente, con professionalità, tecnologia e
scienza, il servizio alla collettività, contro ogni forma di crimine. In tale
ambito, la Polizia
Scientifica si colloca quale espressione più moderna e
tecnologicamente avanzata dell'impiego
investigativo dispiegato dalla P.di S., in un quadro di sintesi che coniuga,
alle potenzialità promananti dalla scientificità delle metodiche e dei mezzi
impiegati, le più ampie garanzie di legalità risalenti all’inoppugnabilità dei
riscontri probatori, per tale tramite conseguiti.
Lo scorso
anno la Polizia
Scientifica “ha
svolto numerose indagini specialistiche, tra
cui 8.128 biologiche, 707
grafiche, 854 balistiche, 281
fisiche, 410 chimiche, 1.998 merceologiche e 513 medico-legali; alcune hanno
riguardato casi di rilevanza nazionale e internazionale. Inoltre sono stati
effettuati 263 accertamenti su pistole, revolver e fucili, 448 su
bossoli e 143 su proiettili, nonché 48 analisi su esplosivi, 6.110
evidenziazioni di impronte latenti, 27 comparazioni vocali e 59 filtraggi ed
accertamenti di integrità su nastri magnetici. Al Casellario centrale
d'identità sono pervenuti 200.293
cartellini segnaletici, cui sono conseguite
48.487 identificazioni; il controllo di fascicoli di rilievi tecnici ha
permesso di accertare che 6.108 impronte
papillari erano utili per risalire ai soggetti di provenienza ed i conseguenti
confronti dattiloscopici hanno condotto all'identificazione di 2.006 impronte, di cui 122 effettuati su iniziativa della Sezione identità giudiziaria e 713 dai Gabinetti Regionali di Polizia
Scientifica” (25).
L’Unità per
l’analisi del crimine violento (Uacv) “è
stata interessata a fatti delittuosi di rilievo, tra cui gli omicidi di floride
Cesaretti, Stefano Pompeo, Massimo D’Antona e Gaetano Scroppo, per i quali ha
applicato le nuove metodologie per la ricostruzione tridimensionale computerizzata
della dinamica dell’evento e il Sistema per l’analisi della scena del crimine
(Sasc)” (26).
Nel ’99 è
stato “reso operativo il nuovo Sasc Rapine, che ha permesso di effettuare 178
ricerche di comparazione tra rapine avvenute in tempi e luoghi differenti e 82
comparazioni antropometriche per il riconoscimento degli autori. E’ stato
realizzato il progetto World Facts per lo sviluppo del sistema informativo
tecnico scientifico per il contrasto al fenomeno del terrorismo, mediante un
collegamento telematico ad alta velocità” (27) tra l’Uacv, la Sezione indagini
balistiche e la Divisione
laboratori del Federal Bureau of Investigation a Washington. Sono ulteriori
segnali della forte spinta a crescere che viene da uno dei settori
dell’Amministrazione più votato alla continua evoluzione, in continuo contatto
con realtà scientifiche all’avanguardia nei diversi settori riguardanti
l’attività di Polizia giudiziaria.
Il Reparto a cavallo,
con i suoi 414 cavalieri e 197 cavalli contribuisce in modo qualificato e significativo
ai servizi di prevenzione e vigilanza soprattutto nelle zone verdi e
archeologiche della Capitale e delle maggiori città. “Ha la sua sede a Roma,
dove sono presenti anche un distaccamento e il Centro ippico delle Fiamme Oro,
e cinque distaccamenti operativi sono dislocati a Milano, Firenze, Napoli,
Catania, e Palermo; in Aspromonte, a Oliena in provincia di Nuoro, il Reparto
opera con gruppi per servizi continuativi. Nel '99 è stato
impegnato in 26.399 servizi” (28).
Istituito
nel 1860, il "Corpo dei militi a
cavallo" si era distinto nella Tutela dell'ordine pubblico e nella
repressione del banditismo. Successivamente i Reparti a cavallo raggiunsero una
considerevole efficienza organizzativa nell'ambito del Corpo della Regia
Guardia per la sicurezza, fino ad avere, nel primo dopoguerra, una notevole
diffusione su tutto il territorio nazionale. Il Reparto risulta particolarmente
congeniale all'impiego in ordine pubblico specie nelle manifestazioni sportive,
per la vigilanza nelle isole pedonali dei centri storici e dovunque larghi
spazi renderebbero necessaria la presenza di molti uomini appiedati.
Le
pattuglie a cavallo
hanno efficacemente contribuito ai servizi di controllo del territorio
in Calabria, ai servizi antisequestro in Sardegna, dove è tuttora impegnato un
consistente contingente ed a quelli di vigilanza ed ordine pubblico in numerose
sedi; in occasione di manifestazioni culturali, solenni ricorrenze, hanno
svolto apprezzati servizi di sicurezza e di rappresentanza.
La Fanfara, costituita da 32 elementi selezionati per l'impiego di
strumenti a fiato e a percussione, è stata impegnata in diverse manifestazioni,
intervenendo in formazione organica negli schieramenti degli squadroni a
cavallo in parate o particolari celebrazioni.
Cavalli e cavalieri della Polizia di
Stato hanno partecipato a 113 concorsi ippici nazionali ed internazionali,
offrendo elevate prestazioni e conseguendo brillanti risultati (32 le vittorie
ottenute).
