di Giuseppina D’Auria
La realizzazione di una ricerca, e di un relativo sito
web, sull’uso delle simulazioni al computer come strumenti di apprendimento è
il risultato di un percorso di studi, condotto dall’Area Risorse Strutturali e
Umane dei Sistemi Formativi dell’Isfol con l’Istituto di Scienze e Tecnologie
della Cognizione del CNR, sul ruolo delle simulazioni nell’e-learning.
Gli autori sono diversi (Daniele Denaro, Claudia
Montedoro, Domenico Parisi, Dunia Pepe, Massimiliano Schembri) ed è stato
pubblicato un libro che ne raccoglie i risultati dal titolo “La simulazione nella formazione a distanza:
modelli di apprendimento nella knowledge society” .
In particolare, è stato realizzato un modello simulativo
di alcuni aspetti della globalizzazione culturale e sono state poste a
confronto due diverse modalità di apprendimento in un contesto di uso delle
nuove tecnologie a fini formativi: una modalità verbale ed una basata
sull’esperienza.
L’obiettivo è stato quello di mostrare l'importanza dei
modelli simulativi nel campo della formazione, in quanto modelli capaci di
affermare il ruolo attivo dell'apprendimento nei processi di costruzione del
sapere caratteristici della società della conoscenza. Il sito web realizzato
permette di accedere ad un esempio concreto di simulazione sul fenomeno della globalizzazione
culturale ed è accessibile all’indirizzo
http//gral.ip.rm.cnr.it/Global/GlobalHome.html
Le ricerche muovono dal presupposto che i modelli
tradizionali di formazione a distanza hanno introdotto importanti cambiamenti nello strumento di trasmissione della
conoscenza, rappresentato dalla rete e non dalle parole di un docente o di un
testo, ma non nel modo in cui avviene
il processo di conoscenza visto che questo rimane sostanzialmente legato alla
ricezione passiva di un sapere trasmesso a distanza.
Rispetto a questo modello passivo
di conoscenza, il modello di simulazione presentato nel lavoro dell’ISFOL intende
mostrare un significativo mutamento di prospettiva nella misura in cui realizza
un modello di apprendimento fondato non tanto sul linguaggio quanto
sull’esperienza.
In tal senso, da un punto di
vista teorico, sottolinea la rilevanza non solo di quelle tematiche in diverso
modo connesse all’affermazione della società della conoscenza, ma anche di quei
modelli della conoscenza in cui è l’individuo stesso il principale artefice del
proprio universo di interpretazione e di costruzione della realtà.
All’interno di questo contesto,
le tematiche sulla società della conoscenza e sull’apprendimento attivo sono fortemente
legate al discorso sull’apprendimento lungo l’arco di vita.
Difatti, è proprio in questa dimensione
dell’apprendimento che si situa oggi la rilevanza dell’apprendimento a distanza,
quale modello di conoscenza fortemente legato alle enormi potenzialità offerte
della tecnologie della comunicazione.
“Il computer rappresenta un elemento centrale nel discorso
sulla modernità e sulla razionalità della società occidentale nella misura in
cui esteriorizza nelle macchine quella razionalità che precedentemente aveva
trovato posto solo nella mente umana e dentro le organizzazioni sociali degli
esseri umani” (Parisi Domenico, in Denaro-Montedoro-Parisi-Pepe-Schembri, La simulazione nella formazione a distanza:
modelli di apprendimento nella knowledge society, in www.isfol.it –Formazione e
cambiamento, Webmagazine sulla formazione Anno V – Numero 37, ottobre 2005).
Nella specifica prospettiva delle ricerche e degli studi
presentati nel volume, il computer può rendere possibile un nuovo modo di
conoscere la realtà, attraverso la creazione di una realtà virtuale, di una sua
copia semplificata, vale a dire attraverso la sua riproduzione all'interno di
una simulazione. Ma cosa sono le simulazioni? Per prima cosa sono strumenti di
ricerca scientifica e di progettazione e realizzazione di artefatti tecnologici.
Ma le simulazioni sono anche laboratori sperimentali. Permettono di agire sui
meccanismi e sulle variabili che stanno dietro ai fenomeni e di osservare le
conseguenze di queste manipolazioni. Sono infine nuove realtà, realtà
artificiali perché create da noi ma altrettanto reali della realtà che non
abbiamo creato noi.
Nel quadro dei processi di
innovazione dei sistemi formativi connessi all’e-learning, le simulazioni
possono diventare efficaci strumenti di apprendimento in diversi contesti:
scuola, formazione, formazione professionale, manageriale, riqualificazione degli
adulti.
Apprendere attraverso il vedere e
il fare, grazie ad una simulazione, non solo consente di apprendere anche a
persone che non hanno necessariamente una grande familiarità con il linguaggio
verbale, ma può consentire a larghe fasce di utenti di apprendere attraverso
l’osservare e l’agire, con risultati di comprensione e coinvolgimenti
motivazionali spesso non ottenibili usando esclusivamente il canale del
linguaggio verbale.
Dal punto di vista dei mutamenti
e delle innovazioni che interesseranno inevitabilmente gli sviluppi dei
sistemi di formazione a distanza,
la novità fondamentale è che, per la prima volta nella storia dell’educazione,
la figura di chi è esperto dei contenuti si scinde dalla figura di chi è
esperto nella comunicazione dei contenuti, e si pongono domande difficili su
come fare interagire queste due diverse
figure. La multimedialità
digitale pone problemi nuovi e complessi e richiede, per risolverli, competenze
e capacità che, diversamente dalle capacità linguistiche, non si possono
considerare come naturalmente presenti nelle persone.