Notevole è il contributo fornito
all'immagine della Polizia di Stato dalla Banda Musicale e le Fiamme Oro.
Depositaria di una
lunga tradizione che affonda le sue radici all'epoca risorgimentale “la Banda Musicale,
istituita nel 1928, ha
oggi un organico di un direttore, un vice direttore e 103 esecutori. Le sue
esibizioni, sia nei più prestigiosi teatri che all'aperto, sono particolarmente
apprezzate e il vasto repertorio comprende, oltre alle tradizionali marce
militari, anche brani originali e trascrizioni di musica classica antica e
contemporanea. Frequenti gli interventi in occasione di trasmissioni televisive
e le registrazioni discografiche, molto apprezzate fra gli intenditori. La
presenza nel Complesso di diversi solisti conferisce all'armonia dell'insieme
spiccate qualità artistiche ed originalità interpretativa anche nelle
esecuzioni più impegnative” (29).
Il Gruppo sportivo
Fiamme Oro, istituito nel 1954, si è sempre distinto per i suoi importanti
successi sia a livello nazionale che internazionale. Nel '99 è stata firmata la
nuova convenzione tra l'Amministrazione e il Comitato Olimpico Nazionale
Italiano per lo sviluppo dell'attività sportiva.
Gli atleti cremisi hanno
partecipato a numerosissime competizioni, a tutti i livelli, ottenendo
importanti risultati. “Tra questi, a livello mondiale ed europeo, Vincenzo
Modica campione del mondo a squadre e medaglia d'argento nella maratona;
Daniele Di Spigno campione mondiale per il tiro a volo; titoli mondiali
militari per Massimo Guglielmi nel canottaggio, Ivan Bernasconi e Maurizio
Checcucci nell'atletica leggera, Valentina Vezzali nell'individuale e a squadre
di fioretto, Francesca Bortolozzi nel fioretto a squadre. La Vezzali ha anche vinto la
coppa del mondo e si è laureata campione europeo individuale e a squadre nella
spada; sempre nella scherma sono campioni europei Elisa Uga, Margherita
Zaiaffi, Sandro Cuomo e Paolo Milanoli. Nei mondiali dì canottaggio hanno vinto
2 bronzi Valter Molea e 1 ciascuno Davide Carboncini e Lorenzo Bertini; per il
pattinaggio Nicola Franceschina ha vinto 2 medaglie d'oro alle Universiadi
nello short track; Karen Putzer è vincitrice nello sci della coppa del mondo di
super G.; nel kata troviamo Roberta Soderò campione europeo individuale e
medaglia d'argento a squadre, nello judo Giuseppe Maddaloni è campione europeo.
David Landi, Roberto Fiorucci, Andrea Mangherini e Francesco Turcato hanno
vinto la medaglia d'argento a squadre nella coppa europea per il nuoto pinnato;
Landi è anche due volte campione europeo individuale e Turcato 2 volte vice
campione. Innumerevoli, infine, i titoli italiani individuali e a squadre in
tutte le discipline” (30).
Siamo giunti al momento in cui è naturale fare un
bilancio operativo dell’Istituzione Polizia di Stato. Innanzitutto è da
registrare una presenza costante in tutti i settori e con le più varie ed
appropriate modalità d’intervento.
Massima è
stata l'attenzione del Dipartimento della Pubblica Sicurezza per garantire
quotidianamente la sicurezza dei cittadini attraverso una maggiore, capillare e
più funzionale presenza sul territorio di tutte le componenti operative della
Polizia; nel contempo si è andato consolidando sempre più il rapporto di
fiducia tra società civile ed Istituzioni, tra i cittadini e la Polizia di Stato. Il
Dipartimento ha messo in atto dispositivi di prevenzione e di presidio del
territorio sempre più efficaci aggiornando e rendendo più flessibili la
dislocazione e l'impiego sul territorio delle risorse disponibili, ottimizzando
l'impiego delle Volanti, delle autoradio dei Commissariati, delle pattuglie
delle Specialità e dei Reparti Prevenzione Crimine.
E'
continuata l'attività per attuare un nuovo modello organizzativo dei Commissariati
di Pubblica Sicurezza, un
presidio territoriale, snello e
sburocratizzato, che, nel privilegiare le attività di vigilanza,
prevenzione e controllo
del territorio,
garantisca una maggiore
presenza e visibilità della Polizia di Stato. Si prevede un Commissariato "coordinatore" (con
compiti investigativi e burocratici-amministrativi) e uno o più Commissariati
"coordinati", prevalentemente per il controllo del territorio. Negli
anni scorsi questa trasformazione aveva riguardato Roma, Napoli e Palermo e le
province di Reggio Calabria e Siracusa, nel '99
è stata attuata a Torino e Milano ed è proseguita anche per i presidi
territoriali della Sardegna.
Per
ottimizzare i servizi di prevenzione generale uno specifico impulso è stato
inoltre dato alla realizzazione
delle sale operative
comuni interconnesse. E’ un sistema tecnologicamente avanzato, attraverso
il quale le rispettive centrali operative delle Forze di Polizia possono
conoscere esattamente la posizione delle risorse sul territorio con la
radiolocalizzazione delle pattuglie operanti.
Per una più
incisiva azione di contrasto alla criminalità un ruolo importante rivestono i
10 Reparti Prevenzione Crimine che partecipano con le Forze territoriali alla
realizzazione di efficaci servizi per la tutela della sicurezza, attraverso
l’impiego operativo di circa 800 unità al giorno.
La
concessione della medaglia d’oro al Merito Civile alla Bandiera della Polizia
di Stato per l’attività in occasione dei numerosi sbarchi di immigrati
clandestini negli anni , insieme al ricordo dei 9 caduti, 1.551 feriti e 60
riformati dal 1° aprile ’99, testimoniano, ancora una volta, gli innumerevoli
atti di valore compiuti dalle donne e dagli uomini della Polizia di Stato al
servizio della libertà e del rispetto della legge.
La
concessione della Medaglia d'oro al Merito Civile alla Bandiera della Polizia
di Stato per l'attività in occasione dei numerosi sbarchi di immigrati
clandestini negli anni, insieme al ricordo dei 9
Caduti, 1.551 feriti e 60 riformati dal 1° aprile '99, testimoniano,
ancora una volta, gli innumerevoli atti di valore compiuti dalle donne e dagli
uomini della Polizia di Stato al servizio delta libertà e del rispetto della
legge.
Primi tra
gli obiettivi della nostra Polizia sono l’ordine e la sicurezza pubblica. Un
impegno costante e delicato, quello svolto ogni giorno dagli operatori a tutela
dei diritti fondamentali dei cittadini, e a garanzia di una ordinata e serena
convivenza, obiettivi prioritari del Dipartimento della Pubblica Sicurezza nel
quadro più generale del coordinamento delle Forze di Polizia. Nel corso del '99 quotidiana è stata l'attenzione alle
situazioni nazionali, dall'immigrazione clandestina ai grandi eventi pubblici e
le continue esigenze di ordine e sicurezza pubblica hanno comportato un
continuo e impiego di forze.
Particolare “rilevanza ha assunto la problematica occupazionale, specie nel
Sud, dove la carenza dei posti di lavoro e le continue crisi aziendali
hanno dato luogo
a numerose manifestazioni di
piazza, spesso degenerate in
blocchi stradali e ferroviari. In questo contesto, i segnali di più diffuso
malessere si sono registrati nella provincia di Napoli, dove le
quotidiane iniziative di protesta dei disoccupati organizzati e dei
lavoratori socialmente utili hanno comportato l'impiego di numerosi contingenti
di rinforzo. Analogo lo sforzo per gli avvenimenti di interesse internazionale,
i cui sviluppi hanno avuto riflessi sull'ordine pubblico; la vicenda del leader
curdo Ocalan e l'inizio delle operazioni belliche nel Kosovo” (30) hanno
comportato un notevole impegno, sia per attuare un'attenta azione di
prevenzione e vigilanza, connessa alla presenza di numerosi obiettivi a
rischio, sia per garantire il regolare svolgimento delle numerose
manifestazioni di piazza organizzate antagoniste.
Affinché le attività siano tra loro sinergiche è necessario se non
addirittura fondamentale il supporto fornito dal C.E.D.
Il Ced è la
banca dati che fornisce il supporto informatico per l'attività operativa delle
Forze di Polizia ed assicura la classificazione, l'analisi e la valutazione
delle informazioni e dei dati significativi sia per la tutela dell'ordine e
della sicurezza pubblica, che per la prevenzione e la repressione dei reati. A
questo delicato e peculiare servizio, le Forze di Polizia accedono attraverso
un sistema informativo interforze. Il Ced è interconnesso tramite un collegamento
in tempo reale, con gli altri centri elettronici delle Forze di Polizia.
Inoltre, per il 2001, sarà operativo il
nuovo sistema informativo interforze Sdi (sistema d'indagine) che faciliterà la
consultazione della Banca dati interforze tramite terminale da parte di tutti
gli organi operativi ed investigativi. Il sistema consente di esplorare anche
banche dati esterne collegate con il Ced e permette di accedere ad una massa
considerevole d'informazioni, tanto che l'utente, assistito da strumenti di
ricerca particolarmente sofisticati, può svolgere sìa ricerche specifiche su
singoli fatti, sia ricerche integrate. Nel corso del '99 i collegamenti con la banca dati “sono stati effettuati da 9.769 terminali video-stampanti (+12,1% rispetto al '98). Complessivamente il Ced
ha gestito oltre 75 milioni di messaggi;
negli schedari sono state memorizzate oltre 45
milioni di interrogazioni con una media giornaliera di 123.350 accessi, mentre sono stati oltre 5 milioni gli aggiornamenti (+4,8%
nei confronti dell'anno precedente). La Polizia di Stato ha 7.458 terminali video (+6 / 6%
rispetto al '98)” (32).
Nei 905.534 archivi a testo libero sono stati
memorizzati 36.067 nuovi documenti, di
cui 23.731 relativi alla criminalità (+2,1% nei confronti del '98). Nello schedario delle persone sono stati
memorizzati circa 45 milioni di accessi e
in quello delle auto rubate quasi 5
milioni. Gli accessi agli archivi delle armi sono stati 751.272, agli archivi delle banconote 102.703. Le persone
memorizzate per aver preso alloggio in esercizi ricettivi nazionali sono
9.053.567 (+5% rispetto al ‘98).