Nel campo della formazione, tutto
questo comporta dei cambiamenti delle cui conseguenze ancora non ci rendiamo
pienamente conto. I compiti che abbiamo davanti tuttavia sono abbastanza
chiari. Si tratta in primo luogo di definire in concreto e con precisione,
attraverso gli strumenti di analisi forniti da discipline come la psicologia,
la pedagogia, le scienze della comunicazione, l’informatica, ma soprattutto
attraverso esperienze concrete di produzione di materiali multimediali, quali
sono le nuove competenze e le nuove professionalità.
In secondo luogo si tratta di
definire in quali modi queste nuove competenze e professionalità possono essere
organizzate, quali possono essere possedute da un’unica persona e quali vanno
invece distribuite su persone diverse, in quali modi e all’interno di quali
strutture di formazione possono essere acquisite, con quali corsi e attività di
formazione e nell’ambito di quali discipline possono essere riconosciute.
In questo settore della
formazione si pongono una serie di problemi, già in qualche modo riconosciuti e
discussi ma non risolti.
Ad esempio c’è il problema se
richiedere, per chi deve produrre i nuovi materiali di apprendimento, una
formazione di base di tipo cognitivo, pedagogico, o addirittura di creatività
grafica e artistica, oppure richiedere una formazione di base di tipo
informatico. E’ evidente la necessità di entrambi i tipi di sensibilità e di
formazione, ma questo non significa che mettere insieme in modo equilibrato e
complementare le due sensibilità e le due competenze risulti facile.
Un altro problema è come far
confluire nella produzione dei nuovi materiali di apprendimento esperienze e
competenze che sono state sviluppate altrove, ad esempio nel campo dei giochi elettronici
o nel campo della pubblicità e del marketing. Visualizzazioni, animazioni, interfacce
interattive, simulazioni, hanno un ruolo centrale nei giochi, mentre l’uso
della visualità per scopi di comunicazione e di modificazione della “testa”
delle persone caratterizza da sempre la pubblicità e il marketing.
All’interno di una prospettiva
più generale se, da un lato, l’universo della formazione specialmente al
livello della scuola e dell’università e un po’ meno al livello della
formazione professionale, aziendale e manageriale, tende ad essere
sostanzialmente stabile, d’altro lato, l’universo delle nuove tecnologie e
della comunicazione sociale è un mondo innovativo e soprattutto è un mondo
aperto, in cui ogni settore travalica in altri settori e cerca intenzionalmente
di non vedere i confini tra i diversi settori e le diverse applicazioni, non
fosse altro che per ragioni economiche, cioè per sfruttare di più e meglio
quello che si è inventato in un settore applicandolo anche in altri settori. Il
problema è quindi di aprire all’innovazione, alla flessibilità e alla interazione
tra applicazioni diverse il mondo della formazione. Si pensi al possibile uso,
per scopi di formazione, di strumenti di comunicazione diversi come il personal
computer, Internet, il telefono cellulare nelle sue diverse versioni, le apparecchiature
di gioco collegabili al PC e7o alla televisione, i computer palmari e, nel
prossimo futuro, anche la televisione digitale.
Si rileva la tendenza e
l’importanza, da parte degli attuali sistemi della formazione, di adeguarsi
proprio alla nuova dimensione sociale, configuratasi in questi ultimi decenni,
legata al passaggio dalla stabilità e continuità all'instabilità e al mutamento
discontinuo. E questo all’interno di un universo in cui anche i percorsi
lavorativi e professionali appaiono e scompaiono, le competenze evolvono e diventano
obsolete in brevissimo tempo. Anche nei contesti professionali oggi si pone una
difficoltà ormai da tempo familiare a chi opera nei contesti scientifici: tutto
può risultare pertinente, ma non nello stesso modo e non nello stesso momento.
Nell’universo dei saperi in rete i confini delle competenze non sono più rigide
barriere.
La moltiplicazione delle
relazioni tra individui è resa possibile oggi sia dall’estensione delle
interazioni reali, legata alla globalizzazione, sia dall’estensione delle
relazioni virtuali, legata alle tecnologie della
comunicazione. Anche i concetti
di cultura e territorio, non sono più legati da un rapporto d’implicazione diretta,
perché la vicinanza spaziale non è più condizione necessaria per le relazioni
tra individui e per la determinazione della loro identità collettiva: le nuove
forme della comunicazione e dell'innovazione tecnologica hanno messo in crisi
quella forma di costruzione dell'identità culturale che si basa sulla contiguità
spaziale.
Le varie forme di multimedialità
e di ipertesto hanno messo in discussione le divisioni tradizionali delle sfere
comunicative che spettavano alla scrittura, all’oralità, all’immaginazione, con
mescolanze e connessioni che hanno già trasformato gli orizzonti della ricerca
e della formazione.
La presente ricerca sottolinea
l’emergenza, all’interno di questo mondo caratterizzato da differenti livelli
di realtà, di nuove forme di cittadinanza, nuove identità, sulla linea di
confini spesso invisibili. “Questo mondo è fatto di derive, trascinamenti,
rotture, scivolamenti, tutte figure di una spazialità che si aggiunge a quella
che conosciamo: fatta di centri, di soglie, di confini.
Tale spazio è definito tanto dal
movimento dei popoli, dalla ridefinizione delle loro identità geografiche e
culturali, quanto dal movimento della comunicazione e dagli universi che questa
costruisce e ricostruisce continuamente attraverso canali del tutto sconosciuti
in precedenza.
L’identità dell’uomo rimane
comunque legata alla sua capacità di far riferimento ad un luogo preciso che
rappresenta per lui baricentro, di
seguire un filo rosso che pare configurarsi, per ciò che riguarda gli universi
della formazione distanza e dell’apprendimento in rete, proprio nella
possibilità e nella capacità di costruire autonomamente percorsi di crescita
personale e professionale che li accompagnino lungo l’intero arco dell’esistenza.
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