Alcuni dati
statistici forniti proprio dagli archivi del C.E.D. ci fanno comprendere quali
sono state le attività principali nel nostro passato recente le operazioni
effettuate dalla Polizia per la lotta alla criminalità e al terrorismo…
Nel
'99 il quadro complessivo della sicurezza nazionale ha evidenziato
l'efficacia della sinergia degli interventi tra tutte le componenti
istituzionali impegnate nella lotta al crimine. Si è registrato, anche lo
scorso anno, un'apprezzabile contrazione dei delitti tentati e consumati (2.373.380, con una diminuzione del 2,2% rispetto al '98). Nell'azione di “contrasto
alla criminalità (33) comune e
organizzata sono stati conseguiti notevoli risultati che hanno portato alla
cattura di 7.134 ricercati - 379 di
particolare dalla Polizia di Stato - e al
sequestro di 2.103 e,
la Polizia di Stato ha deferito all'Autorità
51.450 arrestate (per entrambe il 2,6% in più hanno
consentito di individuare ed arrestare, in Italia ed all'estero, 50 ricercati
(27 dalla Polizia di Stato) di comprovata pericolosità appartenenti a
cosche mafioso”.
Per la 'ndrangheta sono state
neutralizzate 48 cosche (46 in Calabria) riconducibili ad associazioni mafioso
originarie della Calabria, con il perseguimento di 1.094 affiliati, mentre sono stati emessi provvedimenti di
sequestro per 336 beni; in Italia e
all'estero sono stati catturati 53
pericolosi latitanti (21 dalla Polizia di
Stato), organici alle cosche.
Per quanto riguarda la camorra 39 sono stati i sodalizi disarticolati (38 in Campania) con il coinvolgimento di 571
affiliati e il sequestro di 27 beni (13 i sodalizi individuati dalla Polizia di
Stato). Sono stati inoltre individuati e arrestati dopo approfondite indagini
111 latitanti, anche fuori dell'Italia, (65
assicurati alla Giustizia dalla Polizia di Stato).
Per la criminalità organizzata
pugliese sono state perseguite in Puglia 11
cosche con il coinvolgimento di 175
affiliati e il sequestro di 191 beni (la Polizia di Stato ha
individuato 7 sodalizi e denunciato 169 persone). L'attività di ricerca dei
latitanti, ha consentito di individuare ed arrestare, in Italia e all'estero, 37 ricercati (24
sono stati catturati dalla Polizia di Stato) legati alle organizzazioni
malavitose pugliesi; in Montenegro sono stati arrestati 13 pericolosi latitanti.
In Sardegna sono stati perseguiti 3 sodalizi, con il coinvolgimento di 68 affiliati e il sequestro di 2 beni (la Polizia di Stato ha disarticolato 2 cosche con la denuncia di 28 affiliati). Indagini specifiche hanno
consentito di arrestare in Italia e all'estero 6
pericolosi ricercati (4 di questi
dalla Polizia di Stato) legati alla criminalità sarda. Il proseguimento di
attività investigative relative a sequestri degli anni passati hanno consentito
di arrestare, in un'operazione congiunta con l'Armai dei Carabinieri nel
milanese e nel reggino, per concorso nel sequestro di Alessandra Sgarella, 6 persone, 5
delle quali dalla Polizia di Stato (7
individui, di cui 6 dalla Polizia di
Stato, erano già stati arrestati nel '98).
Sono stati inoltre arrestati tre latitanti responsabili di sequestro, uno dei quali inserito nel programma speciale
di ricerca dei 30 latitanti di massima
pericolosità e due nell'opuscolo dei 500 latitanti
più pericolosi.
II Servizio Centrale Operativo nel '99, oltre all'attività di coordinamento che
ha riguardato tra l'altro importanti operazioni delle squadre di polizia
giudiziaria dei Commissariati e delle Specialità, ha seguito costantemente gli
sviluppi investigativi delle informazioni
fornite dagli addetti
legali delle Ambasciate
straniere, da Interpol, Europei, Sirene e dagli Ufficiali di collegamento. I
consolidati rapporti di costruttiva collaborazione dello S.c.o. con le
strutture periferiche si sono sviluppati anche attraverso interventi
investigativi diretti sul territorio a supporto degli Uffici impegnati su
problematiche investigative complesse sulla criminalità organizzata, il
traffico di stupefacenti, il traffico dei tabacchi lavorati esteri, il traffico
internazionale di auto rubate, lo sfruttamento sessuale dei minori, il traffico
di esseri umani con particolare riferimento alle etnie albanese, cinese,
nigeriana che hanno generato un maggiore indotto criminale sul territorio
nazionale.
I collaboratori di giustizia
sottoposti alle misure dì protezione sono stati
1.156 (400 provenienti da organizzazioni criminali legate a cosa nostra, 222 alla camorra, 156 alla 'ndrangheta, 82
alta sacra corona unita e 240 a organizzazioni criminali di altro genere, oltre a
56 testimoni protetti) a cui vanno aggiunti 4.106 familiari.
Le operazioni contro la produzione,
il traffico, lo spaccio sono state 22.158 (+4.6% rispetto al ‘98), con la
denuncia di 34.313 persone (+2.8 nei confronti del ‘98), di cui 24.362 in stato di
arresto; 1.002 sono stati i decessi per overdose (-13% rispetto al ‘98). Da
gennaio al 20 Aprile 2000 sono stati sequestrati 15.610 kg. Di
stupefacenti (+37% rispetto allo stesso periodo del ‘99), condotte 6.556
operazioni antidroga, denunciate 10.104 persone, di cui 7.282 arrestate, mentre
i decessi sono stati 242.
La Direzione Centrale della
Polizia di Prevenzione, insieme alle Digos, ha affrontato diverse emergenze
significative per la sicurezza nazionale scaturite da azioni terroristiche di
organizzazioni interne e da minacce provenienti da formazioni internazionali.
L'evento più grave “è stato, senza dubbio, l'omicidio a Roma di Massimo
D'Antona, rivendicato dalle Brigate Rosse. Nello stesso contesto, si sono
avute, soprattutto in Veneto e in coincidenza con l'intervento della Nato nella
ex Jugoslavia, azioni dimostrative contro
auto di militari americani e sedi di partiti di governo rivendicate con
volantini firmati "Nuclei Territoriali Antimperialistici". Si è anche
riproposta la minaccia dei gruppi anarco-insurrezionalisti con due attentati
falliti. Sul fronte dell'estrema destra, le Digos hanno fronteggiato azioni di
nazi-fascisti consistenti in attentati dimostrativi. Per il
terrorismo internazionale seppure
da tempo non si registrano attentati di organizzazioni straniere, l'attività informativa e investigativa
continua a rilevare la presenza di cellule di organizzazioni integraliste
islamiche nordafricane e mediorientali” (34). Complessivamente, nel '99 sono state arrestate 106 persone, di cui 48 con connotazioni ideologiche di sinistra, 29 collegate all'eversione di destra ed
altrettante appartenenti a organizzazioni eversive straniere.
Tra le
operazioni più significative condotte dalla Polizia di Prevenzione in
collaborazione con diverse Polizie straniere: l'arresto di un ex brigatista
rosso, non rientrato in carcere al termine di un permesso premio e trovato in
possesso di armi da utilizzare per alcune rapine già programmate; l'arresto a
Londra di due latitanti appartenenti all'organizzazione eversiva di estrema
destra, denominata Nar; l'arresto a Bologna di due attivisti anarco-insurrezionalisti, responsabili di gravi
azioni violente; l'arresto a La
Spezia per detenzione di armi da guerra di un cittadino
iracheno, ex sottufficiale della Marina Militare dell'Irak rifugiato politico
in Italia dal '90. Sono stati trovati
anche diversi floppy disk con informazioni riservate; a Trieste sono stati
arrestati due albanesi per traffico di armi provenenti dalla Svizzera
probabilmente dirette ai guerriglieri kosovari; a Roma è stato individuato ed
arrestato un estremista di destra per attentati antisemiti, mentre altri
"ultras" sono stati identificati e segnalati all'Autorità
giudiziaria.
Dopo il
ritrovamento di un ordigno esplosivo a Como, in un Centro culturale islamico
adibito anche a luogo di culto, è stato arrestato un cittadino turco
appartenente ad un gruppo in contatto con ambienti della sinistra eversiva
turca e del separatismo curdo attivi in Germania e Svizzera. Con la collaborazione
della Polizia elvetica, è stato arrestato in Svizzera anche un altro cittadino
turco di etnia curda, della stessa organizzazione. Infine, sono stati arrestati
per associazione con finalità di terrorismo, sabotaggio e danneggiamento
aggravato, cinque componenti di un gruppo che avevano costituito una cellula
anti-Nato.
La Direzione Centrale della
Polizia di Prevenzione ha continuato a svolgere insieme ai Servizi di
intelligence e ai Servizi di Informazione di altri Paesi, un'attività mirata
per proteggere il Paese da potenziali minacce interne ed esterne e per meglio
contrastare il terrorismo internazionale e ha fornito dettagliate informazioni
alle Questure per meglio indirizzare i servizi sul territorio, mentre in ambito
di cooperazione internazionale, in particolare in sede Europei, ha presentato
proprie proposte e sviluppato e raggiunto intese tra i Paesi Comunitari.
La
condivisione della minaccia terroristica che accomuna tutti i partner europei
impone precise strategie di prevenzione e quindi analisi mirate e sempre più
aggiornate, in particolare su quelle formazioni in continua evoluzione che
compongono la galassia del terrorismo.
Fa parte
delta Direzione anche la Divisione Operazioni Speciali, il Nocs,
che costituisce il Reparto al quale sono demandati gli interventi ad alto
rischio, come la cattura di pericolosi latitanti o la liberazione di ostaggi.
Dotato di equipaggiamento speciale, il Nucleo è articolato in unità di pronto
impiego in grado di intervenire, con il supporto di mezzi terrestri, navali ed
aerei, su tutto il territorio nazionale nell'arco delle 24 ore. Nel '99 il
Nocs, in collaborazione con la Dia,
ha partecipato ad un'operazione in
Campania contro la criminalità
organizzata nel corso della quale, a seguito di un conflitto a fuoco, è rimasto vittima un boss della camorra
mentre due esponenti dello stesso clan sono stati arrestati.
Terminiamo
questa parte con un esame rapido e per linnee essenziali del Rapporto sulla
Sicurezza (35), sul quale non possiamo, per i limiti propri di una tesi,
soffermarci ampiamente.
Com’è ben
noto lo stato di progresso e di civiltà di una Nazione si evince anche dal
“grado” di sicurezza che assicura e fornisce ai propri cittadini, nonché dal
senso con cui tale salvaguardia viene percepita dalla popolazione.
Il Rapporto
affronta le numerose tematiche relative alla sicurezza ed alla sua
salvaguardia, fornendo anche indicazioni su come questa venga percepita dai
cittadini. Viene analizzato l'andamento della criminalità nell'ultimo
decennio e, per averne una più chiara comprensione, alcuni fenomeni vengono
anche approfonditi in un arco di tempo trentennale. Ne risulta che gli anni
novanta hanno mostrato chiari segni di un progressivo ridimensionamento
del numero dei reati commessi, con una tendenza, rispetto al decennio
precedente, ad una diminuzione delle relative frequenze, che restano ancora,
però, su livelli più elevati rispetto a quelli registrati agli inizi degli anni
settanta. In particolare, le statistiche indicano che, per alcuni tipi di reato
dalla forte visibilità sociale e dalla significativa valenza culturale (gli
omicidi, i furti e le rapine), gli anni novanta hanno rappresentato un periodo
di relativa flessione o stasi dopo l'esplosione generalizzata e dirompente del 1991. Per altri reati (lesioni personali,
truffe, violenze carnali o sfruttamento della prostituzione) nel corso del
decennio si è assistito, invece, ad un aumento, più o meno continuo rispetto a
quello avvenuto nei due decenni precedenti.
Tutti i
reati considerati mostrano, comunque, di essere più frequenti nei comuni
capoluogo, ciò sarebbe da ricondurre alle differenti opportunità (di compiere
un reato, di essere scoperti, ecc.) che le città più grandi e più ricche
offrono rispetto a quelle più piccole. Si cerca anche di individuare i fattori
che hanno determinato, negli anni novanta, la contrazione di alcuni reati: essi
sono l’azione di contrasto delle Forze di polizia, specie contro la
criminalità organizzata ed i mutamenti demografici nella composizione
della popolazione italiana (soprattutto l’età).
Per altro
verso, l'immigrazione clandestina è annoverata, invece, tra i processi
che hanno avuto effetti opposti. Circa il secondo fattore, si evidenzia il
progressivo invecchiamento della popolazione italiana, mentre la tendenza a delinquere
è tipica delle classi d'età più giovani (le quote più elevate di condannati per
gravi reati predatori si registrano tra i 18
e i 24 anni).
Per il
reato più violento di tutti, l'omicidio, ne viene rappresentato
l'andamento della serie storica sin dal 1880.
Questo mostra chiaramente che, a parte i picchi corrispondenti ai due periodi
di guerra, la curva è andata progressivamente calando nel corso dell'ultimo
secolo, passando da un tasso di quasi 20
casi ogni centomila abitanti all'attuale 5.
Nel 1968 si è toccato il punto più basso,
poi anche la curva degli omicidi, come quella in generale degli altri delitti,
ha ripreso a crescere, per diminuire nuovamente dopo la punta del 1991.
La
rilevanza dell'attività delle Forze di polizia per contrastare tale reato è
dimostrata dal fatto che negli anni novanta vi è stata un'accentuata
riduzione degli omicidi ascrivibili alla criminalità organizzata ed a quella
comune, mentre sono rimaste pressoché stabili le altre tipologie di tale reato
non direttamente collegate allo svolgimento di attività criminali, ma dovute a
motivi passionali o futili.
Gli anni
novanta hanno visto, anche per le rapine, una relativa contrazione
dei tassi di occorrenza. Nell'ambito di questo reato il rapporto evidenzia,
però, una particolarità: è il caso delle rapine in banca, che nell'ultimo
decennio hanno fatto registrare una forte crescita ed interessanti mutamenti
nelle loro caratteristiche esecutive. La tendenza al loro aumento iniziata in
Italia nel 1987, è continuata anche negli
anni '90, con un primo picco nel 1991 ed un nuovo ennesimo picco nel 1998.
Stante
questa peculiarità, le rapine in banca sono state esaminate come fenomeno
particolare ed è stato così riscontrato che, a fronte dell'accresciuta
frequenza del reato, vi è stata una decrescente remunerabilità. Sono cambiate
anche le caratteristiche degli autori, i quali, in linea di massima, non sono
più professionisti del settore ma spesso agiscono d'impulso, senza una accorta
pianificazione.
Diversa la
situazione delle rapine negli uffici postali, reato meno diffuso delle rapine
in banca ma che negli anni novanta ha visto aumentare la propria redditività
media. Anche per altri reati predatori viene indicata la linea di tendenza
generale e ne vengono compiuti degli approfondimenti specifici per meglio
evidenziarne alcune particolarità. In generale, per essi gli anni novanta hanno
registrato un moderato declino o, in alcuni casi, arresto dopo la lunga fase
crescente iniziata negli anni '70. Le
dinamiche particolari, però, divergono: i furti in appartamento, dopo un
breve periodo di calo, ricominciano a salire dal
1994 raggiungendo il picco nel '98.
Nel 1999, invece, si registra una loro
forte contrazione, confermata anche dai dati del 2000, frutto dell'intenso lavoro specifico di controllo del
territorio, effettuato soprattutto fuori dai grandi centri urbani che restano
il luogo prediletto per la loro consumazione.
I furti di
autoveicoli, invece, dopo il picco del '91
hanno stabilizzato la tendenza al decremento fino al 2000, con un indice che rappresenta il valore
più basso degli ultimi dieci anni.
Gli scippi,
invece, calano vistosamente senza soluzione di continuità, mentre i borseggi,
dopo un periodo di calo dal 1992 al 1995, ricominciano a crescere,
superando nel '99 il picco del 1991.
Particolare
attenzione viene dedicata ad una tematica nuova e poco consueta negli studi di
settore nel nostro Paese: quella delle vittime dei reati, per le quali vengono
analizzate il sesso, l'età e la classe sociale quali differenze incidenti sul
rischio di vittimizzazione.
Specifiche
indicazioni sono, poi, fornite circa alcune fenomenologie delittuose di
rilevante interesse ed attualità quali: la minaccia al patrimonio artistico ed
ambientale, la criminalità ad alta tecnologia e gli abusi sessuali in
pregiudizio dei minori, che da tempo hanno catalizzato l'attenzione
dell'opinione pubblica.
Un'ampia
disamina viene condotta sull'attuale scenario della criminalità
organizzata, il quale, oltre che dalla perdurante presenza delle tradizionali
forme di criminalità organizzata di tipo mafioso, risulta sempre più
caratterizzato da altri gruppi criminali, per lo più su base etnica, che ne
enfatizza il carattere transnazionale. Così, ai trafficanti sudamericani,
orientali e mediorientali si sono andati ad aggiungere gli slavi, i russi, i
nigeriani e gli albanesi. Questa nuova realtà è molto variegata.
Ci sono gruppi potenti per la loro ricchezza e per le
modalità operative particolarmente sofisticate. Ve ne sono altri che traggono
la loro forza dalla sola violenza, evidenziando arretratezza organizzativa e
ingenuità operativa.
Queste
varie componenti vanno, però, rapidamente ad integrarsi, producendo effetti
immediati su entrambe le tipologie di criminalità. Anche se uno dei fattori che
hanno inciso negativamente sull'andamento della criminalità nel decennio
è stato quello connesso dell'immigrazione clandestina e nonostante che i
gruppi criminali stranieri siano particolarmente attivi nel nostro territorio,
si evidenzia come gran parte della popolazione immigrata vada pian piano
integrandosi, attraverso procedure di regolarizzazione, con la popolazione
italiana, della quale rappresenta peraltro il maggiore fattore di crescita.
Al
riguardo, la programmazione dei flussi di ingresso degli stranieri, oramai direttrice
costante della politica migratoria del nostro Paese, si coniuga con iniziative
mirate in tema di sicurezza delle frontiere e di contrasto all'immigrazione
clandestina.
Per quanto
riguarda l'andamento dei fenomeni criminali che gravitano attorno al mercato
della droga, gli anni '90 non hanno visto
una variazione significativa nel numero di persone che hanno violato la legge
sugli stupefacenti, mantenendosi su un indice costante per tutto il decennio.
Significativa
la quota dei minorenni deferiti all'Autorità Giudiziaria, costantemente
aumentata in tutto l'arco temporale considerato. I tassi di criminalità si
rivelano più alti nelle regioni centro-settentrionali e nelle grandi città. Ma
ciò che emerge è il mutamento nell'offerta di stupefacenti: mentre per alcune
sostanze, prima dominanti il mercato delle droghe, la domanda si è
sensibilmente ridotta (eroina, hashish), altre sono state in forte crescita
(cocaina, marijuana, anfetaminici). I decessi per abuso di sostanze
stupefacenti, dopo il picco del "96,
sono in netta diminuzione.
Viene esplorata, altresì, la situazione attuale
dell'eversione politica e delle probabili minacce terroristiche, anche nelle
sue dimensioni internazionali.
È anche
illustrata l'attività delle Forze di polizia a tutela dell'ordine e
della sicurezza in relazione a fenomeni di natura complessa ed
eterogenea in un quadro nazionale connotato da problematiche socio-economiche
ed occupazionali e fitto di avvenimenti, non ultimo l'evento del grande Giubileo
dell'anno 2000.
Uno
spaccato riguarda la tematica della percezione della sicurezza, con
particolare riferimento alle opinioni della popolazione italiana. Probabilmente
anche in Italia, come in altri Paesi occidentali, la paura personale della
criminalità è fortemente aumentata negli anni
'70 ed '80, quando è iniziato a
crescere il tasso annuale di furti, rapine ed omicidi. Stando, però, ai dati
disponibili, nell'ultimo decennio non è riscontrabile un aumento della paura di
vittimizzazione. Questa, d'altronde, è determinata non da reati ascrivibili
alla grande criminalità organizzata, bensì dalla criminalità predatoria
(furti e rapine).
La paura
della criminalità si distribuisce in modo disomogeneo tra la popolazione,
variando con l'età, il sesso e la collocazione geografica: essa è più forte tra
i giovanissimi e gli anziani, tra le donne, in alcune regioni meridionali
(anche se la percezione di un aumento dell'attività illegale penalmente
rilevante è più forte al Nord), nei grandi centri metropolitani. Ma non sono
solo i gravi reati ad influenzare la paura della vittimizzazione, concorrendovi
anche i cosiddetti, reati "morbidi”, che altro non sono che
atteggiamenti di inciviltà indicanti la rottura di un ordine sociale condiviso
e la perdita di controllo da parte delle comunità sul proprio territorio, con
conseguente percezione di insicurezza da parte dei cittadini.
Circa la
percezione di sicurezza, sono poi presentati i risultati di alcune rilevazioni
svolte nel secondo semestre del 2000 dal
CIRM per conto del Ministero dell'Interno, su un campione di persone
ultradiciottenni residenti in Italia.
La
sicurezza viene citata dagli italiani come terza questione, in
ordine di importanza, dopo l'occupazione e le pensioni, ed è descritta come una
dimensione individuale legata più al rischio di interventi negativi di forze
estranee ed accidentali che all'azione specifica di figure e personaggi fisici
(una sorta di sentimento la cui messa in pericolo non è immediatamente
collegata alla altrui azione criminale). Sostanzialmente i cittadini si sentono
sicuri nel proprio quartiere, si sentono protetti ed hanno fiducia
nell'attività delle Forze di polizia, del cui operato sono abbastanza
soddisfatti.
Le forme
criminali che incidono maggiormente sul senso di sicurezza sono in ordine
decrescente: i furti in appartamento, la criminalità organizzata, lo spaccio di
droga, gli scippi, le aggressioni, le rapine, le violenze sessuali, il
terrorismo ed il racket della prostituzione. Il contesto urbano è generalmente
vissuto come più pericoloso, e pertanto i cittadini vorrebbero più prevenzione
e più visibilità delle Forze di polizia.
La presenza
di immigrati, invece, non è vissuta, nella maggioranza dei casi, come fattore
incidente negativamente sul senso collettivo di sicurezza. Vengono, infine, illustrati
i dati dell'ultimo decennio in ordine alle attività svolte dalle
Forze di polizia sia nel contrasto che nella prevenzione della criminalità, e
che testimoniano l’impegno, di dimensioni imponenti, costantemente posto in
essere.
Un
approfondimento specifico è riservato all'attività di ricerca e cattura
dei latitanti più pericolosi, all'applicazione delle misure di
prevenzione personali e patrimoniali ed alle operazioni straordinarie svolte
nell'anno 2000.
Si da, poi,
atto del significativo cambiamento, anche di tipo culturale, posto in essere
nella concezione stessa di attività di prevenzione, nella quale le istanze dei
cittadini assumono sempre più un ruolo di preminenza ed anzi di ineludibile
riferimento dell'azione.
Il
"Rapporto" conclude con l'indicazione delle iniziative di cooperazione
internazionale di polizia, sempre più indispensabili per contrastare
efficacemente il crimine, che, inserito in un contesto di globalizzazione,
tende a disancorarsi dalle sue radici per assumere un carattere transnazionale.
Ci auguriamo, al termine di questo capitolo, di non
aver sacrificato eccessivamente la qualità e la quantità delle informazioni in
nostro possesso. Per quel che può valere ci proponiamo, quanto prima, di
tornare sui documenti in nostro possesso in modo più sistematico.
NOTE AL CAPITOLO QUINTO
1.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/volanti.htm,
Internet, 11/02/01.
2.
Ibidem, reparti/stradale, cit., 11/02/01.
3.
Ibidem, reparti/stradale, cit., 11/02/01.
4.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/ferroviaria.htm, Internet,
11/02/01.
5.
Ibidem, reparti/ferrov.htm, cit., 11/02/01.
6.
Ibidem, reparti/ferrov.htm, cit., 11/02/01.
7.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/frontie.htm,
Internet, 11/02/01.
8.
Ibidem, reparti/frontie.htm, cit., 11/02/01.
9.
Ibidem, reparti/frontie.htm, cit., 11/02/01.
10.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/mare.htm,
Internet, 11/02/01.
11.
Ibidem, reparti/mare.htm, cit., 11/02/01.
12.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/montagna.htm,
Internet, 11/02/01.
13.
Ibidem, reparti/montagna.htm, 11/02/01.
14.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/postale.htm,
Internet, 11/02/01.
15.
Ibidem, reparti/postale.htm, cit., 11/02/01.
16.
Ibidem, reparti/postale.htm, cit., 11/02/01.
17.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/mobili.htm,
Internet, 11/02/01.
18.
Ibidem, reparti/mobili.htm, cit., 11/02/01.
19.
Ibidem, reparti/mobili.htm, cit., 11/02/01.
20.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/cani.htm,
Internet, 11/02/01.
21.
Ibidem, reparti/cani.htm, cit., 11/02/01.
22.
Ibidem, reparti/cani.htm, cit., 11/02/01.
23.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/artif.htm,
Internet, 11/02/01.
24.
Ibidem, reparti/artif.htm, cit., 11/02/01.
25.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/scient.htm,
Internet, 11/02/01.
26.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/scient1.htm,
Internet, 11/02/01.
27.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/scient2.htm,
Internet, 11/02/01.
28.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/cavallo.htm,
Internet, 11/02/01.
29.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/reparti/banda.htm,
Internet, 11/02/01.
30.
Ibidem, reparti/banda.htm, cit., 11/02/01.
31.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/attiv2.htm,
e http://www.poliziastato.it/attiv3.htm,
Internet, 11/02/01.
32.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/attiv4.htm,Internet,
11/02/01.
33.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/attiv5.htm,Internet,
11/02/01.
34.
Polizia di Stato, http://www.poliziastato.it/attiv5.htm,Internet,
11/02/01.
35.
Polizia di Stato, Rapporto sullo stato della
sicurezza in Italia, http://mininterno.it/banner1/rapporto-sic.htm,
Ministero dell’Interno, Dipartimento della Pubblica Sicurezza, Internet,
11/02/2001, pp.1-4.
Nessun commento:
Posta un commento